Napolitano ha ragione: Bisogna cambiare la legge elettorale per il bene dell’Italia

“L’esigenza di regole più soddisfacenti per lo svolgimento della competizione politica e a garanzia della stabilità di governo, e le aspettative dei cittadini per un loro effettivo coinvolgimento nella scelta degli eletti in Parlamento, rendono altresì altamente auspicabile la conclusione – invano a più riprese sollecitata dal Presidente della Repubblica – del confronto in atto da molti mesi per una riforma della legge elettorale. Il Capo dello Stato ha richiamato l'orientamento e l'impegno a concordare tale riforma che erano risultati già dagli incontri da lui tenuti alla fine dello scorso mese di gennaio con gli esponenti dei cinque partiti rappresentati in Parlamento”. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, aprendo all’election day, ha lanciato l’ultimo disperato appello e, allo stesso tempo, l’ultima sfida ai partiti che siedono tra gli scranni del  Parlamento per salvaguardare la democrazia italiana. Il messaggio lanciato dall’inquilino del Colle è chiaro e inequivocabile: bisogna cambiare il Porcellum per ridare credibilità al sistema politico-partitico italiano onde evitare che le prossime elezioni possano sancire la ‘Caporetto’ del sistema democratico su cui si fonda il nostro Stato. Re Giorgio ha ribadito una cosa semplicissima ai vari leader di partito e partitini: se non cambiate l’attuale legge elettorale i cittadini elettori- delusi da una politica che tutti voi avete contribuito a rendere sempre più malata, lontana e distante dai reali problemi degli italiani – non si recheranno alle urne e il prossimo Parlamento non avrà una piena legittimazione democratica. Ad oggi un italiano su due potrebbe non recarsi alle urne perché deluso da tutti coloro che vivono i palazzi, non solo romani, che invece di risolvere i problemi della Nazione pensano solo ai loro biechi interessi personali. Il prossimo Parlamento, così, non riceverebbe quella legittimazione democratica di cui ha bisogno il Paese. E’ questa la preoccupazione principale di Napolitano a pochi mesi dalla fine del suo settennato. Un ultimo grido di allarme, quasi disperato, per fare in modo che l’antipolitica non travolga una Italia che ha bisogno di un rinnovato e sano sistema politico. Alfano, Bersani e Casini sono stati avvisati per l’ultima volta: ora tocca a loro dare una risposta chiara e definitiva alla preoccupazione, seria, del Capo dello Stato. L’antipolitica, ora impersonata da Beppe Grillo e dal suo M5S, nata proprio dalla mala politica, è li che aspetta per dare la frustata definitiva al sistema partitocratico italiano. Se dovesse restare il Porcellum gli italiani, quei pochi che andrebbero a votare, premierebbero proprio il movimento del comico genovese, visto come il male minore, facendo scomparire tante sigle e siglette dal Parlamento. Cambiando la legge elettorale, dando la possibilità agli elettori di scegliere direttamente 'nuovi' deputati e senatori, sicuramente gli italiani sarebbero invogliati a recarsi alle urne. Ed è proprio questo a cui lavora Giorgio Napolitano e non a escludere dal Parlamento movimenti e partiti democraticamente eletti. Ma, per riassicurare il posto al sole a tanti ‘vecchi’ della politica italiana, equamente distribuiti tra centro-destra e centro-sinistra, c’è il rischio che non cambi nulla e a perdere sarà sempre e solo l'Italia.

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