epa05912816 Turkish President Recep Tayyip Erdogan greets his supporters during a rally after referendum victory, at the Presidential Palace in Ankara, Turkey, 17 April 2017. Media reports Turkish President Erdogan won a narrow lead of the 'Yes' vote in unofficial results, 17 April 2017. The proposed reform, passed by Turkish parliament on 21 January, would change the country's parliamentarian system of governance into a presidential one, which the opposition denounced as giving more power to Turkish President Erdogan. EPA/TUMAY BERKIN

Turchia: ‘Trump si congratula con Erdogan per il referendum’

Come è noto c’è stata una vittoria sul filo di lana per Recep Tayyip Erdogan nel referendum costituzionale sul presidenzialismo in Turchia. Stando agli ultimi risultati diffusi dall’agenzia di stampa Anadolu, la riforma è passata con il 51,37% dei ‘sì’ contro il 48,63% dei ‘no’ con il 99,82% delle schede scrutinate. Entro 12 giorni verranno diffusi i risultati definitivi.

Per il leader turco si tratta di un successo di particolare importanza, dal momento che le modifiche alla Costituzione comporteranno un notevole svuotamento dei poteri dell’assemblea legislativa, a favore del governo e in particolare del presidente, che assume le funzioni di primo ministro. Forti polemiche sull’esito del voto. I due principali partiti d’opposizione hanno infatti denunciato senza mezzi termini ‘brogli’ e ‘manipolazioni’ del voto.

  Per l’Osce il referendum non ha rispettato gli standard internazionali sul processo di voto. E’ quanto si legge in una nota dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), nella quale si sottolinea che la consultazione si è svolta in un clima politico in cui le essenziali libertà fondamentali per un processo sinceramente democratico sono state ridotte dallo stato d’emergenza e le due parti non hanno avuto le stesse opportunità di presentare le loro ragioni agli elettori.

La nostra missione di monitoraggio,  ha sottolineato in una nota Tana de Zulueta, capo degli osservatori del voto in Turchia, ha dimostrato che la campagna per il ‘sì’ ha dominato la copertura dei media e questo, insieme alle restrizioni dei media, all’arresto dei giornalisti e alla chiusura dei giornali, ha ridotto l’accesso degli elettori alla pluralità di punti di vista”.

Secondo quanto denuncia l’Osce, il referendum si è svolto in condizioni di disparità, con le due parti che nella campagna non hanno avuto le stesse opportunità, mentre agli elettori non state fornite informazioni imparziali sugli aspetti fondamentali della riforma e le limitazioni sulle libertà fondamentali hanno avuto un effetto negativo.

Ancora, l’Osce sostiene che il referendum si è svolto in modo efficiente ed ordinato in un numero limitato di seggi visitato dagli osservatori internazionali, ai quali, in alcuni casi, è stato negato l’accesso durante l’apertura o la chiusura.

Ma per il ministero degli Esteri turco sostenere che il referendum costituzionale non ha risposto agli standard internazionali è ‘inaccettabile’. Le valutazioni iniziali in questione sono il riflesso di un approccio prevenuto e preconcetto, afferma il ministero di Ankara in una nota.

‘Questo Paese ha condotto la più democratica delle elezioni, qualcosa che nessun Paese in occidente ha mai sperimentato’,  ha detto Erdogan, davanti alla folla festante fuori dal Palazzo presidenziale ad Ankara, rivendicando così la correttezza del voto nel referendum e respingendo le accuse dell’Osce.

State al vostro posto,  ha poi intimato il presidente turco agli osservatori dell’Osce :  ‘Non vedremo, né sentiremo i rapporti politicamente motivati che redigerete. Continueremo lungo la nostra strada’.

Per gli osservatori internazionali dell’Osce/Odihr, come dicevamo,  il voto non è stato all’altezza degli standard del Consiglio d’Europa e il contesto legale è stato inadeguato allo svolgimento di un processo genuinamente democratico. Parole che danno forza alle denunce dell’opposizione, che annuncia una valanga di ricorsi alla Commissione elettorale suprema e chiede l’annullamento del referendum. Nel mirino c’è soprattutto la decisione di conteggiare come valide anche le schede senza timbro ufficiale, che secondo il fronte del ‘no’ sarebbero più di un milione. Diverse centinaia di persone sono scese in piazze nelle grandi metropoli turche per tornare a contestare il voto. Arringando la folla che lo accoglie all’arrivo nella capitale Ankara, il ‘Sultano’ ha rilanciato toni di fuoco contro l’Europa accusata di aver lasciato la Turchia alla porta per 54 anni. Ai suoi, Erdogan ha detto di aver combattuto contro le nazioni potenti del mondo, che lo hanno attaccato con una mentalità da crociati. Pertanto, il voto che ha reso Erdogan ‘super-presidente’ allontana ancora la Turchia dall’Europa.

Se la Commissione elettorale suprema turca (Ysk) non annullerà le contestate schede senza timbro, votate nel referendum di ieri sul presidenzialismo, l’opposizione è pronta a ricorrere alla Corte europea dei diritti umani. Lo ha annunciato il partito filo-curdo Hdp.

La Germania ha chiesto alla Turchia di impegnarsi in un dialogo rispettoso di tutte le parti politiche e civili dopo che i risultati del referendum hanno mostrato quanto profondamente la società turca sia divisa. In una nota congiunta la cancelliera Angela Merkel e il ministro degli Esteri Sigmar Gabriel dichiarano che la Germania rispetta la volontà del popolo turco ma sottolineano anche che il presidente Recep Tayyip Erdogan ha ‘una grande responsabilità’.

Dopo il referendum sul presidenzialismo, il ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz, ha chiesto di interrompere le trattative per l’ingresso di Ankara nella Ue. ‘La Turchia non può essere un membro’, ha detto Kurz all’agenzia Apa. Bisogna porre fine alla ‘finzione’ dell’adesione, ha aggiunto, sollecitando piuttosto un accordo di vicinato. Il voto è stato anche un chiaro segnale contro la Ue, al quale l’Europa deve rispondere a sua volta con una chiara reazione: ‘Occorre finalmente sincerità sui rapporti tra la Ue e la Turchia. Il tempo dei tatticismi deve finire’.

Donald Trump ha parlato  con   Erdogan congratulandosi per la sua vittoria nel referendum e discutere la risposta americana all’uso di armi chimiche da parte di Assad. Il tycoon ha ringraziato Erdogan per il sostegno all’azione Usa e i due leader hanno ‘concordato sull’importanza di ritenere responsabile Assad. I due presidenti hanno discusso anche la campagna anti Isis e la necessita’ di cooperare contro tutti i gruppi che usano il terrorismo per raggiungere i loro fini.

Cocis

 

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