Recovery Plan, che fine fa il Superbonus 110%: ‘Il ministro Franco si impegnerà per l’inserimento della proroga del superbonus nel 2023’

Altro slittamento del Consiglio dei Ministri con all’ordine del giorno il Piano nazionale ripresa e resilienza. Il summit avrebbe dovuto tenersi venerdì 23 aprile, poi è stato procrastinato alla mattinata del 24. Ma anche stavolta non c’è stata la riunione.

Sull’orario della nuova convocazione per l’esame preliminare del testo in vista della presentazione alle Camere della prossima settimana non è però stato comunicato alcunché. Draghi si è scusato per il ritardo del Cdm, che era convocato alle 10 ed è stato riconvocato alle 21.30. C’è il via libera della Commissione europea sul Piano nazionale di ripresa e resilienza: ‘Green light’,   ha detto il premier Mario Draghi aprendo il Consiglio dei ministri sul Pnrr.

Dietro al ritardo si celano le frizioni tra la maggioranza. In particolare la partita sul Superbonus che sarebbe finanziato solo fino al 2022 e di cui invece M5S e Fi vogliono una proroga fino al 2023 (la posizione è condivisa anche dal Pd). Nel frattempo, proseguono le interlocuzioni per le questioni ‘tecniche’ con Bruxelles, dove il testo dovrà approdare entro il 30 aprile.

Il ministro dell’Economia Daniele Franco ha poi ribadito che c’è un sostanziale via libera al testo, prima di illustrare al Consiglio dei ministri il testo del Pnrr. ‘Ci sono questioni molto marginali su cui la discussione continua’, ha aggiunto Draghi aprendo il Consiglio dei ministri sul Recovery plan.

E’ stato in particolare il colloquio del premier Mario Draghi con Ursula Von Der Leyen a ‘sbloccare l’impasse’ nelle interlocuzioni con la Commissione europea che aveva portato allo slittamento del Consiglio dei ministri.  Il premier ha garantito l’impegno dell’Italia sulle riforme: ci sarà il cambio di passo necessario per garantire il rilancio e la crescita del Paese.

Dalle indiscrezioni che circolano sul PNRR, sembra che da parte del Governo Draghi non ci sarebbe più la volontà di prorogare la misura del Superbonus 110% fino a dicembre 2023. Tale notizia ha suscitato immediatamente una decisa levata di scudi, tanto che anche il presidente nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, prende posizione ‘perché non prorogarlo è un gravissimo errore, poiché danneggerà il settore edile, volano dell’economia italiana e da sempre importante e grande fonte di occupazione’.

Il presidente Finocchiaro sostiene che ‘il Governo Draghi continua a seminare delusioni fra gli operatori economici, fra gli imprenditori e fra i cittadini. Eppure fino a oggi il Superbonus 110% sta dimostrando una notevole efficacia. Invece,  il premier Draghi, d’accordo con il ministro Franco, anziché prorogarlo che fa? Vuole tagliare il Superbonus 110% che, peraltro partito in ritardo viste le complessità amministrative, rappresenta una vera e propria leva di sviluppo per il rilancio dell’economia e per l’innovazione green del nostro Paese. Se accade ciò  sarebbe solo un’ulteriore vergogna per la quale Confedercontribuenti chiamerà e senza indugio alla mobilitazione tutti si soggetti interessati da una delle misure più innovative che esistono in Europa! Per non parlare che tale decisione dimostra palesemente come Draghi agisca alla pari di un banchiere senza scrupoli e come il ministro Franco agisca alla pari di un burocrate non all’altezza del ruolo che riveste. Adesso iniziano a stancare! Ogni giorno un’oscena manovra viene condotta contro le imprese e gli italiani. La Confedercontribuenti chiede perciò che essi prendano la decisione di non tergiversare più sulla volontà di prorogare la misura del Superbonus 110% fino a dicembre 2023.

Sulla questione ‘proroga Superbonus’ è intervenuto, tramite un post Facebook, anche l’ex premier Giuseppe Conte.

La transizione ecologica è una priorità sia per me che per il Movimento 5 Stelle – ha esordito Conte -. È un’occasione imperdibile per il nostro Paese e non può essere rimandata per difetto di lungimiranza o carenza di volontà politica. In quest’ottica, il Superbonus 110% è una misura fondamentale per consentire non solo di salvaguardare il nostro Pianeta e abbattere in modo significativo le emissioni, ma anche per permettere a milioni di famiglie di risparmiare sui costi dell’energia e di rendere più sicure le proprie case sul piano antisismico. Non solo, con il Superbonus si sta investendo su un patrimonio immobiliare vetusto, si stanno creando migliaia di posti di lavoro con cantieri diffusi su tutto il territorio. Ad oggi, nonostante le difficoltà create dalla pandemia, sono stati avviati già oltre 10.000 cantieri in tutta Italia per un valore superiore al miliardo di euro. La presenza del Superbonus nel Piano nazionale di ripresa e resilienza prosegue l’ex premier – è quindi essenziale. Non possiamo permetterci di creare incertezza sul futuro di questa misura: si bloccherebbero i cantieri e le aspettative di milioni di famiglie e di migliaia di imprese e professionisti resterebbero inspiegabilmente disattese. Il Parlamento – prosegue Conte – si è espresso in modo chiaro e compatto sulla necessità di prorogare il Superbonus almeno fino al 2023 a tutti i soggetti e a tutte le tipologie di edifici. Tutte le categorie produttive lo ritengono fondamentale per risollevare il settore dell’edilizia e dare certezza agli investimenti. Questo Governo ha abbracciato la svolta della transizione ecologica e per questo bisogna essere conseguenti. La misura del Superbonus va prorogata fino al 2023 e, anzi, è necessario intervenire per renderla ancora più semplificata. Occorrono segnali politici forti e chiari. I nostri cittadini, le famiglie, le imprese chiedono certezze.

