Matteo Renzi sul ‘no’ di Raggi alle Olimpiadi a Roma

Mario Draghi fa sapere di condividere in pieno il «concetto alla base del reddito di cittadinanza». Matteo Renzi, senza il quale Draghi oggi non sarebbe a palazzo Chigi, non appare deluso. Se lo è, lo maschera bene. «Che Draghi si muova con prudenza su questo tema è scontato. Come è scontato che noi sul referendum contro il reddito andremo avanti: a ciascuno il suo», dice a Libero il leader di Italia viva.

«È bastato proporre il referendum per scatenare il caos. Questa pagina del mio libro hanno finto di non leggerla in tanti, come quelle sul Csm. Poi, adesso, capiscono che non è uno scherzo. E corrono ai ripari: persino Di Maio vuole cambiare quella legge, che pure aveva esaltato dal terrazzo di palazzo Chigi».

«La legge è stata votata da Lega e M5S ed è difesa da Pd e Leu: l’unica strada, il referendum. Ci daranno ragione in tanti, vedrà. Del resto i grillini misurano in queste ore la loro miopia: ci hanno fatto rinunciare alle Olimpiadi di Roma. Come sarebbe stato bello poter permettere agli Jacobs, ai Tamberi, ai Tortu di difendere il titolo nella meravigliosa cornice di Roma! Invece la Raggi ha detto “no” e le Olimpiadi si faranno a Parigi. Una beffa. I populisti fanno danni che durano a lungo: noi siamo quelli che aggiustano i loro pasticci. E il referendum sul reddito va in quella direzione».

E non basteranno nemmeno i referendum, che sono solo un passo in avanti. Come un passo in avanti è l’aver mandato in soffitta Bonafede e l’ideologia grillina. Non ho niente contro Bonafede, ma considero un onore averlo tolto dal ministero: aveva una brillante carriera come deejay, perché interromperla per fare l’uomo di legge? Fa meno danni con la musica che con la giustizia. La riforma Cartabia è un primo passo. Ma il primo passo non ti porta dove vuoi, ti toglie da dove sei.

Vogliamo approvare una legge contro i crimini legati all’odio verso omosessuali, transessuali, persone con disabilità. Il Pd vuole tirarla per le lunghe e farci sopra un pezzo di campagna elettorale per le amministrative.

La approveranno, ad ottobre, con noi e il centrodestra. E cambierà sui punti più divisivi: identità di genere, libertà d’opinione e scuola. È una legge contro l’odio, evitiamo di approvarla a colpi di violenza verbale. Facciamo uno sforzo tutti insieme.

Quanto al Pd, trovo incredibile che su un tema cosi complesso prenda la linea da Fedez e non ascolti le femministe di sinistra, la cultura post comunista, Arcilesbica. La critica della subalternità culturale della sinistra agli influencer, del resto, è il filo conduttore del mio libro.

Ho letto che Conte chiederà di tornare alla legge Bonafede, cancellando la pur timida riforma Cartabia. Noi non ci stiamo. Mi domando come faccia a starci il Pd.

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