Coronavirus, Trump invia guardia nazionale in tre stati

Il presidente degli Usa Donald Trump ha autorizzato l’utilizzo della Guardia Nazionale negli Stati di New York, California e Washington, le tre aree del Paese maggiormente colpite dall’emergenza coronavirus. “Attraverso la FEMA (l’agenzia americana per la gestione delle emergenze nazionali, ndr), il governo federale finanziera’ al 100% il costo del dispiegamento delle unita’ della Guardia Nazionale, con l’obiettivo di svolgere missioni specifiche per affrontare il virus”, ha detto Trump ai giornalisti dalla Casa Bianca, spiegando che saranno i governatori “a rimanere al comando e a coordinare le operazioni”. Il generale Joseph L. Lengyel, capo dell’Ufficio della Guardia Nazionale, ha dichiarato che i soldati supporteranno il Dipartimento della salute nello svolgimento dei tamponi e nell’utilizzo di nuove strutture mediche. Mentre il presidente Trump ha ordinato alla FEMA di installare nei tre Stati undici infrastrutture mobili di grandi dimensioni: quattro per un totale di 1.000 posti letto per New York (che verranno installati all’interno del Javits Center di Manhattan), otto per 2.000 posti letto in California e tre per 1.000 posti letto nello stato di Washington.

Nello Stato di New York sono 16.900 le persone risultate positive, 1.110 di queste nella sola giornata di domenica, con 150 vittime: solo a New York, ora, si registra il 5% dei casi di coronavirus di tutto il mondo. “Aprile sara’ peggio di marzo e temo che maggio sara’ peggio di aprile”, ha dichiarato in un’intervista a NBC nella serata di domenica il sindaco della citta’ di New York, Bill de Blasio. Mentre i governatori Gavin Newsom (California), Andrew Cuomo (New York) e J.B. Pritzker (Illinois) continuano a chiedere al Presidente Trump l’applicazione del “Defense Production Act”, che permetterebbe al governo federale di imporre alle aziende private la produzione di materiale medico come mascherine e ventilatori, di cui molti ospedali stanno per rimanere privi. Non e’ invece arrivato l’accordo al Senato sul pacchetto di aiuti anti-coronavirus.

I Democratici hanno infatti congelato i tavoli delle trattative con i Repubblicani per l’approvazione della misura, che vale 1,8 trilioni di dollari, perche’ “il pacchetto non proteggerebbe adeguatamente i lavoratori, ma solo le grandi corporazioni”, come ha spiegato domenica ai giornalisti il leader della minoranza Chuck Schumer, che pero’ ha lasciato uno spiraglio aperto: “Siamo vicini a un accordo come mai lo siamo stati prima, nelle ultime 48 ore”.

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