Il Superbonus 110% è la maxi-agevolazione che interessa tutti i contribuenti che vogliono ristrutturare casa e renderla più efficiente a livello energetico. Secondo gli ultimi report, ancora molte persone si lasciano scappare tale occasione a causa della burocrazia troppo complicata e le procedure lente per ottenere il contributo. In effetti, la misura ha diverse criticità, tra cui la normativa troppo complessa che viene sottoposta a revisioni continue ma anche le eventuali responsabilità penali in caso di mancanze e violazioni.

Per venire incontro a operatori e contribuenti, il Governo ha deciso di semplificare tutto ciò che riguarda la richiesta e l’ottenimento del Superbonus 110%. Le modifiche dovrebbero arrivare con il nuovo DL Semplificazioni a cui sta lavorando Mario Draghi, che dovrebbe essere presentato insieme al Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR). Vediamo quali sono le misure che permetteranno di ottenere in modo più facile il bonus.

Nonostante il Superbonus 110% abbia registrato una crescita del 200% nel 2021, l’agevolazione va ancora a rilento. L’obiettivo del Governo è rendere l’iter burocratico molto più semplice in modo da incentivare i contribuenti a chiedere e ottenere il bonus. Il Governo sta lavorando per inserire un capitolo legato all’agevolazione all’interno del Decreto Legge Semplificazioni. Le questioni su cui si sta lavorando sono soprattutto due:

  • prorogare il Superbonus 110% al 2023 per dare ai contribuenti più tempo per gestire tutto l’iter
  • velocizzare la procedura per i professionisti asseveratori
    • la proroga fino al 2023 dell’agevolazione;
    • dopo il 2021, il riconoscimento del Superbonus alle sole case popolari (come previsto dall’ultima legge di Bilancio);
    • una semplificazione delle procedure e dell’iter burocratico preventivo all’accesso allo sconto.Il Superbonus è un’agevolazione prevista dal Decreto Rilancio   che eleva al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022, per specifici interventi in ambito di efficienza energetica, di interventi antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici. Concessi ulteriori sei mesi di tempo (fino al 31 dicembre 2022) per le spese sostenute per lavori condominiali o realizzati sulle parti comuni di edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate, posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche se, al 30 giugno 2022, è stato realizzato almeno il 60% dell’intervento complessivo.Le nuove misure si aggiungono alle detrazioni previste per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, compresi quelli per la riduzione del rischio sismico (Sismabonus ) e di riqualificazione energetica degli edifici.Possono quindi beneficiare del Superbonus le persone fisiche che vivono in condominii, in edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate possedute da un unico proprietario o in comproprietà, in edifici unifamiliari o in unità immobiliari site all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno.

      Gli interventi di modifica programmati con il Recovery Plan, come si evince dalla bozza, prevedrebbero:

    Per rendere tutto questo possibile, oltre allo stanziamento di fondi ad hoc, l’Esecutivo di Mario Draghi pare abbia intenzione di creare delle task force locali che, coordinandosi con il Ministero del Tesoro, possano diventare un supporto per le amministrazioni territoriali, così da rendere moto più efficiente la comunicazione tra cittadini ed enti e ridurre i tempi lunghi della burocrazia.

    Si ricorda infatti che, attualmente, per poter godere del Superbonus la prima cosa da fare è verificare con un tecnico quali interventi si possono realizzare. A seconda dell’intervento, come attualmente già previsto, si dovranno ottenere da parte del comune i documenti e le eventuali autorizzazioni per i lavori. Ai fini della certificazione del miglioramento delle due classi energetiche, il tecnico dovrà poi compilare le due attestazioni di prestazione energetica (APE), sia prima che dopo l’esecuzione dei lavori, da allegare all’asseverazione.

    Il nuovo sistema delineato dal Recovery Plan, come si legge nel testo, predispone invece ‘uno schema di governance del Piano che prevede una struttura di coordinamento centrale presso il Ministero dell’Economia. Questa struttura supervisiona l’attuazione del piano ed è responsabile dell’invio delle richieste di pagamento alla Commissione Europea, invio che è subordinato al raggiungimento degli obiettivi previsti. Accanto a questa struttura di coordinamento, agiscono una struttura di valutazione e una struttura di controllo. Le amministrazioni sono invece responsabili dei singoli investimenti e delle singole riforme; inviano i loro rendiconti alla struttura di coordinamento centrale, per garantire le successive richieste di pagamento alla Commissione Europea’.

    Per alcuni, infatti, lo sconto – dopo il 2021 – dovrebbe essere riconosciuto a tutti, e non solo alle case popolari. Per poter agire in questo modo, tuttavia, servono 10 miliardi di euro. Fondi che al momento l’Esecutivo non ha predisposto.

    Il ministro dell’Economia Daniele Franco ha spiegato in Consiglio dei ministri  che si impegnerà per l’inserimento della proroga del superbonus nel 2023. Ciò si svilupperà dopo una valutazione sugli effetti della misura da fare dopo l’estate sulla base dei dati disponibili. Se questa valutazione sarà positiva le risorse potranno essere inserite nella legge di bilancio, si sottolinea.

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