Cosa succederà dopo la crisi di Governo: i giochi in Parlamento

Con la mozione di sfiducia presentata in Senato, e le nuove dichiarazioni di Matteo Salvini, che potrebbe avere la la maggioranza da solo e diventare il nuovo presidente del Consiglio, si aprono possibili scenari sul futuro del Paese. La crisi di Governo ha messo in moto i partiti. L’obiettivo del Carroccio è quello di andare alle urne entro ottobre. Forza Italia e Fratelli d’Italia potrebbero diventare i grandi esclusi dai giochi: non servirebbero più alla Lega per avere i numeri per un nuovo esecutivo.

Prima dello scioglimento delle Camere potrebbe esserci un tentativo di ribaltone. Nelle ultime ore, riporta l’ANSA, si sarebbero intensificati i contatti tra il Movimento 5 Stelle e la parte del Partito Democratico più propensa a un’alleanza giallorossa. Nicola Zingaretti e Matto Renzi, dopo l’appello all’unità, ufficialmente, continuano a dichiararsi contro un accordo con i pentastellati. Ma con deputati e senatori che corrono il rischio della non rielezione, si potrebbero prospettare nuove intese tra le forze del Parlamento.

Proprio il premier Giuseppe Conte, che ha espresso la volontà di portare in Aula la crisi di Governo, secondo l’ANSA potrebbe diventare il nuovo protagonista della politica italiana. I peones della XVIII legislatura potrebbero vedere in lui l’ultimo baluardo per non perdere la poltrona. Un’alternativa potrebbere essere invece un governo tecnico, che si rivelerebbe però un suicidio politico per tutti i partiti. I dem si sono detti pronti al voto, mentre Forza Italia starebbe ancora cercando l’alleanza con Matteo Salvini, similmente a quanto sarebbe nei piani di Giorgia Meloni.

L’accelerazione al voto, accelera anche i posizionamenti politici. Specie nel centrodestra. E lei, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, è oggi di certo la più soddisfatta della rottura del rapporto tra Lega e 5Stelle che porta dritta dritta alla crisi di governo e al ricorso alle urne. In fondo, lei a Salvini di staccare la spina al governo gialloverde l’ha sempre chiesto e, fosse stata lei nei panni del leader leghista “avrei aperto la crisi all’indomani delle elezioni europee, che avevano dimostrato come ci fosse un’altra maggioranza possibile” come dice al ‘Corriere della Sera’ in una breve intervista nell’edizione cartacea.

Dunque le urne oggi potrebbero favorire l’avvicinamento a cui lei stessa sta lavorando da tempo: “un governo fatto solo da FdI e Lega, un centrodestra rivisto e corretto senza Forza Italia, possibilmente dopo averla resa ininfluente”, come osserva ‘Il Messaggero’. Così al Corriere ripete, convinta, che “l’unica soluzione è il voto immediato, senza se e senza ma”. Tanto più che le elezioni Europee hanno dimostrato, “e lo confermano ancora di più tutti i sondaggi”, che “c’è un governo forte, coeso con numeri importanti che può uscir e da libere elezioni e stare in sella cinque anni, fare le riforme importanti e politicamente scorrette delle quali l’Italia ha bisogno”.

Dunque Giorgia Meloni dice che “il voto a ottobre va benissimo”, “siamo pronti a governare” con Matteo Salvini in quanto “l’alleanza Lega-FdI è pienamente compatibile e ampiamente autosufficiente”. Su quali punti? “Su immigrazione, economia (vogliamo una ricetta economica “trumpiana” che prevede choc fiscale e investimenti pubblici, difesa delle aziende e del prodotto italiani), sicurezza, famiglia, rapporto con l’Europa” spiega. “E anche se con ricette spesso diverse, la visione tra noi e il partito di Salvini è perfettamente compatibile” aggiunge poi.

Tuttavia la crisi c’è ma ancora non se ne intravede chiaramente l’esito e pertanto Giorgia Meloni è ancora prudente e non si nasconde “che con la scusa della manovra e della speculazione ora si inventino manfrine di palazzo” perché, aggiunge, “c’è purtroppo un Parlamento che pullula di persone che hanno paura di non essere rielette a causa delle oscillazioni dei partiti di riferimento” ed è pertanto “ragionevole ritenere che ci sarà un’ampia schiera di parlamentari disposti a sondare e percorrere strade diverse dal voto”.

In questi ultimi mesi, osserva Il Messaggero, “il partito di Giorgia Meloni è cresciuto in voti e sul territorio, riaggregando pezzi della destra doc e stringendo accordi elettorali anche grazie alla ‘campagna acquisti’ ai danni di Forza Italia”. E dopo il grande gelo con Salvini, all’indomani delle Europee in cui la leader di FdI avrebbe voluto che la Lega staccasse subito la spina al governo, i due leader sovranisti “hanno ricominciato a parlarsi” annota il quotidiano della Capitale.

 

 

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