Giorgia Meloni non va alla manifestazione del primo anno di governo. Calenda: ‘Pessimo, il nulla’

La premier Giorgia Meloni ha deciso di non presentarsi alla kermesse di Fratelli d’Italia al teatro Brancaccio di Roma in occasione del primo anno di vita dell’esecutivo, affidando  ai suoi profili social un videomessaggio in cui si è rivolta ai cittadini, parlando di diversi temi.

Il presidente del Consiglio è intervenuto con un videomessaggio alla kermesse di Fratelli d’Italia a Roma. “Noi rappresentiamo un’Italia orgogliosa e capace di dare fiducia ai suoi cittadini, che premia il merito e il talento e onora il lavoro”,

Ad annunciare che la premier non avrebbe preso parte alla kermesse del partito è stato il ministro Guido Crosetto che ha spiegato che la presidente del Consiglio ha preferito restare a casa con la figlia dopo il periodo complicato vissuto a livello personale: ‘Giorgia oggi non è fisicamente qui ma è a casa con sua figlia, il posto dove doveva stare, dove è giusto che sia. E noi, che siamo una comunità, dobbiamo comprenderlo. Forse non dovremmo dirlo in un appuntamento politico, ma le diciamo che le vogliamo un gran bene’.

“Un anno fa – ha esordito Meloni su FB -, esattamente in questo giorno, il governo che ho l’onore di guidare giurava nelle mani del Presidente della Repubblica. Era un giorno storico. Era un giorno storico per Fratelli d’Italia e il centrodestra che si erano affermati nelle urne e avevano l’occasione di misurare le loro idee alla prova del governo. Era un giorno storico per gli italiani che dopo 11 anni di governi confezionati nel palazzo vedevano finalmente tornare un governo di diretta espressione della loro volontà. Ed era un giorno storico per l’Italia che per la prima volta, dalla sua unità, vedeva una donna alla guida del governo”.

“Non abbiamo al tempo avuto il modo di festeggiare – ha proseguito la premier – e non l’abbiamo fatto perché eravamo concentrati e determinati da subito a ripagare la fiducia degli italiani, a dimostrare con i fatti che avevano fatto la scelta giusta, che l’Italia poteva tornare a essere una Nazione capace di essere protagonista, di pensare in grande e di trasformare la sua rassegnazione in ottimismo”.

“Io mi sono chiesta quando un anno fa il nostro Governo ha giurato perché in così tanti si commuovessero. E mi chiedo oggi come sia possibile, dopo un anno di governo, nella peggiore delle situazioni possibili, con le enormi difficoltà e perché no anche con gli inevitabili errori che ci hanno accompagnato, ci sia ancora attorno a noi così tanto affetto e supporto da parte degli italiani. Un affetto e un sostegno che sono distanti anni luce dal racconto dominante sui media”.

“La risposta è molto semplice: perché noi abbiamo portato al governo l’Italia vera che non è quella descritta dai giornaloni o nei salotti tv. Abbiamo portato al governo l’Italia dimenticata e umiliata da anni di governi di sinistra, l’Italia del lavoro, del merito, della intraprendenza imprenditoriale, della famiglia. L’Italia di quelli che si sono sempre rimboccati le maniche, ma sono stati puntualmente scavalcati da furbi e privilegiati in una società nella quale per andare avanti dovevi soprattutto far parte del giro giusto di amicizie”.

“L’Italia di quelli che per una vita si sono chiesti come si facesse a sperperare così miliardi di euro buttati al vento “gratuitamente”. L’Italia di chi lavorava duramente per uno stipendio insufficiente per pagare tasse che servivano a dare la paghetta a chi non aveva voglia di farlo. L’Italia di quelli che hanno subito le angherie di uno stato ingiusto, forte con i deboli e debole con i forti. L’Italia di quelli esclusi non perché non valessero, ma perché non avevano in tasca la tessera di partito giusta”.

“Ecco perché in tanti – ha continuato Meloni – si sono commossi allora. Perché noi rappresentavamo il loro riscatto. Rappresentavamo chi ha sempre creduto in un’Italia orgogliosa, consapevole della sua forza, della sua grandezza. Un’Italia capace di dare fiducia ai suoi cittadini, che premia il merito, che sostiene il talento, che non regala tutto, ma onora il lavoro, qualsiasi questo sia. Un’Italia con la schiena dritta e con lo sguardo fiero, un’Italia giusta che sa essere da esempio dentro e fuori i confini nazionali”.

“A un anno di distanza – ha sottolineato sempre la premier nel video-messaggio – a quegli italiani che ci sostenevano allora, se ne sono aggiunti altri, che ci riconoscono serietà e coerenza. Che hanno visto che non ci risparmiamo, che non abbiamo interessi personali da perseguire e che abbiamo il coraggio e la pazienza per scardinare a una a una le incrostazioni di potere che hanno affogato questa Nazione, riformare nel profondo quello che va riformato senza guardare in faccia a nessuno”.

