È morto Antonio Molinari che ha reso la Sambuca un simbolo del Made in Italy

È morto  Antonio Molinari, che insieme ai fratelli Marcello e Mafalda seppe fare della sambuca e dell’azienda che porta il nome di famiglia un simbolo del Made in Italy. Antonio, Tonino per chi lo conosceva, aveva 81 anni ed era malato da tempo. I funerali si sono tenuti nella  Cattedrale di Civitavecchia.

Da qualche anno ormai aveva passato la guida della Molinari spa ai figli Angelo, Mario e Inge, quest’ultima presidente della Fondazione “Angelo e Mafalda Molinari Onlus”. Tonino, il penultimo dei sei figli di Angelo, il capostipite e fondatore dell’azienda, era stato amministratore delegato al fianco della sorella Mafalda, già senatrice di An, scomparsa nel 2015, che era presidente. Era entrato formalmente in azienda nel 1967, ma aveva 5 anni quando fu arruolato per il suo primo impiego: mettere i tappi alle bottiglie di quel liquore nato dall’intuizione e dal talento del padre, esperto di profumi e miscelazioni. Era il 1945 e Angelo Molinari aveva gettato le basi di quella che sarebbe diventata una storia di grande imprenditoria italiana.

Molto si conosce della Sanmbuca Molinari e dell’azienda che le sta dietro: il tratto di assoluta qualità che ne ha fatto l’indiscusso prodotto leader del settore; l’impronta glamour che l’ha resa un’icona a partire dalla Dolce Vita, con tanto di lettere di ammirazione da parte di Frank Sinatra; la visione strategica, grazie alla quale le 300 bottiglie al mese con cui iniziò Angelo si sono moltiplicate fino a una capacità produttiva di 50mila bottiglie al giorno.

Ancor di più vale la pena riflettere, dunque, sul legame che quest’azienda e il suo management familiare hanno sempre voluto mantenere col territorio. La Sambuca è nata e rimasta Molinari, è nata e rimasta a Civitavecchia, pur aprendo stabilimenti in altri luoghi d’Italia ed espandendosi a livello globale. Anche la Fondazione, voluta da Mafalda in nome del padre e poi estesa anche al suo, è segno di questo legame. E che oggi si ritrova tutto nell’affetto con cui Civitavecchia dà l’addio a “Tonino” e si stringe intorno alla sua famiglia.

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