Marò: il governo idiano chiede ulteriori indagini alla Corte Suprema

Caso Marò: ancora indagini. E’ il governo indiano a chiedere ulteriori analisi sulla vicenda dei due fucilieri italiani, all’Agenzia nazionale di investigazione . Il Nia è un  organismo creato dopo l’attentato di Mumbai del 2008. Questo è quanto si legge sull’Hindustan Time. Nell’ esclusiva  il quotidiano sostiene che dopo una consultazione fra i ministeri dell’Interno e della Giustizia è stata presa una decisione per la presentazione di una petizione alla Corte Suprema per  confemare il concetto che l’India ha giurisdizione per entrare nel merito di questo caso. Nello specifico i due ministeri “intendono provare che le leggi indiane sulla sicurezza marittima e sulle acque territoriali non entrano in conflitto con nessuno dei trattati o convenzioni delle Nazioni Unite”. E per questo i due ministeri ritengono che “la legge indiana sulla Sicurezza della navigazione marittima approvata dal Parlamento nel 2002 conferisce all’India piena giurisdizione nella vicenda”. Quindi nella comunicazione che sarà sottoposta al vaglio della Corte Suprema si prospetta che “il caso sia trasferito all’organismo nazionale di investigazione che potrà realizzare ulteriori indagini come potrebbe essere necessario, per presentarne i risultati ed i capi di imputazione davanti alla Corte designata”. Inoltre il ministro dell’Interno idiano ha specificato che la Convenzione delle Nazioni Unite, sul diritto marittimo citata dalla Corte Suprema, “non si applica in questo caso perché si riferisce alla pirateria in alto mare mentre in questo caso la sparatoria è avvenuta entro 20,4 miglia nautiche, ossia all’interno della zona delle acque contigue dell’India”.

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