Partito Democratico, Elly Schlein si candida alla segreteria

La deputata ed ex vicepresidente dell’Emilia Romagna ha annunciato la sua corsa alle primarie del Pd

“Non ce ne facciamo niente di una premier donna che non difende le donne” dice così Elly Schlein sciogliendo la riserva sulla sua candidatura alla segreteria del Pd e ufficializzando la sua corsa alle primarie del partito. La deputata ha attaccato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante il lancio del suo “processo costituente” nel corso dell’evento ‘Parte da Noi’, a Roma, tra la calca di sostenitori che all’annuncio hanno risposto intonando “Bella ciao”.

“A chi mi chiede perché la scelta di candidarmi, la risposta è semplice: perché vedo che c’è una voglia condivisa di ricostruire una comunità. E questo è un valore aggiunto che noi vogliamo portare a prescindere da quello che sarà l’esito del congresso e delle primarie” ha spiegato l’ex vicepresidente dell’Emilia Romagna che sfiderà nella corsa alla segreteria del Pd il suo presidente Stefano Bonaccini, al quale ha voluto mandare “un abbraccio” ricordando le elezioni regionali vinte insieme.

Avanzando la sua candidatura Schlein ha sottolineato di non correre per una “resa dei conti identitaria, ma per fare il nuovo Pd, tenere insieme la comunità e salvaguardare il suo pluralismo, le sue diversità, ma senza rinunciare a una identità chiara, comprensibile e coerente. Non è una sfida da leggere nella divisione fra riformismo e radicalità, c’è un campo comune: come cambiare il modello di sviluppo neoliberista che si è rivelato insostenibile”.

“Sono stati giorni difficili per me, avevo proprio bisogno di vedervi, di stare insieme” ha esordito Schlein, rivolgendo un pensiero alla sorella Susanna, prima consigliere dell’Ambasciata italiana ad Atene, coinvolta recentemente in un attentato.

“Ho ascoltato  Elly Schlein all’assemblea che si è tenuta al Monk. Un discorso interessante, radicale e di sinistra”,  dichiara Cesare Damiano, già ministro del Lavoro e componente del Comitato costituente del Pd. “Mi auguro – aggiunge – che con le candidature scese in campo si dia finalmente corpo e anima a un processo costituente di discontinuità valoriale e di contenuti e non una semplice riverniciatura dell’esistente”.

Durante il lancio della sua campagna per la segreteria del Partito Democratico, Schlein non ha risparmiato stoccate al presidente del Consiglio e neanche all’ex compagno di partito Matteo Renzi.

“Non tutte le leadership femminili sono femministe, non ce ne facciamo niente di una premier donna che non aiuta le altre donne, che non ne difende i diritti. Nella manovra si restringe opzione donna e si differenziano le donne sulla base dei figli”, ha detto la deputata mettendo Giorgia Meloni nel mirino.

“Non ce ne facciamo niente di una premier donna che non difende le donne, a partire dal loro corpo. Se Giorgia Meloni vuole aiutare le donne perché non approva un congedo paritario di mesi, come in Spagna e in Finlandia? Quella sì che è una misura che aiuta le donne” ha aggiunto.

“A Renzi, che dice di averci portato in Parlamento, dico di non dimenticare che per quanto mi riguarda a portami in Parlamento furono 50 mila preferenze. Renzi ha il merito di aver spinto me e tanti altri fuori dal Pd con una gestione arrogante. Ha ridotto il Pd in macerie e poi se n’è andato” ha detto ancora Schlein attaccando il leader di Italia Viva.

“Ho ascoltato oggi Elly Schlein all’assemblea che si è tenuta al Monk. Un discorso interessante, radicale e di sinistra”. Lo dichiara Cesare Damiano, già ministro del Lavoro e componente del Comitato costituente del Pd. “Mi auguro – aggiunge – che con le candidature scese in campo si dia finalmente corpo e anima a un processo costituente di discontinuità valoriale e di contenuti e non una semplice riverniciatura dell’esistente”. (ANSA).

Tra circa due mesi le primarie del Partito Democratico porteranno un nuovo segretario e il sindaco di Bergamo dice la sua in un’intervista rilasciata al blog americano The Huffington Post: «Fatico a immaginare che Elly Schlein possa rilanciare il Pd. Stefano Bonaccini mi pare sinceramente più attrezzato». Con queste parole, Gori arriva a mettere in dubbio la sua permanenza all’interno del partito, a queste condizioni, ed esprime la sua preferenza per il presidente dell’Emilia-Romagna Bonaccini.

Il prossimo 16 dicembre la direzione del Pd approverà delle regole per formare l’assemblea costituente. Gori ammette di voler vivere questo prossimo congresso come un’ultima occasione per rilanciare il partito, di cui ricorda di aver sempre condiviso la carta dei valori durante l’alternanza di tutte le partnership. E proprio sulla carta dei valori prende di mira la candidatura della deputata del Pd ed ex vicepresidente dell’Emilia-Romagna Elly Schlein: «Leggo che qualcuno vorrebbe mandare quella carta al macero.

Sospetto che siano gli stessi che vorrebbero Elly Schlein come segretaria». Tuttavia, in chiusura, Gori spende delle belle parole sull’energia che la giovane politica è in grado di trasmetterre al partito, aspetto da cui ammette di essere incuriosito.

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