Il luogo dell’incontro, tra il premier e Calenda, è stata  la storica Sala Verde di Palazzo Chigi, quella, per intenderci, in cui il padrone di casa pro tempore incontra le parti sociali e i sindacati.

Meloni per dare spessore all’incontro si è presentata alla delegazione del Terzo Polo in pompa magna, schierando il ministro e il suo vice all’Economia Giancarlo Giorgetti e Maurizio Leo, il responsabile dell’industria Adolfo Urso, i sottosegretari alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari e Alfredo Mantovano.

I punti di convergenza non mancano e il dialogo tra maggioranza e Terzo Polo sembra ufficialmente iniziato.  Carlo Calenda,  a margine dell’incontro con il Premier Giorgia Meloni sulla manovra, è stato chiaro: ‘È stato un incontro molto positivo, siamo entrati nel merito del provvedimento e abbiamo scorso le nostre proposte: ci sono cose su cui noi assolutamente non siamo d’accordo, ma abbiamo discusso di un’estensione di impresa 4.0, un tetto al costo del gas al posto dei crediti di imposta, nel dettaglio abbiamo parlato di un aumento degli stipendi dei sanitari, abbiamo detto che va ripristinata Italia sicura, abbiamo fatto un’analisi della situazione del Pnrr, e chiesto di riproporre il Reddito di cittadinanza come Rei. Se noi facessimo per una volta nella vita una roba normale, se i partiti di governo, leggi Forza Italia, invece di sabotare Meloni, contribuissero a fare la manovra, e l’opposizione invece di andare in piazza presentasse provvedimenti migliorativi, forse sarebbe un Paese normale. Invece continuiamo a essere un Paese machiavellico di cui non ci capisce niente’.

Concetto che Calenda ha ribadito  nell’intervista rilasciata a La Stampa nella quale spiega che la premier esercita su di lui un certo fascino. Salvo poi smarcarsi perchè la manovra è comunque nata nel segno di Matteo Salvini e della Lega. Ma la sua resta una posizione sibillina: “Sento il fascino della storia di Giorgia Meloni. È quella che lei ha raccontato più volte: una donna che nasce in una famiglia non privilegiata, con una vita difficile e che ce la fa da sola. Questo mi predispone positivamente dal punto di vista della chimica. Dopodiché, abbiamo pensieri diametralmente opposti, ma sono in grado di fare questo apprezzamento rimanendo radicato nelle mie convinzioni”.

Il governo apre  a Calenda dopo l’incontro con la premier Meloni. Valuterà ‘ogni proposta’ del Terzo Polo su famiglia e imprese, fa sapere Palazzo Chigi. Aiutare le imprese ad affrontare la trasformazione digitale e rafforzare il pacchetto famiglia, in particolare il capitolo del congedo parentale. Il governo, in pratica,  è pronto ad esaminare nel dettaglio tutte le proposte avanzate da Carlo Calenda durante l’incontro con la premier Giorgia Meloni.

Ed, in particolare, su alcune si registra già una potenziale disponibilità. L’apertura arriva all’indomani del faccia a faccia tra la presidente del Consiglio e il leader di Azione, creando qualche malumore nella maggioranza. In primis dentro Forza Italia, dove i sospetti che il Terzo polo possa trasformarsi in una stampella per l’esecutivo in chiave anti-azzurri sono ancora vivissimi. Silvio Berlusconi, forse non a caso, torna a farsi sentire e ad avanzare precise richieste: “Chiederemo alla maggioranza un impegno ulteriore sulla detassazione dei nuovi assunti” e “per aumentare le pensioni più basse, gravemente erose dall’inflazione”. Forza Italia, garantisce il Cav, “darà un contributo concreto e qualificato alla scrittura di un testo che affronti l’emergenza più grave, quella del caro energia, ma che deve cominciare a disegnare l’Italia del futuro”. Parallelamente, la ministra azzurra Anna Maria Bernini risponde a tono alla accuse del leader di Azione di sabotare Meloni: “Noi l’abbiamo votata la manovra, non solo non la stiamo sabotando, ma ci piace molto”. Forza Italia è “numericamente insostituibile”, rimarcano fonti del partito e il Terzo Polo “sta solo cercando un modo per uscire dall’angolo. Se poi vorrà votare la manovra ben venga…”. Calenda un alleato di governo? “Faremo aprire un cantiere anche a lui”, ironizza tagliente il leader della Lega Matteo Salvini.

