La mossa del Pd

‘Povertà, famiglie e lavoro. Tre punti per altrettante proposte’, il post su Facebook di Maurizio Martina arriva alla vigilia delle decisioni del Colle sui prossimi passi per formare un governo. Nel Pd continua la dialettica tra ala ‘dialogante’ e il fronte renziano posizionato sulla linea del ‘tocca a loro’.

Si parla di allargamento del reddito di inclusione e salario minimo garantito. Proposte non nuove e già contenute nel programma Pd, ma non così lontane da alcuni cavalli di battaglia dei Cinque Stelle. E i Cinque Stelle, infatti, hanno subito rimarcato positivamente l’uscita di Martina. Una piega che non sarebbe piaciuta affatto al fronte renziano. A quanto viene riferito, la mossa del segretario reggente non sarebbe stata concordata.

 ‘Assolutamente no’, si dice tra i renziani. Ma, dopo un’iniziale perplessità  alla fine è prevalsa una linea ‘soft’. Anche perché comincerebbe a circolare anche tra i renziani un certo timore per un’eccessivo immobilismo che starebbe spingendo i Dem verso l’irrilevanza.

Nella tarda serata di ieri Lorenzo Guerini prima e Andrea Marcucci dopo hanno chiuso la faccenda ribadendo che la linea Dem non cambia: ‘I tre punti indicati dal segretario reggente Martina sono un contributo rivolto a tutti i presidenti che riceveranno l’incarico dal capo dello Stato. In merito alla posizione del Pd è nota da settimane e non prevede aperture nei confronti di possibili esecutivi del M5S e della Lega. Mentre chi ha vinto il 4 marzo pensa ai forni e agli orti, noi pensiamo ai problemi degli italiani’.

Andrea Orlando chiarisce: ‘I tre punti del Pd appena comunicati da Martina non rappresentano un’apertura ai Cinquestelle. E’ un’apertura alla società italiana, è un’apertura soprattutto a quelli che non ci hanno votato, assumendo ancora di più il tema delle diseguaglianze’.

Ma Orlando dice anche che nel Pd starebbe maturando piano piano una posizione meno intransigente nei confronti dei Cinque Stelle.

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