A child is being examined for malnutrition in the village of Nabiedouo, in the northeast of Côte d'Ivoire. In Côte d'Ivoire, the agriculture is rich and nutritious food available yet, 6% of children suffer from acute malnutrition requiring immediate medical intervention to survive and more than one in five children suffer from stunting. It is one in three children in the North of the country. The first 1,000 days from the start of a womans pregnancy to a childs second birthday offer an extraordinary window of opportunity for preventing undernutrition and its consequences. UNICEF targets its actions to this critical period, using widely accepted and evidence-based interventions, including support for breastfeeding, appropriate complementary foods for infants over 6 months, and micronutrient supplementation for women and children to address deficiencies. These investments in nutrition particularly in the earliest years of life can yield dramatic results for children, their families, and communities. ANSA/UNICEF ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING

Unicef: un bambino su 4 in guerra o calamità, 59 milioni a rischio

Mai l’infanzia era stata così massicciamente colpita da guerre e da disastri naturali: l’Unicef stima che nel 2020 saranno 59 milioni i bambini, di 64 Paesi, ad avere bisogno di aiuto e lancia la raccolta di fondi più grande di sempre. Obiettivo: arrivare a 4,2 miliardi di dollari, oltre il triplo di quanto richiesto ai propri donatori nel 2010.

“Un numero storico di bambini costretti a lasciare le proprie case necessita urgentemente di protezione e supporto – ha dichiarato Henrietta Fore, Direttore generale dell’UNICEF. – I conflitti restano le cause principali, oltre a fame, malattie infettive ed eventi meteorologici estremi legati al cambiamento climatico, che costringono altri milioni di persone a cercare aiuti salvavita”. La situazione più critica riguarda i rifugiati siriani e le comunità ospitanti in Egitto, Giordania, Libano, Iraq e Turchia. per i quali l’Unicef stima necessari aiuti per 864,1 milioni di dollari. Segue lo Yemen (535 milioni di dollari), la Siria (294,8 milioni di dollari), la Repubblica Democratica del Congo (262,7 milioni di dollari) e il Sud Sudan (180,5 milioni di dollari).

Con il denaro che spera di raccogliere, l’UNICEF intende curare da malnutrizione acuta grave 5,1 milioni di bambini, vaccinare contro il morbillo 8,5 milioni di bambini e fornire accesso ad acqua potabile, per uso domestico e per l’igiene personale a 28,4 milioni di persone. Inoltre, potrebbe assicurare l’ accesso a servizi per la salute mentale e psicosociale a 4,5 milioni di bambini e alle persone che se ne prendono cura, e per far fronte alla violenza di genere per 1,4 milioni di bambini e donne.

Tra le urgenze, c’è anche quella educativa: nel programma dell’UNICEF c’è l’intento di fornire accesso all’istruzione per 10,2 milioni di bambini, anche quelli più piccoli. Vorrebbe infine raggiungere e garantire la partecipazione alle rispettive società di 49 milioni di bambini e adulti a rischio.

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