Migranti e Conte: ‘Intesa Malta è svolta’

“Non è ancora la soluzione definitiva ma sicuramente è una svolta, un significativo passo avanti”: lo ha detto all’ANSA il premier Giuseppe Conte, a margine dell’assemblea generale dell’Onu, commentando l’accordo raggiunto a Malta da alcuni Paesi europei.

“Sono stati affermati sicuramente dei principi che sono positivi per noi, perché sino ad oggi si stentava a tradurre il principio che chi arriva in Italia arrivava in Europa”, ha spiegato il capo del governo, ricordando il nuovo “meccanismo automatico di redistribuzione che abbraccia i richiedenti asilo, quindi tutti”. “In più si comincia ad affermare il principio che non può essere solo l’Italia il primo approdo, ma che ci deve essere una rotazione”, ha proseguito. “Ora – ha aggiunto – bisogna vedere quanti Paesi parteciperanno a questo meccanismo e dovremo lavorare sui rimpatri”.

Un cambio di passo accompagnato dai fatti dopo la propaganda perenne del precedente ministro dell’Interno Matteo Salvini?   Sono già tante e contrapposte le interpretazioni all’intesa sui migranti raggiunta a La Valletta. Quel che è certo è che nel vertice tra Italia, Francia, Germania e Malta è stata trovata una bozza di accordo per regolamentare i flussi migratori. La nuova titolare del Viminale Luciana Lamorgese – che spesso, per sottolineare ancora di più la discontinuità col passato salviniano, viene definita ‘la ministra senza Twitter’ – era alla sua prima uscita ufficiale e ha parlato di ‘una vera azione di politica comune europea’. Ma cosa si è deciso, nel dettaglio? Le novità stanno tutte in quattro punti chiave, anche se le buone intenzioni restano ancora da dimostrare.

La prima questione, e la più importante, su cui si è arrivati a una convergenza riguarda la redistribuzione dei richiedenti asilo: tutti i migranti salvati dalle navi delle Organizzazioni non governative (Ong) e da quelle militari verranno distribuiti nei Paesi Ue prima di presentare la domanda d’asilo. Dunque saranno i Paesi d’accoglienza – e non di approdo – a farsi carico dell’esame delle domande e degli eventuali rimpatri. La formula contenuta nella bozza non esclude chi parte per motivi economici. L’accordo però non vale per gli arrivi “autonomi” che avvengono sulle coste italiane e maltesi, quelli attraverso i famigerati “barchini“.

Secondo Lamorgese si tratta di un sistema che «aggira» il trattato di Dublino e supera il concetto del primo ingresso. Il collega tedesco Seehofer è stato ancora più esplicito: «Il meccanismo di emergenza aprirà la strada alla revisione della politica comune europea d’asilo. Senza questo accordo, la revisione di Dublino non sarebbe mai possibile».

La distribuzione tra gli Stati sarà obbligatoria, con percentuali e quote che verranno stabilite quando si saprà il numero dei Paesi che decideranno di partecipare all’accordo.

La bozza d’accordo ha indicato in quattro settimane il tempo massimo per attuare il meccanismo di ricollocamento nei Paesi dell’Ue che hanno dato la disponibilità all’accoglienza.

L’ultimo punto è un compromesso tra le due proposte che si sono “scontrate” all’ultimo vertice dei ministri dell’Interno a Helsinki: quella di Italia e Malta in cui si chiedeva una rotazione obbligatoria dei porti di sbarco e quella di Francia e Germania che indicavano come porto di primo approdo quello del Paese sicuro più vicino al punto in cui i migranti vengono salvati. Stavolta è stato deciso che ci sarà una rotazione su base “volontaria”.

Chi aderirà al progetto pilota? L’obiettivo è coinvolgere il maggior numero di Paesi membri dell’Ue e dunque l’accordo non è ancora operativo poiché per stabilire quanti Stati faranno parte dei “volonterosi” disposti ad accogliere i migranti salvati in mare bisogna aspettare il vertice dell’8 ottobre tra i ministri dell’Interno dell’Ue in programma a Lussemburgo. Finora i Paesi Ue che hanno accolto su base volontaria in almeno un’occasione i migranti salvati sono stati soltanto 15 su 28, più la Norvegia (Stato associato Shenghen).

La linea ribadita a Malta è quella di trovare una formula per punire quei Paesi che diranno no, ma nel testo non si fa riferimento a sanzioni né a eventuali tagli di fondi, ipotesi comunque più probabile.

 

Circa Redazione

Riprova

Giambruno e il giallo dell’auto, con ipotesi di spionaggio

Una vicenda piena di punti interrogativi con ipotesi di spionaggio. In una notte dello scorso …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com