epa08131302 Leader of Italian party Italia Viva, Matteo Renzi, attends the Raiuno Italian tv program Porta a porta conducted by Italian journalist Bruno Vespa, Rome, Italy, 15 January 2020. EPA/RICCARDO ANTIMIANI

Prescrizione, la minaccia di Renzi a cui nessuno crede

“La decisione del Governo di non inserire il Lodo Conte sulla prescrizione nel Mille Proroghe mi sembra un gesto di buon senso, che evita forzature e spaccature. Lo apprezzo. Quando arriverà la legge sulla prescrizione in Aula noi voteremo coerenti con le nostre idee e il garantismo che ci caratterizza. Adesso concentriamoci sull’emergenza crescita, sulla produzione industriale, sui dati negativi del Pil. L’Italia ha bisogno di ripartire dall’economia”,  annuncia il leader Iv Matteo Renzi su fb”.

 “Italia Viva ha voluto il governo con i 5s. A parole è nata per allargare il campo democratico ai moderati contro Salvini, oggi è la principale causa di fibrillazione di questo campo e fa un favore al leader della Lega. Io lo chiamerei un fallimento strategico che non va scaricato sugli italiani”, afferma il segretario del Pd Nicola Zingaretti a margine di un’iniziativa a Roma.

Io capisco che i sondaggi vanno male, ma prima di tutto bisogna pensare agli italiani e non a se stessi”. “Dico basta con questo tormentone sulla prescrizione che sta facendo perdere all’Italia troppo tempo e dico basta perché se c’è la volontà politica la soluzione è a portata di mano. Le priorità per l’Italia sono altre – aggiunge il segretario Dem –  accendere l’economia, sbloccare gli investimenti, pensare alla scuola rilanciare politiche per il lavoro e la casa. La maggioranza ha molto da fare.

Salvini, Meloni e Berlusconi ormai stanno zitti – sottolinea Zingaretti – perché l’opposizione per loro la sta facendo qualcun altro e questa situazione sta diventando veramente insopportabile, ma non per il Pd ma per gli italiani che chiedono un governo di persone serie. E’ tempo di uno scatto in avanti, si chiuda questa fase è rimettiamoci in sintonia col paese. Mozione di sfiducia a Bonafede? C’era una volta una bella trasmissione di Arbore, con il grande comico Catalano… se un partito presenta una mozione di sfiducia al governo di cui fa parte la risposta è nelle cose. Io credo – sottolinea il segretario del Pd – che sia un insopportabile teatrino della cattiva politica di cui gli italiani non ne possono più. Nel merito della prescrizione, penso che la soluzione sia a portata di mano se c’è volontà politica.

Quindi interviene Renzi che, intervistato ad Agorà spiega che la battaglia sulla prescrizione non vale la caduta del governo: “Per me no. Lo dica a Bonafede, se lo incontra”, risponde. ”Ciò che faremo nei confronti del ministro della Giustizia – aggiunge – lo verificheremo alla luce dei comportamenti del ministro stesso”.

“Teresa Bellanova ha sempre ragione”, ribatte, sempre ad Agorà su Rai Tre, alla domanda se lui sia d’accordo con Teresa Bellanova che ha detto che il governo sulla prescrizione rischia. “Noi saremo conseguenti con il nostro impegno di non votare questa norma. E a chi dice che Renzi farà l’accordo per due poltrone, dico le poltrone tenetevele, noi ci teniamo i principi e gli ideali”.

Il nodo della prescrizione resta motivo di tensione nella maggioranza. L’intesa raggiunta da M5s, Pd e Leu per modificare la legge Bonafede dovrebbe passare da un emendamento al decreto Milleproroghe e registrare il dissenso di Italia viva in commissione per poi essere blindato in Aula con un voto di fiducia.

Malgrado Teresa Bellanova dica «noi non vogliamo far cadere il governo», la minaccia lanciata ieri da Matteo Renzi di presentare una mozione di sfiducia al Senato contro il ministro Alfonso Bonafede per il “caso prescrizione”, suona come una campana a morto per l’esecutivo.

