L’universo Fiorucci in mostra a Venezia

Elio Fiorucci considerò la moda come una filosofia di vita, una espressione,   dice Gabriella Belli, direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia,  dello spirito del tempo, di un’epoca in totale subbuglio che in Italia vive il desiderio del nuovo, di attimi di gioia, sull’onda lunga delle tentazioni che arrivano dalla terra dei Beatles, e nel contempo sente il peso delle lotte di classe, dei conflitti generazionali e il dramma degli anni bui delle stragi e del terrorismo. Il genio creativo di un anticipatore di stili, di un creatore di spazi di incontri della moda con altre discipline, come l’architettura o le arti visive, e il suo essere rappresentazione di un mondo nuovo che attraversò gli anni ’70-80 sono i protagonisti di ‘Epoca Fiorucci’, la mostra allestita nei saloni della Galleria Internazionale d’Arte Moderna a Ca’ Pesaro, da domani al 6 gennaio prossimo.

La mostra – spiega Gabriella Belli nel catalogo che raccoglie molte testimonianze – indaga il ‘fenomeno Fiorucci’, la moda alla portata di tutti che rivoluzionò e interpretò comportamenti e abitudini delle giovani generazioni dalla fine degli anni sessanta all’inizio degli ottanta.  Messe in un angolo in pochi anni le lavorazioni sartoriali artigianali, il nuovo brand con i due angioletti offrì vere occasioni di indossare pillole di trasgressione, capaci di affrancare la moda del perbenismo dell’abito borghese.

L’allestimento dell’esposizione, attraverso un ‘caos ordinato’, offre uno spaccato della vasta produzione con logo ‘Fiorucci’, da abiti, oggetti, manifesti, documentazione di eventi e tanto altro. E’ come entrare in un negozio, in uno ‘store’ con le insegne luminose e con i due angioletti, ed essere rapiti dallo spirito del tempo, di un’epoca.

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