Cannabis: votato testo base, coltivazione depenalizzata

E’ stato votato il testo base sulla cannabis che depenalizza la coltivazione di non oltre 4 piante ‘femmine’.

“E’ un risultato importante, ottenuto sulla scia della giurisprudenza della Corte di Cassazione ma anche grazie alla capacità dei gruppi parlamentari di confrontarsi e trovare una sintesi ragionevole su una materia che la società ha già elaborato e codificato nei comportamenti individuali. La coltivazione in casa di canapa è fondamentale per i malati che ne devono fare uso terapeutico e che spesso non la trovano disponibile oltre che per combattere lo spaccio ed il conseguente sottobosco criminale”. E’ quanto rende noto Mario Perantoni, presidente della commissione Giustizia della Camera e deputato M5S.

La depenalizzazione della coltivazione in casa della cannabis ha prevalso con i voti del M5S e del Pd e degli altri membri della maggioranza, mentre no hanno detto Fdi, Lega e Fi (con il voto in dissenso di Elio Vito), astenuta invece Italia Viva.

Perantoni, che ne è anche il relatore, aggiunge: “Il provvedimento concilia inoltre diverse tendenze delle tre originarie proposte di legge (Magi, Molinari e Licatini) e se diminuisce le sanzioni per i fatti di lieve entità, aumenta da 6 a dieci anni le pene per i reati connessi a traffico, spaccio e detenzione ai fini di spaccio della cannabis. Reati che saranno ora autonomi rispetto alle stesse fattispecie previste per gli oppiacei: si introduce, cioè, una separazione concettuale tra le diverse categorie di sostanze stupefacenti, diversità già evidenziata dalla Corte Costituzionale. Infine una novità per la tutela dei minori e dei giovani: non si potrà mai considerare fatto di lieve entità lo spaccio a minori o che nella vicinanza delle scuole. Un inasprimento per contrastare la criminalità e rafforzare la protezione dei più giovani”.

Il presidente della Commissione, il pentastellato Mario Perantoni, ha salutato il voto come «un risultato importante» che favorirebbe «i malati che ne devono fare uso terapeutico», assestando un colpo alla criminalità. Giubilo anche da altri esponenti del suo partito, come Aldo Penna, per il quale si tratta di «un passo in avanti importantissimo», e del Pd, dove Alessandro Zan sembra aver trovato una una bandiera, dopo l’accantonamento di quella arcobaleno.

In realtà, avverte FdI l’effetto del testo, sarà quello di «favorire inevitabilmente il consumo di droga oltre a promuovere comportamenti pericolosi che minacciano il diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione». «In questo modo si aggrava ulteriormente l’emergenza sociale che, già oggi, vede l’Italia al primo posto in Europa per uso di cannabis tra i 15enni e al terzo nella popolazione generale e non si considera l’incremento di incidenti stradali per uso di droga, oggi prima causa di morte tra i giovani», hanno spiegato le deputate Carolina Varchi e Maria Teresa Bellucci. «Chi pagherà gli altissimi costi sociali e sanitari di tale deriva permissivista e, di fatto, di legalizzazione della cannabis?», si chiedono quindi le parlamentari di FdI, promettendo battaglia in aula.

«La parola d’ordine – ha sottolineato Rampelli – è “dimenticare” e non c’è niente di più efficace di una selva di spinelli consumati senza la pena di doversi andare a procurare droga dai pusher. È il principio elementare dell’autoconsumo». «Saremo lo zimbello d’Europa  già attonita rispetto al nostro primato nell’uso di marjiuana e cannabinoidi tra ragazzi in età scolare. Insomma – ha concluso il vicepresidente della Camera – grazie a Draghi e a chi lo sostiene saremo tutti più sornioni, felpati, storditi e in qualche caso disinibiti. Era proprio di questo che l’Italia aveva bisogno».

Anche la Lega promette barricate in aula. «Come Lega daremo ovviamente battaglia in Aula per evitare che il provvedimento si trasformi in legge», ha avvertito il sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso, mentre il senatore Simone Pillon ha spiegato di trovare «semplicemente assurdo che qualcuno in parlamento ancora insista a voler legalizzare la vendita di droga ai nostri ragazzi». «I giovani – ha aggiunto – hanno il diritto di crescere in contesti sani e di potersi divertire, fare sport, studiare e prepararsi alla loro vita futura senza lo schifo delle droghe.

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