Berlusconi: Non faccio un nuovo partito. Pdl in calo perché mi sono fatto da parte

E’ iniziato da poco a Palazzo Grazioli l’Ufficio di presidenza del Pdl presieduto da Silvio Berlusconi. All’incontro, oltre al segretario Angelino Alfano, prendono parte i capigruppo e i vicecapigruppo di Camera e Senato, i coordinatori nazionali , i governatori di Regione, gli ex ministri del Pdl e diversi dirigenti del partito. All’ordine del giorno della riunione c’è la discussione sul futuro assetto da dare al Pdl oltre a un’analisi sull’atteggiamento da tenere nei confronti del governo Monti. L’ex presidente del consiglio ha aperto l’incontro chiedendo compattezza allo stato maggiore del partito. “Occorre un segnale di compattezza come realmente è”. Silvio Berlusconi ha chiesto ai dirigenti del Pdl a serrare i ranghi perché “non si deve regalare l’Italia alla sinistra. Conosciamo l’esperienza di chi è uscito dalla casa madre e si è perso nel nulla”. E per placare gli animi soprattutto dell’area ex An, pronta a lasciare il Popolo delle Libertà per far rinascere una nuova destra, smentisce le voci che gli attribuiscono la volontà di lanciare un nuovo partito al posto del Pdl. “Non farò un nuovo partito. No ad invenzioni di liste o altre iniziative artificiose”dice secco l’ex premier. E punta il dito contro i giornali di famiglia “quelli più vicini ci stanno facendo tanto male”. E attacca la magistratura a testa bassa. “I magistrati tengono persone in carcere al solo scopo di far muovere accuse nei miei confronti”. Secondo il Cavaliere il Pdl perde sempre più terreno per il sostegno del partito al governo Monti ma soprattutto perché lui, il vero leader, si è fatto momentaneamente da parte. E a supporto di questa tesi cita alcuni dati dati Euromedia in suo possesso che indicherebbero un calo del Pdl dal 27% al 20% nel periodo che va dall’inizio del governo Monti a oggi. “Il 74% degli elettori non condivide l’appoggio a Monti e la restante parte ha lasciato il Pdl perché ha visto Berlusconi nelle retrovie”. E continua a snocciolare numeri sperando di riaccendere lo stato maggiore del partito. “Secondo i sondaggi, l’elettorato del Pdl si divide così: 36% vota sempre Pdl, il 56% si astiene, il 10% vota altri partiti. Ma secondo i sondaggi -continua Berlusconi-  i nostri elettori vogliono tornare a votare se presentiamo loro un programma forte e costruttivo”. Insomma per salvare il partito deve scendere in campo in prima persona. Tanto che il segretario Angelino Alfano subito gli lancia subito un bell’assist. “Presentiamo un documento in sei punti per andare avanti con forza ed affermare che nel nostro paese ci sono due grandi aree storiche e della nostra Silvio Berlusconi è il protagonista”. E aggiunge:  “Questa è una riunione importante perché segna una traccia su tante cose. Abbiamo tenuto una linea coerente da novembre ad oggi”.

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