La retorica del pragmatismo

Il compito dell’opposizione e’ controllare quello che fa il governo. Negli ultimi mesi sembra che l’opposizione fornisca idee al governo a titolo gratuito. La maggioranza del centro destra ha grandi numeri sia in Parlamento che nel Paese, ma la sua agenda economica, dalla tassa sugli extraprofitti bancari al salario minimo, viene sistematicamente dettata dal Pd. Ne deduciamo che il centrodestra o si appropria delle idee altrui o le fa proprie, magari con qualche correttivo s’intende, per non essere accusato di aver copiato. Alcuni analisti ritengono che sia il risultato di quella che chiamano, politica post ideologica. Perdonate la mia ignoranza ma non credo che esista e mai esisterà. Le ideologie hanno attraversato millenni e ne attraverseranno altri, non scompariranno, magari cambieranno pelle si adatteranno ai tempi , alle situazioni socioeconomiche che sono in continuo mutamento ed evoluzione. Quindi è retorica del pragmatismo politico, che è sempre molto amata ed apprezzata dalle forze politiche. Negli ultimi anni pensatori e forze di sinistra hanno difeso l’idea di uno Stato interventista per risolvere i problemi sociali. Certo il concetto piace a chi governa, perché la caratteristica particolare e’ quella di sostituire le regole astratte che dovrebbero essere uguali per tutti, con decisioni discrezionali al limite dell’arbitrio, nelle quali il governo non è più super partes, ma scende in campo a fianco di qualcuno. Si sa che fare politica significa andare alla ricerca dei consensi. Ma ricercare il  consenso vuol dire anche cercare sempre di prevedere le eventuali conseguenze del proprio operato. Al contrario il Governo Meloni appare impegnato a dimostrare di essere in grado di decidere, ma concretamente non decide. Scarsa attenzione alle conseguenze del proprio operato. Ad esempio non si è tenuto minimamente conto che l’obbligo di esporre un cartello con il prezzo medio della benzina lo avrebbe rapidamente trasformato in un prezzo minimo. Si parla di difesa della “sicurezza nazionale” a proposito dell’ intervento diretto del Tesoro, nella qualità di investitore, nella rete Tim. Non ci si rende conto che con questa falsa pretesa si rendono le imprese meno contendibili, finendo, così, per penalizzare i loro stessi azionisti . Dimostrare di saper esercitare il potere che si ha in mano e’ sicuramente un ottimo viatico per tenere alto il morale dei propri sostenitori, ma se poi , pragmaticamente si attinge alle idee e/o programmi altrui, esso è solo un sintomo di grande debolezza. Il Governo oggi appare sicuro di poter usare il potere che ha, in modo discrezionale, ma non calcola che manca di una direzione di marcia ben definita. L’incertezza si amplia sempre di più e rende sempre più diffidenti gli investitori che hanno bisogno di certezze . Quando si governa senza avere idee precise, si finisce per perseguire interessi di qualcuno. Più volte Giorgia Meloni ha affermato di essere al fianco delle piccole e medie imprese, nonché dei professionisti. Sono alla fine loro che hanno da perdere, a causa di un Paese dominato dall’incertezza e guardato con diffidenza all’estero. Quando si abusa del proprio potere discrezionale, in materia economica, tutt’al più un governo potrà fare lo sforzo della montagna: partorire un topolino.
Andrea Viscardi
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