La manifestazione di Roma “per la pace” è la prima iniziativa “seria” organizzata dalla sinistra dopo la pesante sconfitta del 25 settembre. Ma sembra destinata a creare più che a risolvere problemi ad un Pd allo sbando, guidato da un segretario incapace di nuove idee da offrire ai propri elettori. Chi trarrà vantaggio dalla piazza sarà Giuseppe Conte, abile e camaleontico come non mai, pronto ad interpretare il ruolo che più conviene a secondo del momento. Gli esponenti del Pd ridotti a semplici corifei del fu due volte ex Premier. Del resto gli ultimi sondaggi fanno trapelare che, ormai, è in atto il sorpasso dei Cinque Stelle sul partito democratico. Conte né è consapevole e rifiuta per il momento qualsiasi negoziazione con un partito in disfacimento e guidato da un vertice evanescente. A lui non serve scendere a patti, sta di fatto ottenendo tutti i riconoscimenti che gli servono per porsi alla guida di una fantomatica sinistra progressista. Una vera e propria debacle della sinistra italiana, che di progressista non ha più niente, ma patisce del virus forcaiolo e conservatore. Altro che destra! Ormai le elezioni regionali per il Lazio sono imminenti e ne vedremo delle belle, quando Giuseppe Conte imporrà il candidato Presidente. Ho voluto virgolettare ‘per la pace’, non perché sia contro, ma per sottolineare che questa manifestazione, solo apparentemente si occuperà di Ucraina, ma sostanzialmente sancirà l’egemonia dei Cinque Stelle su un Pd prigioniero di una cronica crisi di identità e mancanza di idee nuove. Oggi stesso si terrà a Milano un’altra manifestazione “per la pace”, organizzata da Calenda e Renzi (Terzo Polo), in contro tendenza a quella romana, filo atlantica e pro Ucraina. Prende forma al Nord l’idea di creare una sorta di tunnel nel centro destra che dovrebbe permettere “la fuga” di molti da Forza Italia e dall’area centrista verso Azione e Italia Viva, per non parlare, poi, dell’area riformista del Pd che ha molta nostalgia di Renzi. A tal proposito il Pd cercherà di arginare il rigurgito riformista, ma a nostro avviso senza successo, così come tenterà di rincorre Conte sulla politica estera. Ormai il partito democratico di trova nel bel mezzo di due tendenze: l’una al Nord, riformista e che guarda con interesse al Terzo Polo, ed una al Sud, sempre più radicale ed estremista che guarda ai Cinque Stelle. E sempre è più concreto il rischio di essere frantumato e travolto.
Andrea Viscardi