Considerazioni di Roberto Staglianò su ‘Dieci storie proprio così terzo atto’ in scena al Teatro India di Roma fino al 29 marzo

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Roberto Staglianò le sue considerazioni su ‘Dieci storie proprio così terzo atto’, in scena al Teatro India di Roma fino al 29 marzo.

 

Un’altra storia è il titolo del Festival dell’impegno civile in corso al Teatro India di Roma, dal 21 al 29 marzo, un progetto concreto che mira alla formazione delle coscienze per ‘combattere il disincanto, la corruzione e il malaffare’. Qualcosa di più che una dichiarazione d’intenti insomma. Aperto in concomitanza con la XXIII Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie,

Teatro di Roma e Associazione CO2 Onlus presentano e promuovono un ricco programma di incontri, laboratori ed eventi in collaborazione con le associazioni ‘daSud’, ‘ilsalto.net’, ‘Fondazione con il Sud’, ‘Libera’ e ‘Italia che cambia’. L’obiettivo è quello di creare una cittadinanza attiva, ispirando il senso e la portata di un sano e responsabile agire collettivo. Per recuperare e diffondere la bellezza, con la funzione del’arte del Teatro e del dialogo tra diverse generazioni. Sarà possibile visitare la mostra McMafia: Mafia, camorra e ‘ndrangheta nella storia del fumetto, a cura dell’Associazione daSud e del Museo del Fumetto. Ci saranno anche la ‘palestra di impegno civile aperta a tutti i cittadini di ogni età’, la biblioteca della legalità per i piccoli, i laboratori teatrali, i dibattiti e le rassegne.

Una ricca scaletta, un vero e proprio palinsesto con tavole rotonde, incontri con voci autorevoli. Da Raffaele Cantone (21 marzo) a Rosy Bindi (23 marzo), dal Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho (24 marzo) a Giovanni Minoli e il Procuratore capo DDA di Catanzaro Nicola Gratteri (25 marzo), oltre a volti noti come Pif e gli attori di Gomorra Cristina Donadio e Arturo Maselli (25 marzo).

Un ruolo centrale di funzione trainante nel cartellone è quello dello spettacolo ‘Dieci storie proprio così terzo atto’, un’opera-dibattito su mafie e antimafia che verrà replicata in diverse date. Lo spettacolo di Emanuela Giordano e Giulia Minoli vede protagonisti una compagnia di cinque attori e due musicisti: Daria D’Aloia, Vincenzo d’Amato, Tania Garribba, Valentina Minzoni, Alessio Vassallo. Tommaso Di Giulio è l’autore delle musiche e il chitarrista, alla batteria c’è invece Paolo Volpini.

L’opera, giunta alla sua terza edizione, con una drammaturgia completamente inedita, è una sorta di interessante esperimento culturale che mette insieme il docufilm,unendolo con  l’azione, il linguaggio del Teatro, parte integrante del progetto ‘Palcoscenico della legalità’. Sono storie raccontate da gente senza paura: parenti di vittime di mafia, volontari di associazioni e cittadini che si impegnano e operano per realizzare quell’alternativa al degrado, alla corruzione di sistema prodotta dalla criminalità micro e macro, all’inefficienza burocratica.

Sul palcoscenico del Teatro India prende forma e viene rappresentata quello che è stata l’esperienza di vita di quelle persone che dal Piemonte al Lazio, passando per l’Emilia Romagna, parlando in siciliano piuttosto che lo slang dei vicoli di Napoli hanno compiuto una missione quasi identica. Hanno realizzato quello che ha efficacemente esposto in sintesi Raffaele Cantone: l’entusiasmo è il migliore antidoto alla corruzione. Insieme all’operosità, all’efficienza, alla restituzione di quella funzione di controllo dei cittadini che non può essere delegata solo alle Forze dell’Ordine. Anche quando comporta rinuncia, isolamento, dolore. Perché non si può fare altrimenti.

Dieci storie proprio così – Terzo atto è lo specchio, il riflesso di un’Italia periferica, ai margini o al centro della cronaca nel momento finale del loro epilogo, ma che continua a lottare e a sopravvivere. Le dieci storie sono quelle di Bruno Caccia, procuratore della repubblica di Torino, ucciso dalla ‘ndrangheta nel 1983..Sono le storie del sindaco Gabriella Augusta Maria Leone, della collaboratrice di giustizia Maria Stefanelli, di Gabriele Saffioti, imprenditore edile calabrese, della giornalista Federica Angeli, dell’imprenditrice trapanese Elena Ferraro, di Nicoletta Polifroni, di Giovanni Tizian, giornalista calabrese trasferitosi, dopo l’uccisione del padre, in Emilia Romagna. Sono anche gruppi e associazioni come Cortocircuito, gli studenti universitari di Reggio Emilia, Associazione Figli in Famiglia, Sanitaensamble, orchestra di giovani del Rione Sanità di Napoli, TorPiuBella al servizio della comunità di Tor Bella Monaca, la Cooperativa sociale La Paranza, il ristorante La fattoria di Masaniello.

Dieci storie proprio così -Terzo atto, nell’intenzione delle autrici ‘è una ‘ragionata’ provocazione contro quella rete mafiosa, trasversale e onnipresente, che vorrebbe sconfitta la coscienza collettiva, la capacità di capire e reagire’. A Sud, come a Nord. Brividi, ricordi, pensieri, fatti, rabbia e disperazione che conosco molto bene, in quanto figlio della Calabria. Come il rumore sordo delle esplosioni delle macchine. Le vittime oneste che conoscevo, morte ammazzate per quella loro normalità dell’onestà. Il silenzio assordante di un omicidio, ritornando a casa in bicicletta, in un pomeriggio d’estate, nei pressi del bar del Paese. E la prima sparatoria in piazza dei Martiri, quando scappando per metterci al riparo, mi sono accorto di avere del sangue non mio, sotto la suola delle scarpe. Ecco, fino a che ogni persona per bene, ogni giusto, non smetterà di essere indifferente al male, quel sangue di ogni vittima di mafia, ieri come oggi, rimarrà inesorabilmente attaccato addosso su tutti noi.

Roberto Staglianò

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