COME ZUCCHERO SU LIMONE, presentato a Roma l’ultimo libro di Maria Zappacosta

Domenica 6 novembre, davanti ad una nutrita ed attenta platea, è stato presentato a Roma nei locali SO2 in via Ettore Giovenale, l’ultimo libro di Maria Zappacosta, la poetessa italo-ungherese alla sua prima monografia.

Moderatrici della serata le giornaliste Donatella Coccoli e Annalina Ferrante coadiuvate dalla voce recitante di Giò Giò Rapattoni.

Donatella Coccoli ha fatto gli onori di casa interrogandosi sul senso e il significato della poesia oggi: “Sono felice di essere qui perché la poesia in questo periodo terribile, funestato da anni di pandemia, dalla guerra, da un clima irrespirabile nel paese anche dal punto di vista politico, rappresenta una boccata di ossigeno”, parla di uno sguardo verso un altro mondo, di un tempo rubato “al non ripetersi del ripetersi” citando Nazim Hikmet e la sua Concerto in re minore n. 1 di J. S. Bach.

Coccoli paragona la poesia a un atto di reazione culturale e umana, con uno sguardo verso il mondo dell’irrazionale e del non cosciente, descritto da tutti come cattivo, perverso e maledetto, ma che invece l’arte mostra in ben altro modo. Poesia come qualcosa di irrinunciabile, la finestra da aprire su un mondo che restituisce il senso della vita.

L’autrice scrive componimenti che evocano immagini utilizzando un linguaggio costituito da parole comuni, che riportano però a concetti che sono al di là della realtà, anche nel rapporto che traspare con la natura, una natura utilizzata in senso sempre diverso che rimanda ad altro, a sogni ed aspirazioni, a sensazioni vissute.

Annalina Ferrante parla di una poesia che non va compresa ma vissuta appunto, proprio come quella dell’autrice che è una danza continua di parole, combinate tra loro in maniera incredibile.

Maria Zappacosta interviene ringraziando e arricchendo la serata delle sue parole preziose: “La poesia è il nostro coraggio per un mondo che s’invaghisce delle fiammelle del tempo. La fiammella è l’emozione che ci crede eroi, protagonisti della nostra vita seguendo direzioni dettate dall’istinto. L’intuizione che non tradisce in quel grappolo di stelle che ci coglie marinai fino a diventare capitani della nostra storia. Si sogna; si colora l’orizzonte per noi, per ogni scelta che origina il passo.”

“Vedo la poesia come la composizione di un brano, la sua musicalità mi porta ad immergermi in un’altra dimensione che tocca le mie corde più intime. Allo stesso tempo è il richiamo di una voce che fa eco ai sentimenti, ai diari del tempo che rendono il vissuto, una scorza d’onda che profuma di radici. Il buio dorme, il regalo del poeta dietro una maschera che non è più il nascondere, ma l’invito ad un ballo che riporta il sentire ad aprire il palcoscenico della vita.”

La presentazione si è conclusa con la commovente lettura corale del brano Destini incrociati: “Città sperdute verso un tramonto attendono la fiamma. / Corridoi di strade replicano i passi di sconosciuti mai incontrati, / una parola rischiara la voce e dolcemente annuncia una riunione. / Forestieri assetati siedono su marciapiedi mai cantati, / anch’essi attendono il loro cuore ardere. / Nessuna malinconia può estirpare la loro speranza, / occhi che non si confondono rendendo l’estraneo in umanità. / Una mano tesa si porge al primo straniero e l’amicizia sorge. / File di umani incrociano le proprie esistenze, / dedizione nel lasciarsi andare esultando al loro avvicinarsi. / Le mura della diffidenza crollano / e la fiamma del mistero si accende. / La forza della bellezza accresce, / il valore umano resta scolpito al sole incoronando la luna. / Ciclo di eventi e di vite vissute, archi di pietre prendono forma / ad ogni passaggio si esaltano e trionfano a suon di tromba. / Essere umano ad essere umano, / una lettera d’amore inizia a scriversi tra gli angoli più bui / dove povertà non conosce confini / ma il coraggio rinasce ad ogni filo d’erba. / L’assetato viene dissetato e ruscelli dove si specchia il cielo / nascono come libri di corteccia e resina di vita.”

Massimo Gherardini nella prefazione al testo spiega bene la genesi artistica dell’autrice di Come zucchero su limone: “L’intensa arte della profonda autrice Maria Zappacosta nasce dalla felice unione delle due anime che da sempre albergano dentro di lei: quella magiara e quella italiana. Le origini italo-ungheresi, infatti, hanno permesso non solo lo scorrere nelle vene di un binomio di sangue e tradizione, ma anche e soprattutto due diversi modi di pensare, di vedere, di sentire, di immaginare il mondo.” (…) “L’arte di Maria è un ponte di dolcezza sugli eventi acri della vita.”

Credo che nei periodi di incertezza sia sempre necessario e consolatorio appagare a propria anima con letture ricche di bellezza confortante, i versi di Maria Zappacosta toccano corde emozionali che regalano intimi momenti di riflessione. Buona lettura!

Maria Zappacosta

COME ZUCCHERO SU LIMONE

Casa Editrice Dantebus www.dantebus.com | Progetto Grafico: Andrea Pisano | Disponibile in e-book

Loredana Margheriti

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