A demonstrator throws rocks during clashes with the Bolivarian National Guard in Urena, Venezuela, near the border with Colombia, Saturday, Feb. 23, 2019. Venezuela's National Guard fired tear gas on residents clearing a barricaded border bridge between Venezuela and Colombia on Saturday, heightening tensions over blocked humanitarian aid that opposition leader Juan Guaido has vowed to bring into the country over objections from President Nicolas Maduro. (ANSA/AP Photo/Rodrigo Abd) [CopyrightNotice: Copyright 2019 The Associated Press. All rights reserved]

Venezuela: 25 morti a frontiera Brasile in 48 ore

 In due giorni di repressione, da sabato scorso, le forze di sicurezza e gli irregolari chavisti hanno ucciso 25 persone e ne hanno ferite almeno 84 a Gran Sabana, alla frontiera venezuelana con il Brasile. Lo ha denunciato il sindaco della località, Emilio Gonzalez, che si è rifugiato in Brasile, attraversando il confine clandestinamente.

   Domenica il leader dell’opposizione venezuelana Juan Guaidò ha detto che chiederà alla comunità internazionale di mantenere “tutte le opzioni aperte” nella lotta per cacciare il presidente Nicolas Maduro. L’appello di Guaidò è giunto dopo una turbolenta giornata in cui una campagna di aiuti umanitari sostenuta dagli Stati Uniti da inviare in Venezuela ha incontrato una forte resistenza da parte delle forze di sicurezza, che hanno sparato lacrimogeni sui manifestanti lasciando almeno due morti e circa 300 feriti.

    Sabato sera il leader dell’opposizione proclamatosi presidente ad interim ha twittato: “Gli eventi di oggi mi hanno obbligato a prendere una decisione: proporre in modo formale alla comunità internazionale di mantenere tutte le opzioni disponibili per liberare questo Paese, che lotta e continuerà a lottare”.

    Guaido’ ha detto che incontrerà oggi il vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence, nel vertice d’emergenza dei ministri degli Esteri del gruppo di Lima sulla crisi del Venezuela nella capitale colombiana Bogotà.

A Caracas, nel frattempo, decina di migliaia di manifestanti oppositori hanno circondato la base aerea militare di La Carlota, per esigere alle Forze Armate che permettano l’ingresso degli aiuti umanitari nel territorio venezuelano, mentre dall’altra parte della città Nicolas Maduro ha parlato durante un meeting chavista, esibendosi anche in un ballo con la moglie, Cilia Flores. “Sono pronto a continuare a governare adesso e per molti anni ancora”, ha proclamato condannando di nuovo il “golpe imperialista” travestito da “finti aiuti umanitari”. E ha annunciato la rottura dei rapporti diplomatici con la Colombia, a causa della politica di Duque, che ha definito “un diavolo” che “odia il popolo venezuelano”, e che sta dando rifugio in queste ore proprio al nemico Guaidò.

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