Fenix, e la realtà politica e generazionale dei giovani di destra

Il tema del disagio giovanile, delle sue molteplici manifestazioni, è stato al centro del panel “Custodisci un sogno, la vita ti sorride! Coordinate per portare in alto la gioventù”. I ragazzi di Gioventù nazionale lo hanno voluto porre al centro dell’attenzione nell’ambito della loro festa, Fenix, in corso al laghetto dell’Eur a Roma, con un dibattito al quale hanno partecipato esperti ed esponenti di governo e maggioranza.

Al confronto hanno preso parte il viceministro al Lavoro e alle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci; il sottosegretario all’Istruzione, Paola Frassinetti; il presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato, Alberto Balboni; lo psichiatra Antonino Tamburello; il direttore dell’osservatorio “Generazione Proteo”, Nicola Ferrigni; la vicepresidente di Gioventù nazionale e deputata di FdI, Chiara La Porta; Francesco Piemonte di Modavi onlus, introdotti da Giulia Sciortino, consigliere nazionale studenti universitari di Azione Universitaria, e moderati da Francesco Quattrociocchi dell’esecutivo nazionale di Gioventù nazionale. Insieme, tutti i relatori, hanno delineato un quadro di radicato e diffuso disagio giovanile, ma anche una precisa visione di come combatterlo, rimettendo al centro il valore della vita e di sé, la consapevolezza delle proprie possibilità, la forza che si trae dall’affrontare le sfide, la crescita che si consegue misurandosi anche con il fallimento. Tutti passaggi non più scontanti in un mondo che ha progressivamente teso a cancellare la possibilità di crisi dalla vita dei ragazzi, privandoli drammaticamente dell’opportunità di fortificarsi.

“Il progresso è un’opportunità di sviluppo solo se non esclude la persona, se contempla al suo interno il fattore umano migliorandone la vita. Dalla società delle piattaforme, a quella dell’intelligenza artificiale, non possiamo ignorare l’alterazione delle relazioni e delle dinamiche sociali generate dall’uso improprio delle tecnologie”, ha detto Bellucci, che prima che viceministro è psicoterapeuta e che ha affrontato in particolare il tema della dipendenza dal virtuale, dai dispositivi, dai social, dalle challenge. “La difesa della vita e la promozione del benessere sociale, passano anche da come riusciremo a garantire che il virtuale, e le errate percezioni che genera, non siano una minaccia per la crescita e la formazione dei nostri ragazzi e, invece, l’innovazione tecnologica sia una opportunità di evoluzione e sviluppo a servizio delle persone”, ha aggiunto Bellucci, ricordando come anche il dl Lavoro, che smantella il reddito di cittadinanza, rappresenti un tassello dell’azione del governo per restituire ai giovani il gusto dell’esistenza, dell’impegno, dell’avere uno scopo e, quindi, costituisca uno strumento di libertà dalle dipendenze.

Del ruolo della scuola ha parlato poi il sottosegretario Frassinetti, illustrando l’impegno del governo per affrontare i problemi che l’istituzione presenta dopo “tantissimi anni di lassismo e non curanza” e che si ripercuotono tanto sugli studenti quanto sui docenti. Frassinetti ha indicato nella perdita di autorevolezza della figura del docente e nel disagio dei giovani le cause di episodi come quelli dell’insegnante accoltellata e della collega colpita con pallini ad aria compressa, avvertendo che “la scuola non può essere educante se coccola sempre gli studenti come soggetti problematici”. Dunque, no a ipotesi come l’abolizione dei voti al liceo, che il sottosegretario rimetterebbe anche alla primaria; no alla paura del confronto; no alla paura della valutazione. Anche perché questo cancella la possibilità per la scuola di essere “ascensore sociale” e lascia sul campo opportunità solo per chi può permettersele economicamente. “Se l’asticella si abbassa sempre di più, i ragazzi penalizzati sono quelli che hanno come unica chance il loro impegno, le loro capacità. Perché gli altri, quelli che se le possono permettere economicamente, le chance se le vanno a cercare altrove”.

 

 

 

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