Foto Mauro Scrobogna/LaPresse 28-11-2023 Roma (Italia) - PD, mancata proroga del mercato tutelato dell'energia - Nella foto: la segretaria PD Elly Schlein durante la conferenza stampa convocata d'urgenza per fare il punto sulla mancata proroga del mercato tutelato dell'energia nel decreto appena varato dal governo November 28, 2023 Rome (Italy)- Politics - PD, failure to extend the protected energy market - In the photo: PD secretary Elly Schlein during the press conference urgently called to take stock of the failure to extend the protected energy market in the decree just passed by the government

Europee e segretaria Pd, Bonaccini su Elly Schlein: ‘Abbiamo idee diverse sulle candidature’

Il bilancio della due giorni di Gubbio è la fotografia di un partito allo sbando. Ne è consapevole l’organizzatrice, la capogruppo Pd alla Camera Chiara Braga che  sul quotidiano ‘Domani’ appare sulla difensiva in una intervista dove non fa che ripetere che nel Pd ci sono anime diverse che si confrontano sui temi della pace e della guerra. Un modo diplomatico per dire che il Pd non ha una linea. Blanda la difesa della segretaria indifferente all’incontro: aveva un’agenda intensissima. Poca chiarezza anche sulla candidatura alle europee. Non si sa nulla. A che è servita allora Gubbio? “l’obiettivo della riflessione è stato raggiunto”.

Mancano meno di cinque mesi alle elezioni europee e la questione delle candidature, anche dentro il Pd, è entrata nel vivo: a tenere banco nel dibattito l’ipotesi, mai espressa né smentita esplicitamente dalla diretta interessata, di una candidatura in tutte e cinque le circoscrizioni della segretaria Elly Schlein, per fronteggiare la stessa mossa che potrebbe fare Giorgia Meloni con Fratelli d’Italia.

Un’ipotesi che crea dibattito, non solo perché la scelta delle candidature è particolarmente importante per il risultato elettorale (visto che alle europee si vota con le preferenze), ma perché poi, a cascata, determina un gioco di incastri sugli altri nomi da mettere in lista e sulle possibilità di elezione dei singoli candidati.

Fra quelli a cui l’idea di vedere Elly Schlein guidare in prima fila la partita non piace c’è Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna e del Pd.

“Noi – ha detto – siamo un grande partito, che ha una classe dirigente molto robusta, se Schlein si vuol candidare ci mancherebbe, personalmente ritengo, come ha detto anche Prodi che non sia quello che attiene a un partito plurale, come il nostro. Abbiamo un’idea diversa di come affrontare le candidature. Giorgia Meloni vuole fare un referendum su se stessa perché non vuole parlare d’Europa”.

Bonaccini, peraltro potrebbe essere tentato dall’anticipare la fine della sua esperienza in Regione in scadenza nel 2025 per andare alla Camera europea. Un’ipotesi che ai vertici del Pd non dispiace: la candidatura di Bonaccini potrebbe trainare il partito nella circoscrizione nord-est, che comprende l’Emilia-Romagna, ma anche il Veneto, anche se la sua uscita anticipata regalerebbe al centrodestra un potente argomento di campagna elettorale.

Elly Schlein e la sua strategia politica: un disastro. Ed è anche una sintesi gentile. La segretaria ne sta combinando di tutti i colori, e non si intravede dietro questa catena di scivoloni una prospettiva che non sia quella dell’autolesionismo. I suoi si vedono a Gubbio e lei li snobba, poi ci va e dice che era assente perché era al cinema. Quindi afferma che l’Italia non deve inviare armi a Israele e si becca una rispostaccia di Tajani. Ma in quella frase non c’è solo imperizia. C’è anche l’intenzione di schierarsi. Frase infelice perché sembra benedire l’assalto dei centri sociali a Vicenza contro gli operatori israeliani in Fiera.

