Carburanti e speculazioni. Governo chiede intervento Guardia di Finanza

Strategia della trasparenza, sul fronte dei carburanti: il governo Meloni vuole vederci chiaro sui rincari dei prezzi  ai distributori e mette in campo il braccio della Finanza, chiamata a indagare e vigilare sulle speculazioni. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, incontrano a Palazzo Chigi il Comandante Generale della Guardia di Finanza, Gen. Giuseppe Zafarana, per fare il punto e valutare ogni possibile ulteriore azione di contrasto alle speculazioni in atto sui prezzi dei carburanti.

L’obiettivo è quello di ‘bloccare’ i furbi ‘ come ha detto anche il ministro dei Trasporti Matteo Salvini: “In Cdm; ragioneremo se tra guerra, caro materiali e caro materie prime sia il caso di intervenire, se ci siano denari per intervenire. Sono contento che ci siano dei controlli a tappeto perché qualcuno aimè, anche in questo caso, come per gas e luce, ne sta approfittando. Per lo stesso prodotto non puoi pagare 1,70 euro in una città e 2,30 euro in un’altra”, osserva il ministro. Quindi, intanto occorre ”bloccare i furbi e far pagare chi sta esagerando. Poi conto che i prezzi in discesa arrivino anche alla pompa di benzina perché non può calare il prezzo del barile e aumentare il prezzo al distributore”.

Sul fronte dei partiti, il senatore Lucio Malan, presidente del gruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Madama, nel corso della trasmissione SkyTg24 economia, ha spiegato la strategia nel medio periodo: “Il Governo nella formulazione della legge di bilancio si è trovato davanti a una scelta: mantenere la sospensione delle accise sui carburanti, favorendo soprattutto chi possiede automobili che consumano molto, o destinare quei fondi a misure per lavoro e famiglie come il taglio al cuneo fiscale e l’assegno unico. È stata una scelta politica. Ad ogni modo il nostro programma di governo prevede una riduzione delle accise, abbiamo davanti cinque anni per farlo attraverso una strategia economica complessiva”.

Nel corso del 2022, sono stati eseguiti 5.187 interventi, anche grazie a uno specifico piano d’azione, su scala nazionale, denominato ‘Prezzi carburanti‘, contestando 2.809 violazioni alla disciplina prezzi. Di tali violazioni, 717 hanno riguardato la mancata esposizione e/o difformità dei prezzi praticati rispetto ai prezzi indicati e 2.092 l’omessa comunicazione al Ministero. Lo rende noto in un comunicato il Comando Generale della Guardia di Finanza.

Il Comando Generale della Guardia di finanza, a partire dal marzo 2022 – in concomitanza con l’aumento del prezzo del gas, dell’energia elettrica e dei carburanti, precisa il Corpo, “ha, tra l’altro, dato disposizioni ai Reparti per implementare il sistema di vigilanza degli impianti di distribuzione stradale di carburante e dei depositi commerciali, rivolgendo particolare attenzione alla dinamica dell’andamento dei prezzi nella fase di variazione delle aliquote di accisa; alla necessità di riscontrare la regolare comunicazione dei prezzi applicati per tipologia di carburante al Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), nonché la corretta esposizione al pubblico dei prezzi dei prodotti commercializzati e la corrispondenza con quelli effettivamente pratica

In previsione della fine dell’anno, il Ministro dell’economia e delle finanze ha dato incarico al Corpo della Guardi di Finanza “di intensificare i controlli in tema di prezzi carburanti, avendo particolare riguardo alla rete di distribuzione autostradale e a contesti territoriali sensibili, in ragione del ripristino delle ordinarie aliquote accise e della concomitante intensificazione del traffico veicolare”. Tale indicazione, sottolinea la Guardia di Finanza, “è stata immediatamente seguita da una specifica direttiva per l’avvio, già dai primi giorni del 2023, di un nuovo piano, su scala nazionale, concernente il prezzo dei carburanti, con il coinvolgimento degli oltre 660 Reparti operativi del Corpo e il costante supporto dei Reparti Speciali”.

