Raffaele Fitto in una recente immagine d'archivio. ANSA/ANGELO CARCONI

Tangenti, Fitto assolto da accusa di corruzione

La Corte di Appello di Bari ha assolto l’ex ministro Raffaele Fitto dal reato di corruzione “perché il fatto non sussiste” nel processo di secondo grado La Fiorita. L’accusa riguardava una presunta tangente da 500mila euro pagata dall’imprenditore romano Gianpaolo Angelucci sotto forma di finanziamento ai partiti. I giudici hanno assolto anche l’imprenditore Angelucci, che fu arrestato durante le indagini per la corruzione che oggi viene dichiarata insussistente. Per l’ex ministro Fitto,  che all’epoca dei fatti era presidente della Regione Puglia,  è stata anche confermata l’assoluzione per un abuso d’ufficio, mentre sono stati dichiarati prescritti gli altri reati che gli venivano contestati, fra i quali l’illecito finanziamento e altri due episodi di abuso d’ufficio. In primo grado, nel febbraio 2013, il Tribunale di Bari aveva condannato Fitto a 4 anni di reclusione, riconoscendolo colpevole dei reati di corruzione, illecito finanziamento ai partiti e un episodio di abuso d’ufficio e lo aveva assolto dai reati di peculato e da un altro abuso d’ufficio. Angelucci era stato condannato a 3 anni e sei mesi per corruzione e illecito finanziamento. Al centro del processo c’è l’appalto da 198 milioni di euro per la gestione di 11 Residenze sanitarie assistite, vinto dalla società dell’imprenditore romano e la presunta tangente da 500mila euro data da Angelucci al movimento di Fitto ‘La Puglia Prima di Tutto’. Denaro che era stato sequestrato dopo la condanna di primo grado e che ora dovrà essere restituito al movimento. Revocate anche le confische per 6 milioni di euro nei confronti delle società di Angelucci.

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