Ex terroristi e reddito di cittadinanza

“Ho provato stupore e turbamento. Non contesto la legge sul reddito di cittadinanza di contrasto alla povertà, ben venga, ma che venga usata in questo modo, significa che c’è qualcosa che non va”. Così Olga D’Antona, vedova di Massimo D’Antona, giuslavorista e consigliere del ministero del Lavoro ucciso in un agguato terroristico il 20 maggio 1999, commenta la notizia che l’ex terrorista Federica Saraceni, condannata a 21 anni e sei mesi per l’omicidio di D’Antona, riceve il reddito di cittadinanza. “Mi auguro che governo e Parlamento trovino modo di fare delle modifiche”, sottolinea la vedova del giuslavorista secondo la quale ci sono persone “molto più bisognose” del reddito di cittadinanza di chi è ai “domiciliari e non ha finito di scontare la sua pena”. “Non tutto ciò che è legale è giusto”.

Secondo l’Inps infatti l’ex Br ha tutte le carte in regola per ottenere il beneficio. “La norma prevede che se una persona ha avuto una condanna nei 10 anni precedenti c’è il blocco; lei l’ha avuta 12 anni fa. Basta leggere la legge” ha detto ieri il presidente dell’Istituto Previdenziale Tridico. La sentenza definitiva della Saraceni risale infatti al 28 giugno 2007. L’Inps sta comunque facendo accertamenti sui requisiti reddituali, occupazionali e patrimoniali dell’ex Br ma per ora non è emerso nulla di anomalo.

“Metterei una norma assoluta per cui chi ha commesso atti di questo tipo non dovrebbe avere diritto a nessun tipo di sostegno” ha aggiunto Tridico in un’intervista alla Verità. “Questo dovrebbe prevedere la legge. Io sono d’accordo con lei che questo è un caso effettivamente ripugnante”. Il presidente dell’Inps ha però invitato il giornalista a “scrivere anche degli altri eventuali strumenti di sostegno al reddito che questa signora può ricevere”. “Perché non va a vedere se abbia incassato il bonus bebè oppure se riceva il sostegno alla mensa per i figli, oppure se abbia avuto l’assegno di maternità o il sostegno all’asilo nido”. Insomma, per il presidente dell’Inps il problema non è solo il reddito.

Il padre dell’ex brigatista rossa, Luigi Saraceni, non è però d’accordo con il sentire comune. “Secondo l’opinione diffusa si tratta di una norma ingiusta –  ha spiegato Saraceni, magistrato di lungo corso ed ex deputato dei Ds – io vorrei prescindere dal caso particolare di mia figlia e fare questa domanda in via generale: di una persona che è stata condannata ad una lunga pena che l’ha scontata quasi tutta, che non ha un reddito, che ne facciamo la buttiamo in una discarica? Le diciamo fai la prostituta? Vai a fare le rapine? Oppure ce ne prendiamo carico? Questa è la domanda a cui dovrebbe rispondere non la destra becera e reazionaria di cui è espressione il giornale da cui è partita questa tempesta,  no io mi rivolgo alla sinistra” dice Saraceni.

Il caso dunque continua a far discutere. Come ha ricordato il padre della Saraceni, ieri seri sulla vicenda è intervenuta anche la deputata del Pd Marianna Madia che su Twitter ha chiesto di rivedere la legge. “Il caso della brigatista Saraceni che attualmente può percepire il reddito di cittadinanza, rende chiaro che la norma è sbagliata e su questo punto bisogna intervenire. Ho presentato una interrogazione sul caso” ha fatto sapere la parlamentare dem. Viste le polemiche dunque non è escluso che la norma possa essere modificata dal Parlamento.

Già, ma cosa c’è che non va e che va assolutamente corretto? Bastava escludere dal reddito di cittadinanza i condannati per gravi reati penali. Lo prevedeva un emendamento di FdI che venne bocciato.  Giorgia Meloni lo ricorda a tutti quelli che si scandalizzano:  “Lo scandalo del reddito di cittadinanza all’ex brigatista Federica Saraceni è causato anche della bocciatura in Parlamento dell’emendamento di Fratelli d’Italia per escludere dai beneficiari del reddito di cittadinanza chi è stato condannato per gravi reati penali”. Con l’attuale norma -aggiunge Meloni – anche ladri, pedofili e stupratori, oltre ad assassini e terroristi, percepiscono l’assegno da parte dello Stato. Una follia che Fratelli d’Italia aveva segnalato in totale solitudine. Ora il governo vari urgentemente una norma per fermare questo scempio.

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