Risparmiatori manifestano contro le banche a Piazza Montecitorio. Roma 28 marzo 2019. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Oggi risparmiatori a Palazzo Chigi, pressing Di Maio-Salvini

Si fa sempre più insistente il pressing dei due vicepremier sul tema dei rimborsi ai risparmiatori traditi, in vista dell’incontro a Palazzo Chigi in programma per lunedì. Sia Matteo Salvini che Luigi Di Maio vogliono risolvere in fretta la questione, con l’obiettivo di arrivare al Consiglio dei ministri di martedì con la soluzione in tasca, che potrebbe consistere in due distinti decreti attuativi. Nel frattempo, alcuni dei circa 300mila risparmiatori incappati nei crac bancari hanno fatto da soli, rivolgendosi all’arbitro della Consob e ottenendo soddisfazione.

“Dobbiamo mantenere la promessa di risarcire i truffati. E’ una follia, ci sono i soldi ma manca una carta che eroghi i soldi”, ha ripetuto ancora una volta Di Maio, ricordando che “il governo è amico di quelle persone”, quindi “lunedì si fa quest’incontro, poi o si fanno i decreti o si erogano i soldi direttamente, senza arbitrati”. Stessa lunghezza d’onda quella seguita da Salvini, secondo il quale “è già passato troppo tempo: abbiamo messo – ricorda – quasi due mesi fa un miliardo e mezzo a bilancio. Bene i tecnici che approfondiscono, studiano e riflettono però c’è un limite all’approfondimento perché la gente, giustamente, il mutuo lo deve pagare e non ha tempo.

Il convitato di pietra di queste dichiarazioni, come noto, è il ministro dell’Economia Giovanni Tria, convinto che si debbano rimborsare tutti, ma rispettando le “regole”. Regola che potrebbe essere contenuta in due decreti attuativi su cui sarebbe stato raggiunto un accordo di massima. Il primo decreto dovrebbe definire la platea degli aventi diritto, circa 320mila persone: di queste il 90% avrebbe diritto al ristoro diretto, avendo un reddito entro i 35mila euro e un patrimonio immobiliare entro i 100mila euro; il 10% dovrebbe passare attraverso il vaglio di una commissione. Il secondo decreto servirebbe invece ad assegnare ad un ente, che potrebbe essere Consap, i poteri di erogazione dei ristori. Una soluzione vicina a quella proposta dal Codacons (ma non da molte altre associazioni, che chiedono “tutto e subito”), che chiederà indennizzi automatici e integrali per tutti i risparmiatori con un reddito inferiore ai 35mila euro, prevedendo arbitrati per chi ha redditi superiori. A sbrogliare la matassa dovrà essere il premier Giuseppe Conte, che ha avocato a sé tutta la materia nel tentativo di mediare tra Tria e Di Maio, passando dall’accordo con i risparmiatori. Qualche mugugno, però, arriva proprio dalle associazioni dei consumatori, che in alcuni casi lamentano una scarsità si convocazioni, con il rischio di andare ad un incontro interlocutorio.

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