Bari e Chiara Colosimo, presidente Commissione Antimafia: ‘Il voto di scambio è una piaga da estirpare’

La Commissione Antimafia è al lavoro sulle inchieste di Bari, “lo ha fatto prima con le carte dell’ordinanza sull’Amtab e i primi arresti e continua a farlo con tutti i nuovi filoni che stanno uscendo”. A chiarirlo è  la presidente Chiara Colosimo:  “Il nostro obiettivo è capire se oltre quello che è già emerso, c’è un altro tipo di infiltrazione, ancora più profonda e se la politica è tutta colpevole, nel senso che maggioranza e opposizione hanno fatto finta di non vedere”, ha spiegato Colosimo,  che ha spiegato che più che di “questione morale” parlerebbe di “questione etica”: ‘Sono tra coloro che pensano che non ci sia nulla di peggio del voto di scambio che, a prescindere dai partiti che vengono toccati, è la sconfitta della politica, ma, soprattutto, un tradimento della fiducia della gente che quando sceglie di votare sceglie di darci fiducia per la crescita dei propri territori e delle proprie comunità”.

“La Commissione Antimafia ha chiesto tutti gli atti e chiederà anche quelli al centro delle cronache degli ultimi anni, perché è necessario oggi usare nel modo più duro possibile l’attività dell’Antimafia per fermare quello che sembra essere una nuova ondata di scambio politico mafioso”, ha proseguito Colosimo, parlando del voto di scambio come di “una piaga da estirpare. La criminalità organizzata e, nello specifico, la mafia purtroppo non hanno ancora trovato fine, anche se abbiamo inferto dei colpi durissimi come l’arresto di Matteo Messina Denaro. La mia paura è che questa rivolta civile, partita anche e soprattutto da Palermo, possa affievolirsi e lasciare spazio alle nuove forme della criminalità organizzata. Tra queste c’è quella ‘sempreverde’ del voto di scambio, una piaga da estirpare soprattutto perché toglie ai cittadini la possibilità di fidarsi della propria classe politica”.

“La politica di fronte a questi fenomeni – ha detto ancora la presidente della Commissione Antimafia – deve essere irreprensibile e non guardare agli schieramenti di appartenenza. Soprattutto deve provare, quando può, ad anticipare la magistratura: è il grande tema del controllo preventivo sulle liste”. E proprio sul tema degli “impresentabili” Colosimo ha voluto lanciare un “appello convinto alla politica, perché non c’è niente di peggio di un politico che finisce in un’indagine per mafia e che tradisce la fiducia della propria gente. Se hai un rinvio a giudizio per corruzione non sei una persona che può sedere nella Pubblica amministrazione, se verrai assolto sarò molto felice di votarti la prossima volta”.

Quanto al fatto che spesso la politica arrivi dopo la magistratura, come avvenuto a Bari e in Puglia, Colosimo, rispondendo a una domanda, ha detto che avviene “innanzitutto perché la classe dirigente dei partiti non è pronta a fare autocritica, perché spesso le persone si conoscono superficialmente e non si vuole approfondire. Ma anche perché, e lo dico in primis guardando ai posti a me più vicini e poi in casa degli altri, ci vuole molto coraggio a smettere di parlare con una persona che fino al giorno prima è stato tuo amico e a denunciarlo, ma è quello a cui siamo chiamati senza tentennamenti”.

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