Il pieno di benzina costa 8,9 euro in più rispetto a quanto costava a fine dicembre: il calcolo arriva dal Codacons che sottolinea come si possa stimare una maggiore spesa su base annua di circa 214 euro ad automobilista. “Al di là dei casi limite registrati nelle isole o su alcune tratte autostradali, dove i listini si avvicinano anche ai 2,5 euro al litro, afferma il Codacons in una nota, è evidente che qualcosa non torna sul fronte dei prezzi alla pompa. Il rialzo di benzina e gasolio era ampiamente atteso come effetto dell’aumento delle accise, ma al netto della maggiore tassazione la componente di prezzo che non risente di Iva e accise avrebbe dovuto scendere per effetto del forte calo delle quotazioni del petrolio, sceso in questi giorni abbondantemente sotto gli 80 dollari al barile. Non si capisce poi come due pompe dello stesso marchio, ma ubicate in zone diverse, possano vendere lo stesso carburante con differenze di prezzo di anche 20 centesimi di euro”. “Siamo lieti che la nostra denuncia sui carburanti abbia portato il Governo ad attivarsi immediatamente per monitorare l’andamento dei listini, ma riteniamo che simili situazioni debbano essere prevenute attraverso una attività di vigilanza costante – afferma il presidente Carlo Rienzi – Per tale motivo all’incontro col ministro Urso previsto per questa settimana, chiederemo al Governo di riformare Mister Prezzi, figura finora rivelatasi fallimentare, attribuendo compiti e funzioni di tale organismo alle associazioni dei consumatori”.

“Quando diventa difficile dare riposte, allora il Governo si rifugia in un’improbabile caccia alle streghe, cercando il colpevole delle malefatte sul prezzo dei carburanti”. E’ quanto afferma la Fegica, l’associazione di categoria dei gestori degli impianti di distribuzione carburanti. “Ovviamente, la scelta più facile è quella di partire dall’ultimo anello della catena: i gestori che con un margine di 3 centesimi al litro (ed un prezzo fissato dalle compagnie) sono i guardiani della fede pubblica”, sottolinea l’associazione, ricordando che “i gestori sono obbligati alla comunicazione settimanale all’Osservatorio Mimit del prezzo praticato al consumatore e alle fatture elettroniche; ai corrispettivi trasmessi per via telematica all’Agenzia delle Entrate e al trasferimento, ogni giorno, delle vendite effettuate con collegamento diretto all’Agenzia delle Entrate. Il tutto in un contesto ipercontrollato nel quale giornalmente vengono annotati, su registri bollati, acquisti del carburante e le vendite attraverso erogatori bollati e piombati”. Per il governo però “sembra più facile controllare una categoria di microimprese, che indagare sui veri problemi che determinano, a monte, queste situazioni. C’era forse qualche illuso che poteva immaginare come il ritorno alla condizione precedente allo sconto Draghi introdotto a marzo 2022, avvenisse senza alcun contraccolpo? – si chiede la Fegica – Ma, come si sa, a chiacchiere sono tutti bravi: il difficile sono i fatti. Quelli hanno la testa dura. Il governo appare smarrito, disarmato e senza alcuna volontà di risalire la filiera per non disturbare i poteri forti”.

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Prezzi ancora in crescita alla pompa di benzina in attesa di recepire i lievi ritocchi al ribasso sulla rete carburanti a valle del calo di mercoledì delle quotazioni internazionali dei prodotti. Secondo le elaborazioni di Quotidiano energia il prezzo medio della benzina servito sale a 1,965 euro mentre quello del diesel sale a 2,023 euro al litro. Il prezzo medio nazionale della benzina in modalità self è 1,821 euro al litro (1,814 il dato del 5 gennaio), con i diversi marchi compresi tra 1,816 e 1,835 euro al litro (no logo 1,819). Il prezzo medio praticato del diesel self è a 1,879 euro al litro (contro 1,875).

Il prezzo medio della benzina in modalità servito in autostrada sale a 2,171 euro: l’elaborazione arriva dalla Staffetta Quotidiana secondo la quale su questa rete il self costa 1,912 euro al litro. Per il gasolio in autostrada si spendono 1,963 euro al litro per il self e 2,223 per il servito mentre per il Gpl si spendono 0,823 euro a litro per il self e 0,900 euro al litro per il servito. Per la benzina le accise pesano per 0,728 euro al litro mentre per il diesel pesano per 0,617 euro.

Da marzo dell’anno scorso, in concomitanza con l’aumento del prezzo del gas, dell’energia elettrica e dei carburanti, alla fine del 2022, la Guardia di Finanza ha eseguito 5.187 verifiche agli impianti di distruzione stradale di carburante e ai depositi commerciali, contestando 2.809 violazioni alla disciplina dei prezzi. In base a quanto emerge dai dati, 717 violazioni hanno riguardato la mancata esposizione o la difformità dei prezzi praticati rispetto a quelli indicati mentre 2.092 sono relative all’omessa comunicazione al ministero.

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