Il Premier ha fretta: opta per il decreto legge

Ancora un provvedimento omnibus

Matteo Renzi nell’annunciare la riforma della pubblica amministrazione aveva espresso,a chiare lettere, la preferenza per il disegno di legge, ma al cdm del 13 giugno e’ stato presentata la bozza di un decreto  omnibus con ben 120 articoli, per un centinaio di pagine di testo. Questa spasmodica fretta mette in evidenza la difficolta’del  governo Renzi di tradurre rapidamente in leggi , in un sistema come il nostro, i provvedimenti varati. Il bicameralismo perfetto  non va di pari passo con il ritmo dell’esecutivo, con la necessita’di convincere gli investitori internazionali che le riforme si stanno facendo ,che il Paese sta ripartendo lasciandosi alle spalle la crisi. Ad acuire ancora di piu’le difficolta’ del Premier, nel perseguire i suoi obiettivi, ci si e’ messa anche la fronda interna al Pd che al Senato ,non solo sulle riforme istituzionali, si mettera’di traverso. Renzi questo lo sa e per questo ha fretta. Ecco il perche’del decreto al posto del disegno di legge, i 120 articoli, le quasi 100 pagine di testo. Un provvedimento ‘omnibus’ :dalle misure sulla staffetta generazionale nel pubblico impiego all’incompatibilita’per i magistrati; dalle semplificazioni fiscali alle norme anticorruzione; dall’informatizzazione del processo civile alla detassazione degli investimenti in azienda; dalle norme in materia ambientale a quelle per il rilancio del settore vinicolo. Tutti questi provvedimenti, alla fine, sono stati oppotunamente distribuiti su due decreti.Altro motivo che ha spinto il Premier ad optare per la decretazione d’urgenza e’stato sicuramente la cicostanza di mettere in condizione le Camere di approvare il tutto prima della pausa estiva. ‘I mercati vogliono vedere se le riforme vanno avanti, e quindi la decretazione d’urgenza e’ necessaria’, ha detto il Premier. La riforma della pubblica amministrazione con alcuni interventi in merito all’eta’pensionabile degli statali, dovrebbe creare circa 15000 nuovi posti di lavoro, previsione alquanto ottimistica. Piu’vicina alla realta’ci sembra la previsione di un risparmio di circa due miliardi di euro per le aziende, con i tagli alle bollette elettriche ed al costo dei diritti camerali.Certo i tempi della riforma della pubblica amministrazione si allungano,per i decreti di attuazione bene che vada ,bisognera’ attendere il 2015. Ma bisogna riconoscere a Renzi il coraggio di provarci e la caparbieta’ di volerle realizzare a tutti i costi, nonostante le resistenze di alcune lobby politiche presenti in Parlamento e l’istinto di conservare il proprio status quo degli alti burocrati dello Stato; in quanto a tenacia i magistrati primeggiano, in quanto ricorrono al troppo spesso invocato attacco all’Indipendenza della Magistratura.Quindi, bisogna dar ragione al Premier, la fretta e’necessaria per riforme che attendono da troppo tempo di essere realizzate.

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