Pd-M5S, passi avanti sul programma ma resta il nodo Di Maio

Mentre c’è attesa per l’incontro tra il premier incaricato Giuseppe Conte, il segretario del Pd, Nicola Zingaretti e il capo politico del M5s Luigi Di Maio, Beppe Grillo irrompe di nuovo sulla scena politica incalzando di Maio. In un breve intervento sul ‘Fatto Quotidiano’ si rivolge al capo politico del Movimento Luigi Di Maio, parlando di “una testa rivolta a Luigi, incazzata e ancora stupefatta per l’incapacità di cogliere il bello intrinseco nel poter cambiare le cose. Con i punti che raddoppiano come alla Standa. E’ bello cambiare le cose’.

 Grillo critica Di Maio e Di Battista con un duro post in cui chiede ai suoi di lavorare per accelerare e agevolare la trattativa con il Pd.  Il mentore del Movimento Cinque Stelle è con Matteo Renzi il grande architetto dell’alleanza giallorossa. La sensazione è che la decisione di Grillo non sia particolarmente condivisa tra i vertici pentastellati, alla ricerca di un appiglio per non andare a nozze con il Partito democratico. Da qui nascono forse gli ultimatum di Luigi Di Maio, i post al veleno di Alessandro Di Battista e forse anche il voto sulla piattaforma Rousseau. Ma per avere una visione chiara sul terzo elemento bisognerà attendere la formulazione del quesito per capire se sarà imparziale o se farà il tifo per una decisione.

 Di fronte al rinnovato clima di tensione tra quelli che dovrebbero essere i nuovi alleati, Beppe Grillo è tornato a parlare rivolgendo una critica a Di Maio,  e a Di Battista, chiedendo ai suoi di smetterla di procedere con ultimatum e messaggi social ostili. ufficialmente è un appello rivolto a tutti, anche al Pd, ma sembra evidente che il vate pentastellato abbia voluto mandare un messaggio ai vertici del MoVimento. In questa strana crisi di governo oltre che nuove e inaspettate alleanze politiche stanno emergendo anche coalizione interne ai partiti che sembravano impossibili. Il Partito democratico ha rispolverato un’unità di intenti che forse non ha mai avuto, mentre nel MoVimento, forse per difendere la sua leadership. Di Maio si è riavvicinato alle posizioni di Alessandro Di Battista.

Grillo, poi, riprendendo il suo video di sabato scorso, parla di ‘depressione, incapacità di cogliere con ironia quello che ti capita e brama di potere’. Dei media, infine, scrive che non resistono e riecheggiano l’urlo dell’Elevato: non resterà altro da fare che inseguirlo. Esercitare la leadership facendosi inseguire, anche, ridendo. Giuseppe Conte detta i tempi dell’accordo spiegando che la ‘deadline del governo è tra martedì  e mercoledì,  il Movimento si prepara al voto di domani dalle 9 alle 18 sulla piattaforma Rousseau. Lo ha annunciato ieri sera il blog delle Stelle. ‘Sei d’accordo che il MoVimento 5 Stelle faccia partire un Governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte?’, il quesito sul quale dovranno esprimersi gli iscritti.Intanto il Pd, su proposta di Franceschini, chiede un governo senza vicepremier per “far decollare” l’esecutivo.

Martedi’ si votera’ su Rousseau per governo Conte bis

Matteo Salvini a 24 mattino su Radio24 fa sapere che con M5s “L’esperienza è stata rivoluzionaria almeno fino a qualche settimana fa. Se poi in nome della conservazione del potere si scende a patti con il Pd e con la Boschi, facciano, io non mi permetto di entrare nel dibattito altrui. Se io dico ‘mai col Pd’ vado avanti nel nome del ‘mai col Pd'”.

Giuseppe Conte è  al lavoro con le forze politiche, ma resta da risolvere il problema Di Maio, intenzionato a fare il vicepremier. Proseguono i lavori tra i pontieri del Movimento 5 Stelle e quelli del Pd, che hanno iniziato a lavorare alla sintesi dei programmi presentati dalle forze politiche. Il destino del governo giallorosso è difficilissimo da intuire.   Se da una parte pentastellati e dem fanno passi in avanti sul programma condiviso, la formazione della squadra dei ministri resta un problema urgente e complicato. Soprattutto per quando riguarda Luigi Di Maio, che continua a chiedere per sé il ruolo di vicepremier.

Per Giuseppe Conte resta da risolvere il problema ‘Di Maio vicepremier’ per la formazione del nuovo governo M5S-Pd Luigi Di Maio continua a rivendicare la neutralità di Giuseppe Conte e di conseguenza il ruolo da vicepremier. Il Pd su questo non tratta. Non vuole una replica del vecchio governo, vuole una nuova forma anche concettuale oltre che ideologica. Sostituire i pezzi del puzzle non serve, bisogna farne uno nuovo. Dopo le polemiche del venerdì, quando il leader pentastellato ha rimesso tutto in discussione dopo l’incontro con Conte, le due forze politiche hanno deciso di abbassare i toni parlando dei risultati ottenuti sul programma. Perché in effetti Pd e M5S hanno portato a casa i primi risultati e non hanno mancato di comunicare la vittoria sui rispettivi canali di comunicazione.

Nonostante la strada sia tutta in salita il premier Conte è riuscito a portare a casa qualche risultato importante. Nell’ultimo giorno di agosto il premier incaricato si è recato da Mattarella e molti hanno ipotizzato che potesse rimettere il mandato. Uno scenario tutt’altro che da escludere al momento. Dopo il vertice al Colle, durato circa un’ora, Conte ha lavorato con Pd e Movimento 5 Stelle sul programma. L’Avvocato non parla, pentastellati e dem affermano che il nascituro governo continua a fare passi in avanti. Ovviamente c’è un ma. Il programma inizia a prendere forma ma fino a quando non sarà ufficializzato il tutto, la situazione resta decisamente fluida. E poi c’è l’ostacolo rappresentato dalla formazione della squadra di governo.

 La sintesi dovrà essere firmata dai capi delle due forze politiche di maggioranza della coalizione, ma ai margini del mondo giallorosso si teme che Conte stia sottovalutando il ruolo di LeU e simili. Senza il loro voto il governo neanche parte, eppure non sembrano protagonisti della trattativa. Il problema è stato evidenziato anche da Grasso, che ha recapitato il messaggio al premier incaricato.

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