La filosofia del governo del cambiamento è stata archiviata

Il Presidente del Consiglio, Conte, e il Ministro dell’Economia, Tria, hanno ricondotto sulla strada dell’equilibrio istituzionale i Dioscuri, Salvini e Di Maio, evitando così che i Commissari europei avviassero nei confronti dell’Italia la procedura d’infrazione, che avrebbe relegato il Paese in un angolo fino al 2024. Il risultato ottenuto, va ascritto all’abilità e al senso delle istituzioni messi in campo dai due professori(Premier e Ministro dell’Economia). Quindi scongiurato l’aumento dell’Iva e la procedura d’infrazione occorre por mano ad una grande manovra strutturale che non può non dipendere, anche, dalla crescita, che ad oggi è vicina allo zero. Per mesi con abile propaganda, Cinque Stelle e Lega hanno gridato ai quattro venti che la manovra correttiva non occorreva. E poi si è fatto come è avvenuto nel passato, facendo leva sulle entrate e sul prelievo fiscale, per non parlare dei tagli operati sul trasporto pubblico. Allora, addio filosofia del cambiamento! Archiviamola! La grande sceneggiata messa sul palcoscenico dai sovranisti italiani, è stata un flop. Non si rendono conto che le grida contro la matrigna Europa, non serviranno a slegargli le mani, dalla corda dell’immenso debito pubblico che ha l’Italia. Certamente Salvini sa bene che la sua flat tax la dovrà realizzare tagliando le spese e non in deficit. Quando dice il contrario, sa di mentire a se stesso e agli italiani. E mente insieme a Di Maio quando inneggia al calo dello Spreed, logica conseguenza di una politica economica espansiva da parte della BCE, annunciata da Mario Draghi, prima di lasciare il suo incarico di Presidente e che sarà continuata anche dal suo successore Christine Lagarde. Ma questa congiuntura favorevole non deve aprire di nuovo la porta a propagande demagogiche, che non porteranno da nessuna parte se non al disastro economico, politico e sociale. Qualcuno potrà chiedersi , legittimamente, “Non ci resta che piangere?” Non sarà così se i tagli saranno operati con equilibrio e saggezza politica e con sguardo rivolto al bene del Paese, rifuggendo dalla propaganda e dalle false promesse come è stato fino ad oggi, il tutto per conquistarsi per un attimo il consenso degli elettori. Non illudiamo la gente dandogli un posticino di lavoro, apparentemente stabile e poi gli tagliamo e/o riduciamo i servizi essenziali: sanità, scuola, trasporti e assistenza ai meno fortunati. Questo sarebbe l’anticamera per una debacle completa per il nostro Bel Paese e per gli italiani. Il costo delle chiacchiere profuse in piena libertà, comportano un costo impossibile a pagarsi.

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