‘Appunti di Giorgia’, su manovra, riforme e premierato

Manovra, riforme, Trattato con l’Albania. Il premier Meloni torna con i suoi “Appunti di Giorgia a comunicare agli italiani i passi avanti del governo e le ragioni dei provvedimenti dai suoi canali social. La manovra economica “è seria, realistica” e “non getta risorse dalla finestra”, esordisce, per poi soffermarsi sul tema delle riforme e sulla proposta del premierato che hanno tenuto banco in queste settimane.

Guarda dritto negli occhi gli italiani e chiede loro : “Che volete fare, volete contare e decidere o stare a guardare mentre i partiti decidono per voi? Questa è la domanda che faremo quando sarà necessario”, afferma la premier dicendo stop ai governi scelti sulla testa dei cittadini: “Questa riforma -ha attaccato- non serve a qualcuno, serve a tutti, indipendentemente da chi governa. E lo sanno anche quelli che per calcolo politico la stanno osteggiando senza però offrire argomenti seri. Perché la verità è che si sono talmente abituati a governare perdendo le elezioni che vogliono continuare a fare così anche in futuro”.

Sulla riforma costituzionale «cercheremo il consenso ampio in Parlamento, però se non sarà possibile saranno gli italiani a esprimersi». Confermando la volontà di tirare dritto sull’elezione diretta del premier, ricorrendo al referendum popolare qualora non dovesse esserci in Parlamento una maggioranza che raggiunga i due terzi. «In 75 anni di storia repubblicana- ha aggiunto-  noi abbiamo avuto 68 governi, con un orizzonte medio di un anno e mezzo e lo abbiamo pagato». Sono gli effetti della «instabilità politica». Poi va dritta al punto: «Nel caso di un referendum sulla riforma costituzionale sarete voi a dirci se volete o no mettere fine alla stagione dei giochi di palazzo: dei ribaltoni, delle maggioranze arcobaleno, dei governi tecnici e dei governi che durano al massimo un anno e mezzo e portare l’Italia nella Terza Repubblica». E poi: «Io confido che gli italiani non si faranno scappare questa occasione di realizzare la madre di tutte le riforme, quella da cui dipende anche la capacità di fare tutte le altre».

Negli “Appunti” Meloni affronta poi tre temi- chiave: la manovra, il suo mandato e l’ accordo con l’Albania sui migranti. La legge di Bilancio -afferma- «è seria e realistica, non getta le risorse dalla finestra». Per quanto riguarda la durata del suo mandato fa osservare: «Oggi siamo nella stanza nella quale sono riunite le foto di tutti i presidenti del consiglio dall’Unità d’Italia a oggi. C’è uno spazio vuoto dove comparirà anche la mia foto alla fine del mio mandato. Ma ci vuole tempo -avverte-  almeno 4 anni». Quindi il premier affronta il Trattato con Edi Rama, frutto di intemperanze da parte delle opposizioni. «Nessuno può parlare di deportazione», spiega. «È un accordo che secondo noi è storico anche perché può diventare un modello per altre nazioni, di collaborazione tra Paesi Ue e extra Ue. Chi non è d’accordo può dire quello che vuole. Ma penso che non si possa sostenere che intendiamo deportare qualcuno in una nazione candidata all’ingresso nell’Ue».

“Abbiamo stretto con l’Albania un accordo storico” che “ha fatto discutere”, “un accordo totalmente innovativo sulla gestione dei flussi migratori. Con questo accordo Italia e Albania collaborano su tre obiettivi fondamentali: contrastare il traffico di esseri umani; prevenire i flussi migratori irregolari; accogliere in Europa solo chi ha davvero diritto alla protezione internazionale”. Cosa prevede l’accordo? “In sostanza prevede che l’Albania dia all’Italia la possibilità di utilizzare alcune aree in territorio albanese per realizzare, sotto la giurisdizione italiana: due strutture dove gestire l’ingresso l’accoglienza temporanea, la trattazione delle domande d’asilo ed eventualmente il rimpatrio degli immigrati illegali”.

“In una prima struttura, che si trova nel porto di Shengjin, l’Italia ci occuperà delle procedure di sbarco e di identificazione e qui realizzerà un centro di prima accoglienza dove operare una prima attività di screening. Nell’area più interna di Gjader, invece, si realizzerà una seconda struttura sul modello dei Cpr per le successive procedure, rimpatrio compreso. La giurisdizione di questi centri sarà interamente italiana. Nei centri opererà personale italiano e le nostre forze di polizia, le nostre commissioni d’asilo, esattamente come accade nei centri presenti sul nostro territorio nazionale. Non ci sarà alcuna differenza, salvo che sono esclusi da questa possibilità donne e bambini”.

“E’ molto il lavoro che stiamo portando avanti. E continuiamo a farlo con determinazione, con umiltà, con coraggio e con lo sguardo sempre rivolto verso l’alto”. Così Meloni ha chiuso i suoi  ‘Appunti di Giorgia’.

‘Appunti di Giorgia’.

Con gli ‘Appunti’ Giorgia Meloni è già proiettata sul referendum relativo alla riforma costituzionale e  si rivolge  direttamente agli italiani, spiegando loro per quale motivo dovrebbero sostenere la misura elaborata dalla maggioranza.

L’eventuale referendum sul premierato non vedrà la luce prima di almeno un anno ma Meloni ha già avviato la sua campagna per sostenere la questione e convincere gli italiani a sostenere la volontà del Governo. “Voi cosa volete fare, volete contare e decidere o stare a guardare mentre i partiti decidono per voi? Questa è la domanda che faremo se sarà necessario e quando sarà necessario”. Lo ha detto il premier in uno dei suoi ultimi video degli “Appunti di Giorgia”, lanciando in questo modo la sua campagna e sfidando a muso doro le opposizioni, ancor prima che si apra il confronto in contesto politico e che l’esecutivo si metta in modo andando alla ricerca del consenso dei due terzi in Parlamento.

“Le difficoltà sono molte, ma non c’è davvero niente che possa buttarci giù soprattutto fin quando c’è il consenso degli italiani”. È questo il monito del premier a chi mette in dubbio la tenuta del suo Governo.

Tornando sulla riforma costituzionale, il premier ha ribadito che la molla del provvedimento elaborato dalla maggioranza sta proprio nel tentativo di dare stabilità ai Governi. A questo proposito, ha precisato che la riforma “non tocca i poteri del presidente della Repubblica” ma “evita i ribaltoni”.

Infine, il presidente del Consiglio ha ricordato che esiste una “sola endemica ragione” delle difficoltà storiche dell’Italia che va individuata nella “debolezza della politica”.

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