ProgressReport, quotidiano americano online, titola uno dei suoi ultimi numeri ‘People over Party’, ragionando su tre riferimenti: la gente, il Congresso e i suoi gruppi parlamentari, il presidente. Si afferma che i grandi danni che il presidente starebbe infliggendo al paese, non vengono contrastati da un Congresso bloccato nella logica bipartitica. Di conseguenza la gente viene sollecitata a rivolgersi direttamente ai ‘suoi’ eletti, chiedendo di corrispondere all’interesse degli elettori non alla logica politica del partito
L’hashtag PeopleOverParty con la Representation Checklist è un esempio della piega che sta prendendo la situazione politica interna agli Stati Uniti, sempre più divisi e frammentati da atteggiamenti e decisioni del presidente. Nel mirino è in particolare il diritto all’assistenza sanitaria.
Checklist:
• opporsi a Trumpcare, che causerebbe la perdita dell’assistenza sanitaria a 23 milioni di americani
• opporsi al bilancio di Trump, che porterebbe al taglio dei sussidi alimentari a 8 milioni di indigenti.
• sostenere indagine indipendente contro i legami di Trump con la Russia che minacciano la nostra
democrazia
Di fronte alla posizione ambigua del presidente Trump nei confronti di Mosca, ad un partito repubblicano a lui sempre e comunque fedele, ad un congresso incapace di rappresentare gli interessi legittimi degli americani, gli elettori stanno arrivando alla conclusione di essere state vittime di un inganno politico, in un crescente sentimento antiamericano.
Molti dei membri del congresso eletti sembrano soddisfatti di mettere gli interessi del loro partito davanti agli interessi dei loro elettori. Prendiamo ad esempio l’assistenza sanitaria: il senato sta progettando di mantenere fino all’80% della versione della riforma sanitaria di Trump (versione che causerebbe a 23 milioni di persone la perdita della copertura sanitaria, aumentandone i premi del 20%, minando le protezioni per le persone con condizioni preesistenti). Eppure promette di iniziare da zero, e scrivere una nuova e propria versione.
Molti dirigenti del Congresso hanno segnalato il sostegno alla struttura del bilancio di Trump, che comprende tagli devastanti a programmi federali a cui milioni di americani si affidano come standard di vita basilari. E poi, naturalmente, c’è l’affaire Russia. Troppi membri del congresso sono disposti a ignorare i legami traumatici dell’ amministrazione Trump con la Russia.
Trump in appena cinque mesi di governo e le dimissioni di un incredibile numero di collaboratori, ha messo in fila tante di quelle cattiverie contro i suoi concittadini più poveri e bisognosi (tagli a sanità, programmi extrascolastici per bambini, sussidi ai poveri) che non ci si può scandalizzare per provvedimenti del genere, però occorre valutarne le conseguenze, anche perché la loro portata, e il fatto che gli effetti ricadano sull’intero pianeta, obbligano non solo alla critica ma alla mobilitazione.
Gli Usa restano quindi soli a combattere una battaglia di retroguardia che è peraltro doppiamente autolesionista per gli americani: perché fa loro soffrire gli effetti del rialzo dei limiti di emissione delle centrali a carbone e in generale del riscaldamento climatico, perché il nazionalistico e protezionistico America First impedirà a ricerca e industria americane di primeggiare nel settore delle tecnologie ambientali, lasciandone lo sviluppo a Cina, India e Ue.