Carlo Messina, direttore generale di Intesa San Paolo, durante l'Assemblea di Confindustria a Roma, 24 maggio 2017. ANSA / LUIGI MISTRULLI

Banche venete, ok al decreto per il salvataggio

Intesa  San Paolo vola in Borsa, dopo l’operazione del week end di acquisizione di alcune attività di Popolare Vicenza e Veneto Banca.

Il contratto di cessione a Intesa San Paolo di alcune attività di Popolare Vicenza e Veneto Banca include una clausola risolutiva, che prevede l’inefficacia del contratto e la retrocessione alle banche in liquidazione coatta amministrativa del perimetro oggetto di acquisizione, in particolare nel caso in cui il Decreto Legge non fosse convertito in legge, ovvero fosse convertito con modifiche e/o integrazioni tali da rendere più onerosa per Intesa Sanpaolo l’operazione, e non fosse pienamente in vigore entro i termini di legge: ‘E’ quanto si legge in un comunicato di Intesa SanPaolo in merito al via libera del consiglio dei ministri al decreto per il salvataggio delle banche venete. Dallo Stato arrivano 5,2 miliardi subito per salvare gli istituti e garantire l’apertura degli sportelli. Scongiurato, dunque, il caos che si sarebbe creato, come ha detto il presidente del consiglio, Paolo Gentiloni, con un fallimento disordinato’.

I commissari nominati dalla Banca d’Italia sono:  per entrambi gli istituti di credito  l’ex amministratore delegato di Popolare Vicenza, Fabrizio Viola.Per Popolare Vincenza i commissari sono: Claudio Ferrario, Giustino Di Cecco e Fabrizio Viola. Per Veneto Banca sono: Alessandro Leproux, Giuliana Scognamiglio .

Il  decreto legge, approvato in una riunione lampo del consiglio dei ministri, crea la cornice normativa per la ‘liquidazione ordinata’ (liquidazione coatta amministrativa) di Veneto Banca e Popolare Vicenza, con il conseguente passaggio della parte sana delle due venete a Intesa Sanpaolo.

‘L’intervento di Intesa Sanpaolo permette di evitare i gravi riflessi sociali che sarebbero altrimenti derivati dalla procedura di liquidazione coatta amministrativa delle due banche, salvaguardando l’occupazione, i risparmi di 2 milioni di famiglie e l’attività di circa 200 mila imprese finanziate’, si legge in un comunicato di Intesa SanPaolo dopo la firma del contratto di acquisto, al prezzo simbolico di un euro, di certe attività e passività e certi rapporti giuridici di Pop.Vicenza eVeneto banca.

L’intervento sulle due Banche Venete assicura la tutela di tutti i risparmiatori e dei creditori senior e che sono previste inoltre misure di ristoro per titolari di strumenti finanziari subordinati retail. E’ quanto scrive la Banca d’Italia in una nota ricordando che i clienti non subiscono alcuna conseguenza da questo passaggio: gli uffici e gli sportelli delle Banche saranno regolarmente aperti e pienamente funzionanti; tutte le operazioni bancarie potranno essere effettuate senza variazioni, ma sotto la responsabilità di Intesa Sanpaolo.

 Il governo con il decreto mobilizza risorse fino a 17 miliardi, ha detto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, spiegando che le risorse aggiuntive servono per la copertura del rischio di una retrocessione di crediti che non risultino in bonis al termine della due diligence, per un ammontare massimo 6 miliardi e 300 milioni. L’altra voce è una garanzia fino a 4 miliardi per crediti attualmente in bonis ma ad alto rischio. Il ministro ha spiegato, comunque, che l’esborso effettivo dello Stato per le banche venete sarà di circa 5 miliardi: cifre che non impattano sull’indebitamento.

Padoan ha tenuto a precisare che il salvataggio avviene nel pieno rispetto delle regole Ue, sfruttando nel migliore modo possibile tutti i margini” consentiti al loro interno. Respinte le critiche che vogliono il governo troppo debole con le istituzioni europee perché ne ha subito le regole o troppo indisciplinato perché non le ha seguite. Il governo ha utilizzato le regole rispettandole appieno.

La Commissione Ue – afferma un comunicato – ha approvato le misure italiane per facilitare la liquidazione di BPVI e Veneto Banca in base alle norme sull’insolvenza. Queste comprendono la vendita di alcune attività che saranno integrate ad Intesa Sanpaolo. I depositi restano pienamente protetti. I detentori di debito senior non dovranno contribuire al burden sharing.

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