I Pm di Napoli pronti ad indagare Berlusconi

Possibile svolta al Riesame di Napoli sulla vicenda legata al caso Tarantini-Lavitola. I pm Woodcock, Curcio e Piscitelli ai giudici della Libertà, nelle circa quattro ore di discussione, hanno chiesto non solo la conferma dell’ordinanza per estorsione ma anche una riqualificazione del reato con riferimento all’articolo 377 bis del codice penale, ossia ‘induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria’. Questo reato punisce ‘chiunque con violenza o minaccia, o con offerta o promessa di denaro o di altra utilità, induce a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci la persona chiamata a rendere davanti alla autorità giudiziaria dichiarazioni utilizzabili in un procedimento penale, quando questa ha la facoltà di non rispondere’. Insomma i pm di Napoli potrebbero accusare il presidente del consiglio Silvio Berlusconi di aver indotto Tarantini a mentire. E questo porterebbe il premier da parte lese ad essere indagato. Se i giudici dovessero condividere la nuova qualificazione del reato oggetto dell’inchiesta, potrebbero essere rimessi in discussione i ruoli dei protagonisti di questa vicenda. E si riaprirebbe anche la questione della competenza territoriale del fascicolo che potrebbe tornare a Napoli o andare alla Procura di Bari.

 

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