Europee, Meloni nel simbolo di FdI. Schlein la imita e spacca il Pd

Il nome di Giorgia Meloni, accompagnato dalla tradizionale fiamma tricolore, sarà nel simbolo elettorale, ed è stato depositato da Fratelli d’Italia al Viminale, in vista delle Europee.

Il contrassegno presentato da Fdi mantiene la sua consueta veste grafica e non c’è nessun riferimento ai Conservatori europei all’interno del logo. Nel Pd Elly Schlein impone il suo nome, e la sua presenza in lista,  nel simbolo del Pd, che si è  spaccato per questo nella direzione nazionale.

Il presidente del partito, Stefano Bonaccini,  si è dichiarato a favore, così come Pierfrancesco Majorino, mentre contrari si sono detti Gianni Cuperlo, Stefano Lepri, Silvia Costa e Paola De Micheli. Di sicuro sono stato tre i no nella segreteria del Pd alla proposta, Peppe Provenzano, Marco Sarracino e Debora Serracchiani. “Alle europee si vota il Pd, non il segretario. Il nome nel simbolo è stato inserito solo una volta, alle politiche con Veltroni. Anche con Bersani e Renzi una proposta del genere è stata bocciata”.  “Il nome nel simbolo è per l’elezione monocratica, alle europee bisogna votare Pd. Uno degli interventi più decisi in Direzione sull’inserimento del nome di Elly Schlein nel simbolo Pd per le europee è stato quello di Susanna Camusso. “Sono contraria. Non per Elly, ma per la nostra idea di partito”, ha detto la senatrice dem.

‘’Schlein candidata alle europee nelle liste Pd? La prima mazzata arriva dai grillini. “Ho chiarito da subito che nella nostra comunità non è pensabile che esibisci il tuo nome sulla scheda elettorale e non sei conseguente. Per noi questa è una presa in giro dei cittadini.  Confermo che non sarò candidato e non ci sarà il mio nome nel simbolo”, ha immediatamente attaccato il presidente del M5S Giuseppe Conte, ospite di ‘In mezz’ora’ su Rai Tre. Molto critico con l’eventuale decisione di inserire il nome della Schlein nel simbolo del Pd, è anche Romano Prodi: “Quel che sta succedendo dimostra proprio che non mi dà retta nessuno. Ragioniamo con un po’ di buonsenso, perché dobbiamo dare un voto a una persona che, se vince, di sicuro non ci va. Queste sono ferite della democrazia, si scava un fosso per cui la democrazia non è più amata. Ho detto solo questo. Riguarda Meloni, Schlein, Tajani e tutti. Non è questo il modo di sostenere che la democrazia è un sistema al servizio del popolo”.

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