Il Presidente Mattarella  ha presieduto l’ultima riunione di un Csm che sicuramente è stato il peggiore Csm della storia repubblicana. Travolto dagli scandali, dalla faziosità, dalle satrapie, dalle correnti, dalla totale assenza di indipendenza e dal trionfo dell’omertà corporativa. Basta dire che su 16 magistrati che ne facevano parte, più di un terzo era stato costretto alle dimissioni perché travolto dagli scandali, e un altro terzo aveva evitato le dimissioni, con arroganza, pur travolto da analoghi scandali. E poi le nomine abusive, le raccomandazioni, i dossier nascosti, le autoassoluzioni. Una vera e propria vergogna per le istituzioni e per la democrazia.

Il Presidente Mattarella, nel discorso di commiato, ha preferito tacere su tutto ciò. E cioè sul fatto che questo Csm ha dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio che la magistratura non è in grado di autogovernarsi, e che l’autogoverno produce solo sopraffazioni e rischio per i cittadini. Non solo il Presidente Mattarella ha preferito tacere su tutto ciò. Ma l’unico accenno che ha fatto ai problemi della magistratura italiana è stato quello sulla necessità di difendere l’autonomia della magistratura. Autonomia? Ma come è possibile parlare di autonomia quando addirittura negli ultimi mesi abbiamo assistito al passaggio diretto di alcuni altissimi magistrati dal proprio incarico a un seggio in Parlamento col partito dei 5 Stelle? Autonomia da cosa? Diciamolo: autonomia dal diritto.

Forse la cosa più grave è che questo discorso di Mattarella è stato tenuto nei giorni nei quali il partito dei Pm e i suoi giornali (in particolare Il Fatto e Repubblica) hanno scagliato attacchi feroci contro il ministro della Giustizia, colpevole di aver parlato di riforme e di avere manifestato l’intenzione di riportare in Italia lo Stato di diritto. In queste condizioni voi pensate che sia possibile riformare la giustizia?

Silvio Berlusconi “sostiene con assoluta convinzione le riforme annunciate dal ministro Nordio”. Sottolinea che “la riforma della giustizia è una delle ragioni per le quali è nato questo governo”, assicura che “non esiste alcuna questione politica nella maggioranza su questo” e sul garantismo di Forza Italia chiarisce: “L’idea che essere garantisti significhi essere meno fermi nella lotta alla mafia è semplicemente assurda. Glielo dice un uomo che, dopo aver reso permanente nel 2002 il carcere duro, cioè il 41 bis, per i mafiosi, nell’ultima esperienza da premier nel 2011 guidò un governo che sequestrò alle cosche beni per 18 miliardi, fece arrestare 6.754 mafiosi compresi 29 dei 30 latitanti più pericolosi. Ne mancava solo uno, Matteo Messina Denaro”.

Giustizia, Berlusconi: “Noi con Nordio, riforma fondamentale per il governo”© ansa

Nella lunga intervista al “Corriere della Sera”, il leader di Forza Italia allarga poi il discorso all’autonomia (“non permetteremo contrapposizioni territoriali” e promette battaglia su tasse e pensioni.

Il tema caldo è Carlo Nordio, con la bufera che il ministro ha scatenato dentro e fuori la maggioranza. E sulla riforma voluta dal titolare della Giustizia dice: “Il contrasto alla criminalità organizzata e la tutela delle persone perbene in uno Stato di diritto non possono mai essere contrapposti. E’ uno dei fondamenti dello Stato di diritto. Per questo noi sosteniamo con assoluta convinzione le riforme annunciate dal ministro Nordio. La riforma della giustizia non è certo contro la magistratura, anzi è dalla parte dei magistrati seri e corretti, che sono la grande maggioranza. Il ministro Nordio è stato voluto dal presidente del Consiglio che gli ha ribadito anche in questi giorni il suo appoggio. Il centrodestra è unito e proprio su questi temi lo ha dimostrato pochi giorni fa in Parlamento”.

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Intercettazioni  Sul nodo intercettazioni, Berlusconi precisa: “E’ molto semplice, non possiamo trattare ogni cittadino come se fosse un sospetto mafioso. Il diritto alla privacy di ciascuno di noi è fondamentale. Può essere sacrificato solo in casi eccezionale e per ragioni gravissime. L’idea che non esistano innocenti, ma solo colpevoli non ancora scoperti, come diceva uno dei protagonisti di ‘Mani Pulite’ è un incubo orwelliano, è il simbolo del male che vogliamo combattere”.