Ginnastica ritmica ormai in pieno caos: sempre più atlete denunciano

Dopo l’inchiesta condotta da Repubblica continua la bufera nel mondo della ginnastica ritmica in seguito alle durissime dichiarazioni da parte di Nina Corradini, Anna Basta e Giulia Galtarossa. Tutte e tre hanno infatti denunciato violenze psicologiche legate al propri fisico, e nello specifico alla perdita di peso, cosa che ha causato loro parecchi disturbi alimentari e non solo.

Le denunce però sono davvero tante, comprese quelle dell’ex capitana azzurra Marta Pagnini e di Sara Branciamore, 22 anni, campionessa italiana nell’individuale nel 2013.

La denuncia di Marta Pagnini: “Non succede solamente nella ginnastica, la federazione sta indagando”

Marta Pagnini, ex capitano della Nazionale azzurra di ginnastica ritmica, è oggi giudice internazionale per le competizioni di ginnastica ritmica. Due volte oro Mondiale, bronzo a Londra 2012 e capitano a Rio nel 2016, ha parlato delle denunce verso la Federazione da parte delle atlete in una lettera:

“Ciò che è avvenuto in questi giorni ha portato una grande attenzione su questi temi e la Federazione ginnastica sta indagando seriamente sull’accaduto, affinché vengano messi in atto i giusti provvedimenti. Colgo l’occasione per invitare tutte e tutti coloro che abbiano necessità di aiuto ad utilizzare un importantissimo strumento messo a disposizione proprio negli ultimi mesi dalla Federazione, che si era mossa in via preventiva su questi temi, ovvero il “safeguarding officer“. Trovo questo strumento il motore di una doverosa trasformazione all’interno del nostro mondo, sulla scia di Paesi che ad oggi sono leader in questo campo e che hanno fatto da apripista già da tempo. Chiedere aiuto o effettuare segnalazioni é un diritto ed un dovere di ciascun atleta poiché è interesse di tutti vivere lo sport come un luogo di confronto, crescita e apprendimento”.

La Pagnini ricorda poi anche le proprie vicissitudini personali nel corso della carriera:

“Ricordo che ai miei tempi mi rivolsi privatamente, con il supporto della mia famiglia, a figure come una psicoterapeutae una nutrizionista, dalle quali mi sono fatta seguire nei miei ultimi anni. Non ho mai sofferto personalmente di disturbi alimentari, ma so che sono un fenomeno diffuso tra le giovani e non solo, e non riguardano soltanto il mondo della ginnastica. Ho avuto modo di leggere le dichiarazioni di altre ex ginnaste che ne hanno sofferto ed esprimo loro la mia solidarietà. É una realtà triste ma non è la sola, il nostro sport ha anche tanti aspetti meravigliosi, allenatori seri e capaci e tantissime storie a lieto fine!”.

Sara Branciamore racconta il proprio incubo: “Venivo pesata tre volte al giorno”

Sara Branciamore è stata campionessa individuale nel 2013. Sempre dalle pagine di Repubblica, la sua storia è una delle più dure che siano uscite in questi giorni:

“Avevo paura della mia insegnante e nonostante ciò per un periodo ho vissuto a casa sua. Il cibo che mangiavo lo razionava lei: una volta mise il lucchetto alle mensole. Ovviamente io mangiavo di nascosto, altrimenti non avrei mai potuto sostenere 10 ore di allenamento quotidiane. Venivo pesata tre volte al giorno, ma prima andavo in bagno a vomitare. Una volta ho messo i piedi fuori dalla bilancia per pesare meno, sono cascata e sono stata insultata. Avevo paura che mi potesse mettere le mani addosso, voleva addirittura levare la tutela ai miei genitori. Per tutto il periodo del campionato di A non mi hanno fatto vedere mamma e papà, che tra l’altro si stavano separando. Sono alta 165 cm ed ero arrivata a pesare 36 chili: per un anno non ho avuto le mestruazioni e ancora oggi sono irregolari”.
L’incubo di Victoria Polidori: “Mi sono ammalata di anoressia nervosa”

Non solo i problemi alimentari, ma questi ultimi possono degenerare in vere e proprie patologie nervose. Questo accade più spesso quando si inizia a gareggiare fin da giovanissime, come successo a Victoria Polidori, sempre riportata da Repubblica:

“Mi sono ammalata di anoressia nervosa, sono stata diverse volte ricoverata in ospedale. Già a 10 anni venivo pesata. Chi prendeva due o tre etti doveva correre intorno alla pedana con i pesi alle caviglie. Una società per cui ho gareggiato mi faceva contare le penne al pomodoro che mangiavo. Alcune frasi le ricordo bene: “Hai un sedere grande come un baule” o “quest’anno non gareggi se non dimagrisci””.

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