epa08641528 (FILE) - Russian Opposition activist Alexei Navalny attends a rally in support of opposition candidates in the Moscow City Duma elections in downtown of Moscow, Russia, 20 July 2019 (reissued 02 September 2020). The German government spokesperson on 02 September 2020 said it 'the unequivocal proof' that Navalny was poisoned with a nerve agent from the Novichok group was established. Navalny is treated at the Charite hospital in Berlin since 22 August 2020. He was first placed in an hospital in Omsk, Russia, after he felt bad on board of a plane on his way from Tomsk to Moscow. The flight was interrupted and after landing in Omsk Navalny was delivered to hospital with a suspicion on a toxic poisoning. EPA/SERGEI ILNITSKY *** Local Caption *** 55367308

Navalny: il capo 007 russi: forse una provocazione occidentale

Il capo dell’intelligence russa all’estero (Svr), Serghiei Narishkin, ha detto di non escludere che il presunto avvelenamento dell’oppositore russo Aleksey Navalny possa essere una provocazione dei servizi segreti occidentali. “Non possiamo escluderlo”, ha affermato Narishkin rispondendo a una domanda dei giornalisti. Lo riporta l’agenzia di stampa russa Interfax.

Narishkin ha ribadito la versione di Mosca secondo cui i medici russi non avrebbero trovato tracce di veleno nel sangue di Navalny.

Il Cremlino intanto ha respinto le accuse di un suo possibile coinvolgimento nel presunto avvelenamento di Navalny e ha sostenuto di non vedere motivi per eventuali sanzioni contro la Russia.  “Non capiamo quale potrebbe essere la ragione per eventuali sanzioni”, ha detto il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov.

“Sceglierei le parole con attenzione quando si parla di accuse contro lo Stato russo perché non ci sono accuse al momento e non c’è motivo per accusare lo Stato russo”, ha proseguito il portavoce di Putin precisando che a Mosca non sono “disposti ad accettare nessuna accusa a questo proposito”. “Certamente – ha dichiarato – non vorremmo che i nostri partner in Germania e in altri Paesi europei si precipitassero a fare valutazioni, preferiremmo stabilire un dialogo”.

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