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Spunta il nome del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, negli ultimi interrogatori di Salvatore Buzzi nell’inchiesta Mafia Capitale. Buzzi ha parlato con gli inquirenti in cinque distinti interrogatori tra giugno e luglio, facendo nomi nuovi a livello di comune di Roma e di Regione Lazio, rilevando anche circostanze precise. Nel mirino gli uomini del Pd in particolare: ‘Erano famelici’, rivela Buzzi nel verbale. ‘Non abbiamo pagato mai così tanto il Pd. Il palazzo della provincia all’Eur venne comprato da Zingaretti prima che venisse costruito e l’appalto per il riscaldamento fruttò una tangente da un miliardo e duecento milioni’. L’ex presidente del consiglio comunale Mirko Coratti (Pd) avrebbe detto a Buzzi che ‘Il cda Ama è roba nostra e ci devi pagare’. Così come l’ex presidente del municipio di Ostia, Andrea Tassone, avrebbe richiesto 26 mila euro per l’appalto delle potature e 6 mila per la spiaggia. ». Buzzi racconta inoltre di avere dato 22mila euro all’ex capogruppo del Pd in consiglio comunale Francesco D’Ausilio, ma anche al capogruppo Pdl Luca Gramazio. Su sette lotti, le proporzioni erano sei alla maggioranza di centrosinistra e uno all’opposizione. Sulla questione Forza Italia chiede chiarimenti immediati: ‘La magistratura verificherà la veridicità di quanto emerso, ma a livello politico Zingaretti deve spiegare. E anche subito’, afferma Maurizio Gasparri. La replica del governatore del Lazio non si fa attendere. Non esiste, replica in una nota Nicola Zingaretti, e non può esistere nessuno, come pure sembrerebbe essere stato dichiarato, che chiede soldi per Zingaretti. Per questo mi riservo di querelare, a tutela della mia dignità e onorabilità personale, chiunque affermi o abbia affermato il contrario.L’unica riflessione che già da ora mi sento di fare è l’affacciarsi concreto del rischio di impraticabilità di campo per chi sta provando con dedizione e onestà a cambiare le cose in questa Regione.
Cocis