“Badate bene, questa è anche la ragione per la quale la cattiveria verso di noi, i metodi che si utilizzano per tentare di indebolirci, hanno raggiunto vette mai viste prima. Perché se noi riusciamo nel nostro intento, tutti quelli che hanno bivaccato sulla pelle della Nazione grazie alle amicizie giuste, alle lobby di potere, agli interessi particolari ai privilegi, beh dovranno mettersi in fila dietro a tutti quelli che sono pronti a guadagnarsi i loro obiettivi con il lavoro e il valore che dimostrano. Per questo noi siamo un nemico da battere con qualsiasi mezzo, perché siamo uno specchio per la loro meschinità”.

“Quello che noi stiamo dimostrando in fondo è che si potevano raggiungere risultati inimmaginabili e fare cose straordinarie senza dover essere meschini, senza dover prendere scorciatoie, senza fare cose impresentabili o dover compiacere persone impresentabili. Se noi riusciamo, e stiamo riuscendo, tutta questa gente dovrà inevitabilmente fare i conti con la sua coscienza e vi garantisco che li farà. Dunque nessuna paura, testa dritta, sguardo rivolto verso l’alto e sorriso sul volto. Abbiamo grandi cose da realizzare per il nostro popolo e le realizzeremo”.

“Gli altri continuino pure a rotolarsi nel fango, noi continueremo a volare alto. E sono convinti che alla fine riusciranno a farci perdere la calma, ma finora l’hanno persa loro, perché le nostre spalle sono larghe, la nostra coscienza a posto, i nostri obiettivi grandi, e tutto quello che ha importanza per noi è non deludere l’Italia e gli italiani.

“Giovanni Paolo II mi ha insegnato tante cose. Di una ne ho fatto tesoro e orienta il mio impegno. ‘La libertà’, diceva, ‘non consiste nel fare ciò che ci piace, ma nell’avere il diritto di fare ciò che si deve’. Io sono una persona libera, lo sarò nonostante tutto, e cercherò di fare sempre ciò che devo”, ha scritto poi sui social la premier Giorgia Meloni, ricordando come “il 22 ottobre ricorra la memoria liturgica di Giovanni Paolo II e sia anche il primo anniversario del mio giuramento da presidente del Consiglio”. Il rapporto con l’ex papa, morto nel 2005, resta speciale, come ha modo di dire la stessa premier. “Ho sempre considerato Karol Wojtyła un po’ come il ‘mio’ santo e mi piace pensare che mi protegga da lassù. E un anno fa, quando mi sono resa conto di questa ‘coincidenza’, mi sono emozionata e ho avvertito la sensazione che nel cammino che stavo per iniziare lo avrei sempre avuto al mio fianco’’.

Carlo Calenda dissente completamente sul bilancio del primo anno del governo Meloni: «Io ho sempre cercato di essere oggettivo. Quando ho dovuto difendere il governo, anche dagli attacchi del ministro dell’Interno francese, l’ho fatto, quando bisognava votare la riforma fiscale che veniva dalla delega Draghi, l’ho fatto, ho cercato di essere il meno partigiano possibile. Però devo dire che a parte la posizione sull’Ucraina, la chiusura del Superbonus e la prima legge di Bilancio, quella fatta sulla scorta di Draghi, il resto si può descrivere con pochissime parole: il nulla».

«Sulla giustizia dovevano cambiare tutto e hanno solo inserito dei nuovi reati, sulla sanità non hanno fatto niente, sulla scuola hanno cambiato solo il nome del ministero, il Pnrr è completamente fermo, sul fronte delle infrastrutture, a parte i vaneggiamenti di Salvini sulle centrali nucleari e sul Ponte, non si muove nulla. L’immigrazione non sanno come gestirla e la politica industriale, tolta l’Alitalia, su cui hanno fatto molto in ritardo quello che io avevo proposto al Parlamento, è ferma. Io mi domando cosa facciano tutto il giorno. È un governo che parla tanto, soprattutto di complotti contro l’esecutivo, e che tende a dividere il Paese, e questo è un fatto gravissimo. Aggiungo poi che in Europa è totalmente isolato perché ha pessimi rapporti con Germania, Francia e Spagna: oggi, di fatto, gli rimane solo l’Ungheria. E non ho finito: l’atto conclusivo di questo pessimo anno di governo è questa legge di bilancio che è pericolosa perché taglia provvisoriamente 14 miliardi di tasse in deficit. Il taglio provvisorio è un errore ed è un errore anche farlo in deficit perché con due crisi geopolitiche in atto si mangiano ogni margine ed espongono il Paese al rischio di attacchi finanziari».

«A parte che fa un po’ ridere un’iniziativa del genere dopo un anno, quella convention era tutta all’insegna della rivincita. Ma rivincita contro chi? State al governo, governate. Avete colonizzato la Rai in un modo che non era mai successo prima, avete una sponda straordinaria nei giornali di destra e nelle tv Mediaset, che volete?».

«Quello che direi a Meloni è “abbandona toni persecutori e aggressivi, comincia a prendere il passo di chi sta al governo e quindi rappresenta tutto il Paese”. Perciò smettila di attaccare tutti, da Gentiloni alla Ue, perché così dai solo un senso di grande impotenza. La verità è che noi rischiamo di attraversare un momento molto duro e di farlo con un esecutivo che si è dimostrato veramente del tutto inadeguato: l’Italia non è in sicurezza».


					
									

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