Confcommercio, timidi segnali di svolta del credito alle imprese

ROMA. Nel secondo trimestre del 2015, si registra qualche segnale positivo tra le imprese del terziario, ma una su tre non chiede neppure un finanziamento di cui avrebbe bisogno per scarsa fiducia nella ripresa, o per timore di vedere respinta la propria richiesta. Sono questi i dati dell’Osservatorio credito Confcommercio ( OCC) sulle imprese del commercio, del turismo e dei servizi nel secondo trimestre del 2015, realizzato da Confcommercio – imprese per l’Italia in collaborazione con Format Research. In particolare, aumenta leggermente la percentuale di imprese che si recano in banca per chiedere credito ( 20,1 % rispetto al 19,6% del primo trimestre), con una quota di imprese effettivamente finanziate pari al 7,3% percentuale ancora esigua, sebbene sia la più alta registrata dalla metà del 2012. Ma la domanda inespressa, quella cioè delle imprese che avrebbero bisogno di finanziamenti ma non li chiedono, perché poco fiduciose nella ripresa, sfiora il 28%, che sale al 35% al Sud. Sono migliorati nel secondo trimestre 2015, i giudizi degli imprenditori del terziario circa i tassi di interesse, e tutte le altre condizioni alle quali il credito viene concesso alle imprese. Alla luce di tutto ciò, il costo dei sevizi bancari, si può giudicare nel complesso in miglioramento. E’ inflessione la cosiddetta area di irrigidimento ( imprese che il credito non lo hanno ottenuto e le imprese che lo hanno ottenuto in maniera inferiore al fabbisogno). Tale percentuale, nel secondo trimestre del 2015, è stata pari al 52,5% contro il 54,1% dei tre mesi precedenti.

Fabio D’Amora

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