epa05018851 A man walks outside the Russian Olympic Committee headquarters and Russian Athletics Federation office in Moscow, Russia, 10 November 2015. The World Anti-Doping Agency (WADA) commission on 09 November 2015 recommended athletics governing body IAAF suspend Russia from competition as it reported on its investigation into systematic doping in the country. EPA/MAXIM SHIPENKOV

Doping in Russia, Mosca: ‘Vogliono escluderci da Rio 2016’

La possibilità di un’esclusione della Russia dalle Olimpiadi di Rio 2016 esiste perché a qualcuno conviene togliere di mezzo un concorrente diretto e ad altri conviene danneggiare l’immagine del paese, ha dichiarato il ministro dello Sport russo Vitali Mutko a Rsport.ru. Mutko ha però aggiunto di escludere un provvedimento del genere se nelle organizzazioni internazionali c’è almeno una certa percentuale di impegno nell’interesse dello sport e degli atleti. Accuse infondate, almeno finche’ non saranno provate, così  il Cremlino reagisce alle pesanti accuse di doping di Stato da parte di una commissione della Wada, l’agenzia mondiale anti doping, che ha scatenato un caso internazionale oscurato solo da gran parte dei media russi. Gli Usa ribattono subito, in un clima da guerra fredda sportiva: ‘Non ritengo ci siano motivi per mettere in dubbio i risultati dell’indagine della Wada’, afferma il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest. Ma di fronte allo spettro di una sospensione della Russia per due anni da tutte le competizioni, a partire dalle Olimpiadi brasiliane, come raccomanda il rapporto alla Iaaf , Putin risponde convocando a Sochi i capi di tutte le federazioni sportive per discutere lo stato attuale della loro preparazione in vista di Rio 2016: Un appuntamento che non ha alcuna intenzione di perdere perche’ sarebbe un vulnus senza precedenti non solo per la storia dello sport russo ma anche per l’immagine vincente del suo leader e di un Paese tornato al centro dell’arena internazionale. Ma nel frattempo Mosca e’ costretta a chiudere i battenti del suo laboratorio anti doping dopo che la Wada gli ha revocato immediatamente l’accredito ordinando che i campioni per i test siano affidati a laboratori stranieri. Cadono anche le prime teste, con le dimissioni del suo direttore, Grigori Rodchenkov, accusato di occultare il doping, di estorcere soldi agli atleti e di aver distrutto 1417 campioni sospetti. La commissione della Wada aveva chiesto per lui il bando a vita. La chiusura del laboratorio potrebbe essere un brutto colpo anche per i Mondiali di calcio che la Russia ospitera’ nel 2018, peraltro gia’ finiti nello scandalo Fifa tra sospetti di corruzione per la loro assegnazione nel 2014, durante la Coppa del mondo in Brasile. Intanto, per 19 mesi, sara’ la Fifa a gestire il programma anti doping per la Confederation Cup, in programma sempre in Russia nel 2017. Valentin Balakhniciov, per oltre 20 anni presidente della federatletica russa, ha annunciato l’intenzione di ricorrere al Tribunale sportivo di arbitrato a Losanna per difendere i ‘miei interessi personali e quelli del Paese’. Nikita Kamaev, direttore esecutivo dell’agenzia federale russa anti doping (Rusada), che resta operativa, ha garantito che la struttura rispetta i requisiti della Wada al momento e rispondera’ dettagliatamente alle questioni sollevate dal rapporto, ma ha definito le infiltrazioni degli 007 come frutto di una immaginazione accesa e piu’ adatta ad un film di spionaggio. Il piu’ conciliante di tutti, pero’, e’ stato il ministro dello sport russo, Vitaly Mutko. Ieri sera aveva diffuso un comunicato nel quale assicurava la disponibilita’ a cooperare piu’ strettamente con la Wada e il pieno impegno del Paese e combattere il doping nello sport. ‘Non posso neppure immaginare una Olimpiade senza la Russia’, ha sottolineato.

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