Almeno così la pensa Dario Franceschini, capofila di una schiera di pezzi grossi Dem, convinti che a questo punto Renzi faccia sul serio. Per Franceschini, vuole le urne «Se vuole sfiduciare un ministro, sfiducia l’intero esecutivo», chiarisce il capo delegazione Pd. Il quale, ben conoscendo l’ex premier, con i suoi vari interlocutori solleva il dubbio che possa aver deciso che sia meglio andare al voto con la legge elettorale in vigore. Perché garantisce porte aperte ai partiti che superano il 3%: anche se si andasse alle urne a giugno dopo il referendum di marzo, con un terzo di seggi in meno, Italia Viva non rischierebbe di restare fuori.

Ma al di là del fatto che il leader Pd non crede al bluff, Pd e 5 stelle vogliono vedere se Renzi fa sul serio: e lo aspettano al varco per vedere se depositerà la mozione di sfiducia dopo che verrà bocciata la proposta di Italia Viva (emendamento Annibali al milleproroghe) di sospendere per un anno la riforma del ministro che abolisce la prescrizione. Per sminare il terreno e offrire un appiglio a Renzi, il governo non presenterà più un emendamento al decreto mille proroghe: che avrebbe obbligato Italia Viva a votare la fiducia obtorto collo; e che comporterebbe un doppio profilo di incostituzionalità.

E non sarà varato un decreto legge ad hoc, per non scaricare su Mattarella la responsabilità di firmare un atto controverso. L’ultima decisione è che verrà «parlamentarizzata» la questione, come si fa quando si vuole mettere al riparo il governo: trasferendo il contenuto del «lodo Conte bis», che attenua l’abolizione secca della prescrizione, nel disegno di legge Costa in votazione il 24 febbraio. Un ddl che abroga la riforma Bonafede, gradito a Italia Viva. Sarà riscritto, con un emendamento che contiene l’abolizione della prescrizione dopo la seconda condanna in appello e il suo permanere per gli assolti in secondo grado.

Prendiamo atto con soddisfazione che Matteo Renzi e Italia Viva hanno finalmente compreso che la loro contrarietà alle modifiche sostanziali concordate nella maggioranza sulla prescrizione avrebbe lasciato in vigore, purtroppo, la riforma Bonafede che loro stessi contestano. Meglio tardi che mai: avevamo detto sin dall’inizio che gli ultimatum erano sbagliati; siamo contenti adesso che Italia Viva abbia assunto una nuova posizione facendo marcia indietro”.

Ma a stretto giro ecco la controreplica di Luciano Nobili, deputato di Italia Viva: “Da un recente sondaggio della Ipsos risulta che quando si parla di prescrizione, il 5% degli italiani sa di cosa stiamo parlando, il 95% purtroppo no. Mi pare di capire, leggendo le sue dichiarazioni, che Bordo sia tra gli italiani che non sanno di cosa stiamo parlando. Comprensibile per i cittadini normali. Sorprendente che un parlamentare non studi o non capisca. O, peggio, faccia finta di non capire. Da Italia Viva nessuna marcia indietro sullo stato di diritto, sulla garanzia per tutti gli italiani, imputati o vittime di non essere condannati a processi senza fine”.

Ma anche stavolta Italia viva ha tenuto il punto con il coordinatore Ettore Rosato: “Noi – ha scritto via social – contrasteremo qualsiasi forzatura istituzionale e non ci sarà nessuna marcia indietro e nessun tipo di accordo che vada a contrastare i principi costituzionali. Utilizzare il Milleproroghe per modificare il diritto penale sarebbe uno scandalo”. “L’unica soluzione è il prudente rinvio previsto dal lodo Annibali. Ogni altra soluzione vedrà Italia viva votare convintamente contro”, ha aggiunto denunciando poi “la deriva giustizialista del Pd”.

 

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