Allegri: “Mi fermo un anno per ricaricarmi”

Dopo la Juventus, ci sarà solo relax per dodici mesi. Massimiliano Allegri conferma la volontà di prendersi un anno sabbatico dopo il l’addio ai bianconeri. “Sto fermo un anno, anche perché c’è da riprendere un pò in mano la vita privata. Mi serve quest’anno per ricaricarmi per il prossimo”. Motivi personali dietro alla decisione dell’allenatore toscano: “Questi ultimi 16 sono stati anni in cui ero nella centrifuga. Lasci un po’ andare gli affetti familiari”.

“Non si può stare tutto l’anno a cento all’ora. Per avere dei picchi alti, devi fare ‘cazzeggio creativo’ con divertimenti e uscite con gli amici per poi acquisire la lucidità che ti serve per alzare la prestazione. Quando ho bisogno di staccare vado a casa, vado a Livorno, dagli amici. Poi torno fresco e do il massimo” ha spiegato Allegri.

Il suo nome era stato accostato a diverse panchine: dal Barcellona, che poi ha confermato Valverde, al Milan passando pure per il Chelsea, ancora in attesa di liberare Maurizio Sarri designato come suo successore sulla panchina della Juventus.
“Non sono quello di quando ho iniziato, le esperienze mi hanno aiutato. E poi ora c’è la pancia – ha raccontato Allegri -. I cinque anni alla Juve sono stati tutti diversi, devi essere lucido e prendere le decisioni giuste al momento giusto. Noi non alleniamo 25 giocatori ma 25 aziende, c’è chi guadagna un milione e chi 10: nell’ambiguità succede casino. Quest’anno ho fatto 38 formazioni diverse su 38 partite, ma i titolari sapevano di essere i titolari e lo stesso per le riserve”.

L’ex tecnico bianconero si sospende dal mercato, operazione che per alcuni allenatori è da vedere più come una azione di marketing finanziario che calcistico. Antonio Conte insegna. Ma la voglia e l’esigenza di allenare possono tornare da un momento all’altro: nel suo pensiero ci sono sempre e solo i top club. E chissà che a stagione inoltrata possa arrivare l’offerta della vita cui non si può dire no. Allegri, insomma, per tutta la stagione 2019/20 rimarrà un fantasma che aleggerà sulle panchine dei top club dell’Europa calcistica che conta.

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