Scintille anche nell’opposizione. Per i 5 stelle il modo di fare di Calenda è già di chi “è già organico alla maggioranza”. Accuse respinte al mittente dal diretto interessato: “Quante dietrologie su un fatto così normale: l’opposizione che propone alternative sulla legge di bilancio. Abbiamo dimenticato come si lavora in democrazia”. Un approccio che trova riscontri positivi nella compagine parlamentare di FdI: “Ritengo che le idee si debbano ascoltare, vediamo – commenta il deputato Walter Rizzetto -. Al netto, chiaramente, delle risorse da valutare”. Il Pd, intanto, lavora alla sua contromanovra. E Letta, al Nazareno, inaugura delle vere e proprie consultazioni parallele: prima con le associazioni di commercianti e artigiani, poi con Confindustria e sindacati. “È solo un decreto che serve a far passare i prossimi tre mesi – punta il dito il leader dem -. Non c’è alcuna dimensione di programmazione annuale. Questo orizzonte a breve termine è desolante”. Inoltre, “taglia su servizi e sanità, fa ancora e sempre cassa sui poveri. Si chiama iniquità e ingiustizia sociale”. Tra le sue proposte spiccano: il salario minimo, il taglio strutturale del cuneo fiscale, la proroga di Opzione donna e Ape Sociale, la riforma del reddito di cittadinanza e l’introduzione del reddito alimentare. Ancora: il tetto nazionale al prezzo dell’elettricità (100 euro MWh), l’introduzione del ‘contratto luce sociale’ per abbattere le bollette di famiglie e imprese e potenziamento della tassa sugli extraprofitti. Se l’approccio di Palazzo Chigi rimane aperto anche alle altre forze di minoranza, è stato certamente apprezzato l’approccio del Terzo Polo, che – nell’avanzare le sue richieste – avrebbe ricercato possibili punti di contatto con l’esecutivo

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“Trovo surreali le critiche che vengono mosse al Terzo Polo perché Calenda ha presentato alla Presidente Meloni delle proposte alternative e degli emendamenti. Per noi fare l’opposizione significa avanzare proposte alternative credibili: è vero che quando Meloni era all’opposizione non si comportava così e anzi ci attaccava in modo superficiale e qualunquista, ma il fatto che lei sbagliasse oggi non rileva: noi abbiamo a cuore le Istituzioni e facciamo tutto quello che serve per renderle più civili”,  scrive sulla sua enews facendo riferimento all’incontro  a Palazzo Chigi sulla manovra, il leader di Iv, Matteo Renzi.

Calenda si lancia, come detto,  in un attacco affatto celato a Forza Italia: “L’incontro un’operazione mediatica? Allora bastava una chiacchierata. Penso piuttosto che Forza Italia abbia un problema. Vuole sabotare il governo di cui fa parte. Non lo trovo lodevole come intento”, dice Calenda che ribadisce comunque che non c’è nessuna intenzione di entrare a far parte del Governo.

Quel che è certo è che le sue dichiarazioni non sono piaciute in casa FI. Nata sotto una cattiva stella – vedi le tensioni post voto tra Berlusconi e Meloni – l’intesa tra Premier e Cavaliere potrebbe vacillare e chissà quali scenari potrebbero aprirsi nel caso in cui Forza Italia decidesse di sfilarsi dalla maggioranza.

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