Schlein resterà muta, come fa notare Tommaso Foti: “Condanna i saluti di Acca Larenzia e tace sui disordini causati dai centri sociali“. Non tace invece sulla scelta di coscienza della consigliera veneta Anna Maria Bigon, che definisce una “ferita”. Altro incidente dialettico che scatena il malumore dell’ala cattolica dem. «Se puniscono Bigon mi autosospendo dal partito», ha minacciato su Avvenire Graziano Delrio. E ha aggiunto: «Su questi temi mai, e ripeto mai, la disciplina di partito può sovrastare la coscienza».”

“Si infiamma – scrive il Corriere – la chat dei senatori dem. Sono diversi a commentare le sue parole: «La libertà di coscienza ha rappresentato un tratto identitario del Pd sin dalla sua fondazione», osserva Alessandro Alfieri. Su questo punto il solitamente cauto Lorenzo Guerini è netto ed esprime pubblicamente il suo dissenso dalla linea della segretaria secondo cui Bigon avrebbe dovuto disertare il voto: «Sulle questioni eticamente sensibili si deve avere grande rispetto della sensibilità di tutti.

Sui fatti di Vicenza parla però Piero Fassino: “Quel che è accaduto a Vicenza indica quanti danni stiano producendo la criminalizzazione di Israele e la diffusione di pulsioni antisemite e antiebraiche verso cui è colpevole e inescusabile ogni forma di passività”. Anche quella, si capisce bene, della segretaria Schlein.

Per ora le prese di posizione di Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico (Pd), si focalizzano a corrente alternata contro il centrodestra e contro il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, realtà che  ha riacceso il dibattito politico sull’autonomia dei sindaci e sulla sicurezza stradale nelle città italiane. In particolare, Schlein critica aspramente l’approccio di Salvini verso le politiche di limitazione della velocità nelle aree urbane, accusandolo di minare l’autonomia dei sindaci e di ignorare le necessità di rafforzamento del trasporto pubblico.

Il dibattito si concentra sulla decisione di alcune città, come Bologna, di imporre limiti di velocità di 30 km/h in determinate aree urbane. Salvini, da parte sua, ha annunciato l’intenzione di semplificare e chiarire le norme relative ai limiti di velocità, focalizzandosi sul contesto urbano. Questa mossa è stata interpretata da molti, incluso Schlein, come un tentativo di limitare l’autonomia decisionale dei sindaci in materia di sicurezza stradale.

Schlein sottolinea come anche sindaci di centrodestra, ad esempio a Olbia e Treviso, abbiano adottato misure simili per migliorare la sicurezza stradale, la mobilità e la qualità dell’aria. Questo mette in evidenza l’ampio sostegno a livello nazionale per iniziative di questo tipo, che seguono l’esempio di città europee come Amsterdam, Bruxelles, Londra e Barcellona, dove tali politiche hanno portato a risultati positivi in termini di sicurezza e qualità dell’aria.

Elly Schlein, inoltre, chiede a Salvini di concentrarsi sulla ricerca di risorse per il Trasporto Pubblico Locale, evidenziando la necessità di rafforzare i servizi, estendere i bonus per gli abbonamenti e rinnovare i contratti dei lavoratori del settore. Questa richiesta si inserisce nel contesto di un più ampio dibattito sul ruolo del trasporto pubblico nel miglioramento della qualità della vita urbana e nella riduzione dell’inquinamento.

La posizione di Schlein trova sostegno anche in altri esponenti politici, come Angelo Bonelli dell’Alleanza Verdi Sinistra, che critica l’atteggiamento di Salvini e sottolinea come lo stesso Ministro avesse precedentemente firmato un decreto a favore delle zone a 30 km/h. Questo aspetto mette in luce le contraddizioni nella politica di Salvini e rafforza l’argomentazione di Schlein sulla necessità di un approccio coerente e sostenibile alla gestione della sicurezza stradale e del trasporto urbano.

La disputa tra Schlein e Salvini solleva questioni fondamentali riguardo l’autonomia dei sindaci e le strategie per una mobilità urbana sicura e sostenibile. Mentre la polemica politica continua, il dibattito sottolinea l’importanza di politiche ben ponderate e supportate da dati scientifici nel campo della sicurezza stradale e della gestione del trasporto pubblico.

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