Il Pd annuncia le liste e dà fiducia alle donne

Il partito democratico ha approvato le liste. Nelle ultime ore la coalizione guidata dal leader, e aspirante premier, Pierluigi Bersani ha ufficializzato i nomi dei candidati Pd per Camera e Senato. Il clima che si respira in casa democratica sembra essere più che ottimista e Bersani ha detto di sentirsi “vincenti più che favoriti”.

Il 40% dei candidati sono donne – I democratici, confermando la linea delle primarie che hanno visto, più di ogni altra cosa la vittoria di donne e giovani, hanno confermato che la presenza del gentil sesso nelle liste è pari al 40%. “Una rivoluzione femminile da valorizzare e segnalare”: così Pier Luigi Bersani, aprendo la direzione del Pd, mette l’accento sulle candidature femminili nelle liste. Ed il vicesegretario del partito, Enrico Letta, tira le somme e calcola che dei 38 capilista 15 sono donne.

I nomi – Tra le candidate spunta il nome della giornalista Rosaria Capacchione, in prima posizione nella lista per il Senato. Ed ancora si leggono i nomi di Valeria Fedeli, laureata in Scienze sociali, è vicepresidente del sindacato europeo dell’Industria, l’Industrial European Trade Union (Ietu), nato dalla fusione dei sindacati europei dei metalmeccanici, dei chimici e dei tessili; Emma Fattorini, docente di Storia Contemporanea alla Sapienza e storica dei movimenti religiosi e Flavia Nardelli, segretario generale dell’istituto Sturzo. A guidare invece la lista della Camera per la Calabria sarà Rosy Bindi. Anna Finocchiaro correrà invece in capo alla lista del Senato per la Puglia, mentre Laura Puppato per il Veneto e l’oro olimpico Josefa Idem per l’Emilia Romagna. Recuperata invece in extremis Paola Concia, paladina dei diritti per le coppie gay e delle battaglie contro l’omofobia.

Tre capilista, tra cui Bersani, al primo posto anche nel Lazio ed in Lombardia, nella circoscrizione Sicilia Occidentale, e cinque ‘esterni’, tra cui il giornalista Corradino Mineo che guiderà la pattuglia dei candidati al Senato. Passa dunque la linea del segretario siciliano del Pd, Giuseppe Lupo, che dopo un’ estenuante trattativa con i vertici nazionali del partito è riuscito a compiere in pieno la missione affidatagli per mandato dalla direzione regionale che era contraria alla candidatura in Sicilia di 11 esterni.

In Campania per la Camera, guiderà la lista Campania I, Guglielmo Epifani, mentre a capo della lista Campania II ci sarà Enrico Letta, e quasi certa dovrebbe essere la candidatura al Senato per Sergio Zavoli, in lista dopo la Capacchione. Dalla società civile spuntano invece i nomi di Pietro Grasso, capolista al Senato nel Lazio, Giampaolo Galli. Dal mondo cattolico hanno dato l’ok alla candidatura 4 esponenti, due dei quali Edo Patriarca, presidente del Centro Nazionale per il volontariato e coordinatore delle Settimane Sociali, ed Ernesto Preziosi già vicepresidente dell’Azione Cattolica e direttore dell’Istituto Toniolo della Cattolica. Candidato in Abruzzo anche Franco Mariani.

Il malcontento – Ma nulla esclude che fino all’ultimo minuto disponibile per i ripensamenti possano esserci delle sorprese, con l’inserimento di altri nomi e caselle che completerebbero il quadro. In casa Pd non sono infatti mancati malumori e malcontenti per le decisioni effettuate e lungo è stato il braccio di ferro tra i territori e la segreteria nazionale. Chi ha affrontato la sfida delle primarie ha accettato malvolentieri l’arrivo di candidati indicati da Roma, ma del resto si sapeva fin dall’inizio che ci sarebbe stato un 10% di nomi scelti dal vertice del partito, più i capilista.

Il malcontento ha comunque portato già i suoi primi risultati con le dimissioni del segretario regionale della Puglia. Sergio Blasi perché “in pieno ed assoluto dissenso col gruppo dirigente nazionale del Partito democratico per aver tradito lo spirito delle primarie ed aver invaso le liste pugliesi di ‘immigrati dal nord’”. La notizia si legge in una nota della segreteria regionale messa nero su bianco a conclusione di un summit con i vertici del partito.

Gli esclusi – Tra gli esclusi noti si contano Roberto Reggi, coordinatore della campagna delle primarie per Matteo Renzi, Stefano Ceccanti, Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.

 

 

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