Dietro l’angolo… la poesia

Polignano a mare (BA). Scenario incantevole, una cartolina vivente: il mare è smeraldo e gli imponenti scogli lo sormontano, il paesaggio diquesto centro barese diventa automaticamente l’occasione per staccare la mente e dedicarsi all’arte del sogno. Non si può far altro che sognare infatti passeggiando per Polignano:l’arco Marchesale, all’ingresso del centro storico, rappresenta l’entrata in una nuova dimensione: quella dell’anima. Ed è proprio in questo teatro, fatto di case bianche e di terrazze con scorci mozzafiato che opera Guido Lupori, in arte “il Flâneur” (il gentiluomo che vaga per le vie cittadine, secondo Baudelaire) un dolce poeta dalla storia veramente curiosa (oltre vent’anni fa lascia famiglia e lavoro per trasferirsi a Polignano vivendo di nulla e poesia) nato nel 1946 e “morto” nel 2046, come ama pronosticare quando si firma.Lo si incontra negli angoli del paese seduto su una sedia, che si porta dietro tutto il giorno, ora nella piazzetta dell’orologio, ora su una terrazza; qualche giorno fa era in strada appoggiato di schiena ad una catena che insieme ad altre circondava uno spiazzo; con la catena alle spalle ha esposto il suo messaggio giornaliero “Non sarò mai prigioniero”.La sua arte è affascinante,la sua penna è un pennello bagnato di vernice nera e i suoi fogli sono le case, le scale, le porte, i muri, dove riporta poesie, citazioni, pensieri. “Sono qui per stupirmi” (Goethe) è incisa in un pezzo di legno sul muro della sua casa, casa per modo di dire, un gioiello, una chicca assoluta e un paradiso per gli occhi, per chi ha avuto la fortuna di visitarla, e per lui che vive e dorme “nel” mare. Uno spazio ricavato da una grotta che affaccia a strapiombo sul quel blu che tanto ispira Guido ogni giorno. “Qui il mio gemello mare ha ingigantito la mia libertà” una delle sue scritte più belle su un mattone di una casa antica dopo la terrazza che affaccia su Cala Ponte, fanno capire il suo rapporto con il mare così amato da indurlo a fare il bagno, fino a qualche anno fa anche d’inverno. La sua “opera” più apprezzata? una citazione riportata sui gradini di una scala di una casa del centro storico: chiunque passi da lì non può far altro che stupirsi e fotografare la poesia che ogni anno cambia: quest’anno la citazione è del premio nobel per la letteratura 1913 Rabindranath Tagore: “La farfalla non conta gli anni ma gli istanti, per questo il suo breve tempo le basta”.

Marzia Giardiello

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