‘Le uniche elezioni che piacciono al Pd sono le primarie interne, perché lì nessuno può mandarli a casa’, posta  sarcasticamente la leader di Fdi su Twitter, ma l’immagine che accompagna il cinguettio porta un messaggio diverso, animato da un sentimento più vicino alla frustrazione che all’ironia: ‘Fa riflettere che l’unica occasione in cui si può votare in Italia siano le primarie del Pd. Se si è potuto votare alle primarie, lo si poteva fare anche per le politiche’.

I sondaggi vedono Fratelli d’Italia  incollata alla Lega e si capisce lo scorno dei Fratelli d’Italia, che volano nei consensi ma intanto sono fuori dalla stanza dei bottoni, pur avendo un atteggiamento costruttivo e responsabile nei confronti dell’esecutivo, spesso più dei Cinque stelle che la linea del governo Draghi sembrano subirla. Il capogruppo Fdi alla Camera, Francesco Lollobrigida,  commenta: ‘La democrazia a corrente alternata secondo il Pd,  che vale solo quando conviene a loro’.

 Fdi, per anni mediatore delle tensioni tra Fi e Lega nel centrodestra, ora di fronte alla proposta di un partito unico si chiama fuori e  avverte gli alleati di governo: ‘Alle prossime politiche correremo col nostro simbolo e con l’indicazione Meloni presidente del Consiglio’.

Per Fdi le tensioni della coalizione possono diventare un ulteriore vantaggio. Ma resta l’incognita di un voto ancora fuori dall’orizzonte ottico della politica e che rischia di coincidere con la naturale scadenza della legislatura, nel 2023.

Nel frattempo, il partito l’ha spuntata con il candidato sindaco del centrodestra a Roma, Enrico Michetti. Da Napoli, dove è ancora aperta la bagarre sul nome del magistrato Catello Maresca, che per candidarsi non vorrebbe i simboli dei partiti. Un punto inaccettabile per Fdi, che potrebbe scegliere come capolista proprio la Meloni. Obiettivo, dare un colpo a Salvini, cristallizzando al voto, seppure al Sud e per le amministrative, il sorpasso sulla Lega.