Daspo a tutti!

Un anno fa, in una partita di calcio di serie B, Pescara-Livorno, si è verificata una tragedia immane: la morte di Piermario Morosini. Uno choc quella giornata per tutti, pianti, incredulità, sgomento. Come si possono non ricordare gli applausi della curva di quello che era stato il suo stadio, nel giorno del suo funerale quando la macchina funebre ha fatto in modo che il suo corpo senza vita, chiuso in una bara, ricevesse l’ultimo saluto prima di partire per il grande viaggio verso la vita eterna. Ebbene, nel turno di serie B che ci accingiamo a metterci alle spalle, in Livorno-Verona, partita di vertice del campionato, dalla curva dei tifosi scaligeri sono partiti cori volti ad infangare la memoria del compianto giocatore. Subito si è alzato forte il grido d’indignazione di tutti, bene ha fatto la società a prendere le distanze da quella frangia di propri sostenitori che ha raggiunto livelli di grettezza inimmaginabili. Tutto si pensava, ma tranne che si arrivasse a questo. Lo sdegno è unanime, anche il presidente della Lega di serie B, Andrea Abodi, si è dissociato da questo episodio che definire vergognoso è davvero poco. Lo sconcerto ha toccato un po’ tutti, come possono delle persone essere così insensibili, mostrare tanta meschinità, tanta povertà d’animo? Ora si è operativi nel cercare di individuare i colpevoli di questa vergogna, ed è bene infliggere loro il Daspo, sì, divieto di entrare negli stadi a vita. E se non si riesce ad individuare le singole persone, tutti coloro che erano nel settore devono subire la pena, perché bisogna subito zittire chi ha fatto partire quei cori. Quindi, è responsabile tutto il settore dei tifosi del Verona, non uno in più e non uno in meno, bensì tutti. Non si può permettere che succeda anche questo, si stanno raggiungendo livelli di abiezione sconcertanti, questo è abbrutimento allo stato puro, un’aberrazione senza precedenti. E no! Stavolta non si può far finta di niente, come se gli insulti fossero piovuti nei confronti di chi stava festeggiando il gol inflitto alla propria squadra del cuore, e neanche sarebbe carino. No, il bersaglio della tifoseria scaligera era un giocatore che a soli 25 anni è morto durante una partita di calcio, dinanzi a queste cose tutti dovremmo fermarci un attimo e riflettere. Qui, invece ci si è presi gioco di un caso terribile, una vicenda che ha commosso tutti è diventata così oggetto degli sbeffeggiamenti di un gruppo di vigliacchi. Grottesco. Ripugnante. Viene quasi la voglia di pensare che tutti noi ci siamo inventati questa cosa pur di non credere ad una vicenda troppo grave per non denunciarla. Ora, affinché si faccia giustizia e per non dare un altro dispiacere a chi ha voluto bene a Piermario, servono pene adeguate, esemplari, perché qui non si tratta di ironia o di goliardia, qui è stata derisa la memoria di un giovane (non è necessario sottolineare la sua professione) che tragicamente ha visto la sua vita spezzarsi senza neanche accorgersene. Qualsiasi rivalità, qualsiasi competizione deve passare in secondo piano dinanzi a tutto questo ma, a quanto pare e dispiace tantissimo constatarlo, c’è chi rivanga quei momenti terribili costruendovi sopra una di quelle vergogne che si fa fatica a pensare che possano appartenere a menti umane.

Maurizio Longhi 

 

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