La segretaria del PD Elly Schlein chiude l'Assemblea Nazionale del Partito Democratico presso il centro congressi 'La Nuvola', Roma, 12 marzo 2023. ANSA/FABIO CIMAGLIA

Elly Schlein, tra suo lato modaiolo e perdita esponenti del Pd

Ha destato non poco scalpore e qualche polemica la nuova intervista rilasciata da Elly Schlein. Nello stesso giorno in cui la segretaria del Pd sfilava in piazza con la bandiera tricolore, nel giorno della Festa della Liberazione, su una delle più famose tra le riviste di moda veniva pubblicata un’intervista che ne ha rivelato il lato più “frivolo”.

Sulle pagine di Vogue Italia, Elly Schlein ha svelato la donna dietro la politica, raccontando delle proprie passioni e rivelando una, decisamente inaspettata, passione per la moda. A quanto pare, la segretaria è una fan dell’armocromia e, dopo esser diventata leader del Partito Democratico, ha iniziato ad affidarsi a una professionista per rifarsi il look.

È il nuovo volto della politica italiana, leader decisa e sempre impegnata a battersi per diritti civili e lotta al cambiamento climatico. Nel  tempo libero, però, Elly Schlein è una millennial come tante altre che alla sera allevia lo stress “guardando una serie tv oppure giocando alla PlayStation”. Ed ecco che, intervistata da Vogue, la segretaria del Pd rivela il suo lato inedito e decisamente più leggero di quello cui siamo abituati.

“Sono una fan di serie di culto come Stranger Things, Vikings, The Crown. – racconta Schlein – Cinematograficamente sono onnivora. Però ho amato molto il cinema di Kim Ki Duk, regista coreano purtroppo scomparso con il Covid”. Una giovane comune sì, ma con gusti decisamente raffinati. “Tra gli altri preferiti ci sono i film di Tarantino, di Ken Loach e i classici del cinema italiano, come L’armata Brancaleone, che guardavo in casa grazie alla collezione di videocassette di mio babbo”.

Anche in fatto di musica, Elly Schlein mantiene gusti lontani dal mainstream e si rivela essere una vera rockettara, non senza una vena di follia: “Ascolto cose molto varie, ma soprattutto musica indie come i Mumford & Sons, i Radiohead e i canadesi Rural Alberta Advantage. Una volta sono partita da sola, come una pazza, alla volta di Amsterdam per andare a un loro concerto, poi dopo lo show sono andata a cercarli e li ho conosciuti in un whisky bar, dove abbiamo passato il resto della notte a chiacchierare”.

Power dressing è vestirsi per sentirsi sicuri di sé e offrire agli altri l’immagine di una persona forte e determinata. Elly Schlein, ammette di non conoscere il termine, ma non nega che il suo modo di vestire è decisamente cambiato da quando è stata eletta segretaria del Pd: “Le mie scelte di abbigliamento dipendono sicuramente dalla situazione in cui mi trovo”.

“A volte sono anticonvenzionale, altre volte più formale. In generale dico sì ai colori e ai consigli di un’armocromista, Enrica Chicchio”. Non lo avesse mai detto: la scelta di una deputata di sinistra che si affida a una consulente d’immagine ha scatenato una valanga di critiche e commenti sarcastici, come se l’attenzione al look fosse una contraddizione in termini per chi si occupa di battaglie sociali. D’altronde, Elly Schlein a cercare di sconfiggere i pregiudizi è abituata.

Si chiama Enrica Chicchio, è di Bologna e tra i suoi servizi vi sono armocromia, consulenza d’immagine e personal shopper: ecco chi è la donna che si cela dietro il cambio di look di Elly Schlein: “Elly non ha un look da centro sociale. Abbiamo sostituito l’eskimo con un trench di taglio sartoriale. Ma sarebbe controproducente snaturarla nel look rispetto a quello a cui siamo abituati” spiega la consulente a Repubblica.

Per la segretaria, Chicchio ha scelto “un guardaroba giocato su pochi elementi: tanto colore e pezzi chiave facilmente abbinabili che rendono agevoli incontri e spostamenti”. È Chicchio a fare shopping per la leader dem, “lei non ha tempo”, a scegliere gli outfit da indossare nelle occasioni ufficiali e ad assicurarsi che tutto sia pensato per esaltare i toni di Elly Schelin che, conferma la consulente, nella scala armocromatica si posiziona come una inverno.

Al di là delle scelte modaiole della segretaria Il Pd continua a perdere i pezzi. Dopo l’avvio della sua gestione targata  i dem hanno visto salutare Beppe Fioroni, Andrea Marcucci ed Enrico Borghi. L’ultima della fila, per adesso, sembra essere l’europarlamentare Caterina Chinnici. Si vocifera che dopo di lei potrebbe toccare a Piero De Luca, nonostante la sua smentita

Il primo a fare rumore, il 27 febbraio 2023, è stato Beppe Fioroni, ex ministro dell’Istruzione del secondo Governo Prodi, che è uscito dal Pd contestandone la trasformazione da partito di centrosinistra a “definitivamente di sinistra“.

Il 22 aprile 2023 è il turno di Andrea Marcucci, ex senatore rimasto fuori dal Parlamento alle ultime elezioni che non rinnova la tessera e decide di iscriversi al neonato partito centrista Liberali democratici europei.

Dopo l’uscita dal Pd, lo stesso Marcucci ha rivelato – ai microfoni di ‘Un giorno da pecora’ su Rai Radio 1 – che Elly Schlein “mi ha scritto due o tre messaggi, esprimendomi la volontà di incontrarmi. Penso ci sia molto da discutere e da dirci. Quello che sta facendo il Pd penso può esser utile per il Paese, ma lo potrebbe essere anche un polo liberaldemocratico. Non c’è nulla che mi abbia deluso profondamente, c’è stata solo la consapevolezza che il Pd ora abbia scelto di avere una spinta molto a sinistra“.

Il terzo dem a lasciare il Pd è stato Enrico Borghi, passato a Italia Viva.

Borghi è anche membro del Copasir e il Pd si ritrova improvvisamente senza un rappresentante nell’organismo, tolto il presidente Lorenzo Guerini.

I dem chiedono a Borghi di lasciare il Copasir, ma il senatore – che non ha alcuna intenzione di farlo – non è tenuto a uscire dall’organismo.

L’ultima – per adesso – a lasciare il Pd sembrerebbe essere l’eurodeputata Caterina Chinnici, pronta a transitare in Forza Italia. Caterina Chinnici è la figlia di Rocco Chinnici, magistrato ucciso dalla mafia a Palermo il 29 luglio 1983.

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